Taglio Parlamentari: cosa cambia dopo il sì
Cosa succede dopo il sì al refendum del 20 e 21 settembre 2020 e in cosa consiste il taglio dei parlamentari.
La vittoria del sì al referendum
Il referendum costituzionale relativo al taglio dei parlamentari in Italia si è concluso con la vittoria del Sì, votato dal 69,64% degli elettori, per un totale di più di 17 milioni di persone. Il numero dei parlamentari italiani passerà dunque da 945 a 600.
La legge sul taglio dei parlamentari era già stata approvata alla Camera nell’ottobre del 2019: con il responso del referendum popolare del 20 e 21 settembre 2020 è destinata a diventare realtà.
Quando avverrà il cambiamento effettivo e cosa succede davvero con la riduzione del numero dei parlamentari? Vediamo di seguito quali saranno le evoluzioni future e i tempi di applicazione.
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Il contenuto della riforma
La vittoria del sì al Referendum comporterà la riduzione del numero dei Deputati e dei Senatori, che attraverso la legge di riforma costituzionale saranno tagliati di un terzo. Saranno dunque eliminati ben 345 eletti.
Il passaggio dai 945 parlamentari attuali ai 600 previsti dalla riforma sarà eseguito nel modo seguente:
- alla Camera dei Deputati si passerà da 630 a 400 Deputati totali;
- al Senato della Repubblica si passerà da 315 a 200 Senatori.
Tra le modifiche che la riforma porterà con sé ci sarà anche la riduzione:
- del numero minimo di Senatori eletti in ogni Regione, che passerà da 7 a 3: il Molise e la Valle d’Aosta manterranno il numero attuale di rappresentanti, che corrispondono rispettivamente a 2 e a 1;
- del numero di parlamentari eletti all’estero.
A questo proposito, il numero di Deputati passerà da 12 a 8, quindi dei 400 Deputati totali, 392 saranno eletti in Italia e i restanti 8 all’estero. Per quanto riguarda il Senato, il numero attuale di Senatori eletti all’estero si abbasserà da 6 a 4, ragion per cui dei 200 Senatori totali, 196 saranno eletti in Italia, mentre i restanti 4 all’estero.
I Senatori a vita
La riforma ha stabilito in via defiitiva che il numero massimo di Senatori a vita che potranno essere eletti dal Presidente della Repubblica non potrà essere superiore a 5, superando così i problemi interpretativi che negli anni avevano accompagnato l’articolo 59 della Costituzione.
In tale articolo, si legge per l’appunto che “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”.
Come vengono ripartiti i seggi tra i Deputati
Sebbene cambierà il numero totale dei parlamentari, le loro funzioni resteranno inalterate, così come il meccanismo del bicameralismo perfetto, con il quale le due camere – dei Deputati e dei Senatori – svolgono esattamente le stesse funzioni.
In merito alla distribuzione dei seggi dei deputati, escludendo il numero assegnato alle circoscrizioni estere, dovrebbe funzionare nel seguente modo:
- si prende il numero degli abitanti totali del nostro Paese, facendo riferimento all’ultimo censimento generale della popolazione;
- lo si divide per 392 e si distribuiscono poi i seggi in relazione al numero di abitanti di ogni circoscrizione.
Taglio dei parlamentari: quando avverrà?
Affinché la riforma, che è già in vigore, possa diventare operativa, devono trascorrere 60 giorni di tempo, necessari a “consentire l’adozione del decreto legislativo in materia di rideterminazione dei collegi elettorali”.
In questo momento i collegi sono suddivisi in questo modo:
- ci sono 232 collegi uninominali e 63 collegi plurinominali per la Camera dei Deputati;
- ci sono 116 collegi uninominali e 33 collegi plurinominali, per il Senato.
Nella pratica, il taglio effettivo dei parlamentari avverrà a partire dalla prossima legislatura: il problema attuale è infatti legato alla riforma della legge elettorale, che non è ancora avvenuta e la cui mancanza rischia di provocare problemi di rappresentanza adeguata per i cittadini.
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