È legale addebitare un costo extra a chi paga con il Bancomat?
Addebitare un costo aggiuntivo per il pagamento con Bancomat è una pratica illegale e punibile con severe sanzioni oppure è possibile farlo legalmente?
Una cliente di San Donà di Piave (in Provincia di Venezia) si è vista addebitare un costo aggiuntivo per aver pagato con il Bancomat. Si tratta di una pratica legale? La risposta è no. Secondo la legge italiana, è illegale addebitare un costo aggiuntivo per il pagamento con Bancomat. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa è successo.
Il caso di San Donà di Piave
La signora, che ha preferito rimanere anonima, ha segnalato l’incidente alla Polizia Locale, dopo aver notato un addebito extra sulla sua ricevuta. Sullo scontrino era infatti presente la scritta Servizio pag. bancomat 1 euro. L’importo, sebbene minimo, ha destato la sua attenzione e ha deciso di segnalare l’accaduto.
La Polizia Locale e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato hanno confermato che addebitare un costo aggiuntivo per il pagamento con Bancomat è una pratica illegale. Questo perché il Bancomat è un metodo di pagamento elettronico, e come tale non può essere soggetto a costi aggiuntivi.
Il divieto di sovrapprezzare una carta del circuito PagoBancomat – così come di una carta dei circuiti VISA o MasterCard – è previsto all’art. 62 del Codice del Consumo, nel quale si legge che I professionisti non possono imporre ai consumatori, in relazione all’uso di determinati strumenti di pagamento, spese per l’uso di detti strumenti.
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Quali sono le conseguenze per chi viola la legge?
Le conseguenze per chi viola questa legge possono essere molto severe. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato può infliggere pesanti sanzioni, che possono andare da un minimo di 2.000 euro fino a un massimo di 5 milioni. Inoltre, l’attività commerciale può essere sospesa o addirittura chiusa.
La Polizia Locale ha un ruolo fondamentale nel far rispettare questa legge. Essa ha il compito di monitorare le attività commerciali e di segnalare eventuali violazioni all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), alla quale, comunque, i consumatori potranno rivolgersi in prima persona per avere giustizia.
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