Rimborso spese legali agli imputati assolti: come funziona
Cos'è il cosiddetto rimborso per spese legali, come funziona, a quanto ammonta e quali sono i documenti necessari affinché gli imputati assolti possano farne richiesta.
- Il bonus per le spese legali è una delle misure inserite nella Legge di Bilancio 2021 (n. 178/2020).
- Prevede il rimborso delle spese legali per gli imputati che sono stati assolti nel corso di un processo penale.
- Si può richiedere presentando l’apposita domanda tramite la piattaforma Fondo Assolti.
Il Fondo per il rimborso delle spese legali è stato istituito dalla legge di bilancio del 2021. Si rivolge agli imputati che sono stati assolti con una sentenza diventata irrevocabile, a partire dal 1° gennaio 2021.
I criteri e le modalità di erogazione di tale rimborso sono stati definiti da un successivo decreto, emanato dal Ministro della giustizia di concerto col Ministro dell’economia e delle finanze.
In particolare, la domanda deve essere presentata tramite la piattaforma Fondo Assolti. Vediamo di seguito come funziona e quali documenti devono essere allegati affinché possa essere accolta.
A chi spetta il bonus spese legali
Il contributo per le spese legali consiste in un rimborso per l’imputato che è stato definitivamente assolto, durante un processo di tipo penale, ai sensi dell’ex art. 530 c.p.p., ovvero:
- perché il fatto non sussiste;
- perché non ha commesso il fatto;
- perché il fatto non è un reato o la legge non lo considera tale (tranne il caso in cui escluso in cui la pronuncia sia intervenuta dopo la depenalizzazione dei fatti oggetto dell’imputazione).
Il rimborso delle spese legali arriva fino a un massimo di 10.500 euro e sarà erogato in 3 quote annuali di pari importo, a partire dall’anno successivo a quello di assoluzione definitiva. Tale cifra non concorrerà alla formazione del reddito.
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Quando non si può ottenere il rimborso
Il rimborso per le spese legali non sarà invece previsto:
- nel caso di assoluzione da alcuni capi, ma di condanna per altri;
- nell’ipotesi di estinzione del reato per amnistia o per prescrizione;
- in caso di depenalizzazione dei fatti oggetti di imputazione.
Non si può richiedere neanche nei casi in cui l’imputato abbia beneficiato, nel procedimento in cui è stato assolto, del patrocinio a spese dello Stato, abbia ottenuto al domanda del querelante alla rifusione delle spese di lite o abbia diritto al rimborso delle spese legali dall’ente dal quale dipendono.
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Come presentare la domanda di rimborso
L’istanza per accedere al fondo deve essere presentata dal richiedente tramite la piattaforma online di rimborso, alla quale è possibile accedere tramite:
- SPID di secondo livello;
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
- CIE (Carta di Identità Elettronica).
Nell’ipotesi di imputati minorenni o incapaci, l’istanza può essere inoltrata da chi esercita la responsabilità genitoriale o dal rappresentante legale. Qualora l’imputato dovesse morire, invece, a domanda potrà essere presentata dall’erede (o dagli eredi, o da uno solo per conto di tutti).
Sarà molto importante indicare:
- la durata del processo con la sentenza di assoluzione irrevocabile, che si dovrà calcolare partendo dalla data di emissione del provvedimento con cui è stata esercitata l’azione penale a quella in cui la sentenza di assoluzione è diventata definitiva;
- l’importo del quale si richiede il rimborso.
Per quanto riguarda le tempistiche, la richiesta va inviata tra il 1° gennaio e il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui la sentenza è diventata di assoluzione è diventata irrevocabile.
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Come vengono erogati i rimborsi
Nell’erogazione dei rimborsi delle spese legali per gli imputati assolti, viene data precedenza alle istanze:
- degli imputati irrevocabilmente assolti con sentenza resa dalla Corte di Cassazione, dal giudice del rinvio, o all’esito di un processo complessivamente durato più di 8 anni;
- rese dal giudice di appello o all’esito di un processo durato tra 5 e 8 anni;
- rese dal giudice di primo grado o all’esito di un processo di durata fino a 5 anni.
Si darà inoltre priorità ai processi di maggiore durata e, a parità di durata, agli imputati che hanno un reddito inferiore nell’anno precedente al passaggio in giudicato della sentenza di assoluzione. Il Ministero della Giustizia ed il Ministero dell’Economia e delle finanze effettueranno dei controlli per accertare che quanto dichiarato e quanto emerge dalla documentazione allegata combacino.
I richiedenti possono verificare l’esito dell’istanza dalla sezione “Visualizza dettagli”, mentre l’esito della domanda sarà disponibile presso l’Area informativa della piattaforma.
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Documenti per ricevere il rimborso spese legali
Al fine di ottenere il rimborso delle spese legali, sarà necessario presentare:
- la fattura dell’avvocato, nella quale viene indicato l’avvenuto pagamento;
- il parere di congruità dei compensi presenti nella parcella, emesso dal consiglio dell’ordine degli avvocati competente;
- la copia della sentenza di assoluzione, che dovrà contenere l’attestazione della Cancelleria in merito alla sua irrevocabilità.
I criteri per l’erogazione del bonus spese legali saranno definiti da un DM giustizia, che dovrà essere emanato entro 60 giorni dell’entrata in vigore della legge di Bilancio, in accordo con il ministro dell’Economia.
Si terrà conto:
- dei gradi di giudizio ai quali è stato sottoposto l’imputato;
- della durata del processo.
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Cos’è il fondo per il rimborso delle spese legali
Il rimborso delle spese legali è stato possibile grazie alla creazione di un Fondo nel quale sono stati previsti 8 milioni di euro. La norma è stata fortemente richiesta dagli avvocati in relazione a un principio di civiltà che permetterà ai cittadini di essere risarciti per i danni subiti a causa di processi penali totalmente infondati.
Nel corso del tempo sono tanti gli avvocati che si sono sentiti chiedere dai loro clienti chi avrebbe sostenuto le loro spese legali nel caso di assoluzione al termine del processo.
Il contributo per le spese legali ha dato risposta a tale interrogativo ed è stato introdotto tramite l’emendamento Costa, approvato alla Camera in Commissione di Bilancio. A conti fatti, il budget stanziato non è adeguato a coprire tutti i processi penali che in Italia si concludono con l’assoluzione dell’imputato.
Nonostante ciò, la norma, che si riferisce a un’assoluzione definitiva, passata in giudicato, al termine di un giudizio spesso avvenuto in gradi successivi al primo, è comunque un grande passo avanti rispetto al passato in quanto lo Stato fornirà il suo sostegno ai cittadini che ricevono accuse infondate.
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Come è cambiato il Codice penale
L’introduzione del bonus spese legali ha comportato una modifica al Codice penale, nel quale è stato aggiunto l’articolo 177 bis.
Tale articolo disciplinerà quanto detto finora, ovvero che:
- lo Stato provvederà a rimborsare, entro il limite di 10.500 euro, le spese legali sostenute dall’imputato prosciolto;
- il bonus potrà essere ricevuto nei casi in cui il fatto non sussista, non sia stato commesso o non costituisca reato;
- la sentenza di assoluzione dovrà essere irrevocabile;
- per ricevere il rimborso, si dovranno presentare la fattura dell’avvocato, un parere di congruità da parte del Consiglio dell’ordine e una copia della sentenza di assoluzione.
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