Referendum sulla cittadinanza: cosa potrebbe cambiare?
L'acquisizione della cittadinanza italiana è attualmente regolata dallo Ius Sanguinis, ma da anni si sta cerando di approvare lo Ius Soli: cosa significa e cosa cambierebbe rispetto alla norma attualmente in vigore con il referendum sulla cittadinanza o una nuova proposta di legge.
- Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 potremo esercitare il nostro diritto di voto partecipando ai referendum popolari abrogativi.
- Ci saranno 5 quesiti, dei quali 4 in materia di lavoro e uno in tema di cittadinanza.
- Il referendum sulla cittadinanza ha l’obiettivo di portare da 10 a 5 gli anni di residenza legale previsti affinché uno straniero maggiorenne extracomunitario possa richiedere e ottenere la cittadinanza italiana.
Lo Ius soli è, per definizione, il “Principio del diritto per cui la cittadinanza si acquisisce automaticamente per il fatto di essere nati nel territorio di un determinato Stato”.
Letteralmente significa “diritto del suolo” e consiste nell’acquisizione della cittadinanza di un Paese per il semplice fatto di esservi nati, a prescindere da quella che è la cittadinanza dei propri genitori. Oggi la cittadinanza italiana dipende, invece, da quella dei propri genitori.
Non viene acquisita in automatico dai figli dei cittadini stranieri anche se questi ultimi nascono in Italia. In questo momento, lo Ius Soli è in vigore in alcuni Paesi, come per esempio gli Stati Uniti d’America o la Francia, ma qualcosa, nei prossimi mesi, potrebbe cambiare, grazie al referendum sulla cittadinanza (e non solo).
Cos’è lo Ius sanguinis
Lo Ius sanguinis – che significa “diritto di sangue” – è la norma in vigore in Italia, in base alla quale la cittadinanza italiana è automatica se i genitori sono cittadini italiani (si tratta della legge n. 91 del 5 febbraio 1992). Viene, dunque, trasmessa, anche nel caso in cui soltanto uno dei due genitori abbia la cittadinanza italiana.
Lo Ius sanguinis è in vigore in Stati quali:
- Austria;
- Brasile;
- Cina;
- Regno Unito.
Nel caso dello Ius soli, invece, attualmente i bambini nati in Italia, ma che siano figli di genitori stranieri, possono acquisire la cittadinanza soltanto su richiesta e al compimento di 18 anni, a condizione di aver risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”.
Inoltre, nell’ipotesi in cui non si facesse tale richiesta entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, si perderebbe il diritto di ottenere la cittadinanza. Quest’ultima potrebbe, a quel punto, essere acquisita soltanto nel rispetto delle regole ordinarie, ovvero la domanda per residenza. A questo proposito, ti invitiamo a leggere la nostra guida su Come ottenere la cittadinanza italiana.
I cittadini che hanno il diritto di richiedere la cittadinanza italiana entro il 19° anno di età devono ricevere l’apposita comunicazione da parte del proprio Comune di residenza. Se ciò non dovesse avvenire, allora la richiesta potrà essere effettuata anche una volta compiuti 19 anni.
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Quando si può applicare lo Ius soli in Italia
Nonostante la legge preveda attualmente l’applicazione dello Ius sanguinis, ci sono dei casi in cui è previsto lo Ius soli, che ha la funzione di evitare la presenza di persone apolidi, ovvero senza cittadinanza.
Si tratta delle ipotesi in cui il bambino sia nato in Italia da:
- genitori ignoti;
- genitori apolidi;
- genitori stranieri che non abbiano la possibilità di trasmettere al figlio la propria cittadinanza a causa della legge del Paese di origine.
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Differenti tipologie di Ius Soli
Oltre a quello che può essere definito Ius soli “puro”, esistono anche altre forme di Ius Soli che sono state avanzate nel tempo. In particolare, si tratta dello:
- Ius Soli temperato;
- Ius Scholae, conosciuto anche come Ius culturae.
1. Ius soli temperato
Lo Ius soli temperato è stata una proposta di legge presentata nel 2015, in base alla quale i figli nati da genitori stranieri avrebbero potuto acquisire la cittadinanza nel caso in cui almeno uno dei due genitori avesse avuto o un permesso di soggiorno illimitato, oppure un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
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2. Ius Scholae
Lo Ius Scholae, invece, si basa sul principio del possesso della cultura italiana (ovvero di un’istruzione). Si tratta di un’altra proposta di legge che avrebbe permesso ai figli di cittadini stranieri nati in Italia o arrivati in Italia prima dei 12 anni, che avessero frequentato le scuole in Italia per almeno 5 anni, risiedendo regolarmente in Italia senza interruzioni, di acquisire la cittadinanza italiana.
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Referendum sulla cittadinanza: cosa potrebbe cambiare
In Italia si parla di riforma della legge sulla cittadinanza dal 1999, quando ci fu il primo tentativo di modificare la legge del 1992. Una riforma legislativa allineerebbe l’Italia al resto dei Paesi europei. Attualmente, infatti, l’Italia è uno dei pochi Paesi nei quali ci vogliono 10 anni prima di poter presentare richiesta di cittadinanza. Persino la Germania ha di recente introdotto una legge con la quale bastano 5 anni di residenza legale per ottenere la cittadinanza.
Il referendum sulla cittadinanza che si terrà domenica 8 giugno 2025, dalle ore 7:00 alle ore 23:00, e lunedì 9 giugno 2025, dalle ore 7:00 alle ore 15:00, mira a trasformare da 10 a 5 gli anni di soggiorno legale continuativo previsti per avere la cittadinanza italiana.
Il referendum porterebbe, dunque, i cittadini stranieri che risiedono in Italia da almeno 5 anni a poter richiedere la cittadinanza: si tratta di circa 2.240.000 persone, ai quali devono essere aggiunti eventuali figli, che acquisterebbero la cittadinanza in automatico.
Su questo punto, vogliamo ricordare che la cittadinanza italiana non è soltanto una questione identitaria. Permettere di averla agli stranieri chi vivono e lavorano in Italia, rappresenta la condizione per:
- svincolarli dell’obbligo del permesso di soggiorno;
- dar loro la possibilità di votare, di muoversi liberamente e lavorare negli altri Paesi UE, oltre che di partecipare ai concorsi pubblici o candidarsi per un incarico pubblico.
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Referendum giugno 2025: quali sono gli altri quesiti
I referendum previsti per il prossimo giugno 2025 sono stati approvati dai decreto del Presidente della Repubblica del 25 marzo 2025, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 31 marzo 2025, n. 75.
Oltre al quesito sulla cittadinanza, si dovrà votare anche per:
- l’abrogazione del Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi;
- la cancellazione per le piccole imprese del tetto all’indennità nei licenziamenti, che oggi si estende soltanto per 6 mesi;
- l’eliminazione parziale di alcune norme riguardanti i contatti di lavoro a termine, con l’obiettivo di lottare contro il precariato;
- l’esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, che vuole intervenire per dare maggiori tutele ai lavoratori che ogni giorno subiscono incidenti sul posto di lavoro.
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