Riforma pensioni 2026: cosa aspettarsi
In prossimità della fine dell'anno, ci dobbiamo interrogare su come cambierà il sistema pensionistico per l'avvenire. La legge di Bilancio 2024, infatti, ha molto modificato il regime della pensione anticipata. Vediamo in che modo.
- La Legge di Bilancio 2026 potrebbe portare a qualche cambiamento in materia pensionistica.
- Ci potrebbe essere la revisione dell’età per andare in pensione e la possibilità di rendere più flessibile l’uscita.
- Al contempo, si parla di destinare il TFR direttamente a un fondo pensione.
La Legge di Bilancio 2026 potrebbe apportare alcuni cambiamenti significativi per quel che riguarda il trattamento pensionistico anticipato. Si tratta ancora di ipotesi, che dovranno ovviamente essere confermate, ma ci sono alcuni punti dei quali si vocifera già da un po’.
Nel seguente articolo, vedremo cosa aspettarsi dal prossimo, fermo restando che dovremo ancora avere conferma sulle novità in arrivo, che dovrebbero comunque comprendere l’abbandono del sistema delle “quote” e un utilizzo innovativo del TFR.
Pensioni anticipate 2026: come funziona oggi
La riforma delle pensioni 2026 non è ancora stata approvata, ma sono tante le voci che circolano e che potrebbe diventare realtà. Intanto, al momento i requisiti della pensione anticipata ordinaria sono i seguenti.
- 41 ani di contributi per le donne;
- 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Non sono previsti dei requisiti anagrafici da raggiungere, ma è presente una finestra temporale di 3 mesi tra quando si matura il diritto di andare il pensione e la sua decorrenza effettiva.
Per quanto riguarda la pensione anticipata contributiva, riservata a chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1° gennaio 1996, a è necessario:
- avere almeno 64 anni;
- avere versato 20 anni di contributi.
Anche in questo caso, si applica una finestra di 3 mesi.
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Riforma pensione anticipata: ci sono abbastanza soldi?
Le spese che il Governo deve sostenere per le pensioni sono sempre maggiori. Nel 2024, per esempio, sono aumentate del 2,5% rispetto all’anno precedente. Nello specifico:
- sono aumentate le pensioni di vecchiaia e di invalidità;
- sono diminuite, invece, le uscite anticipate (questo accade perché spesso si traducono in penalizzazioni rispetto all’importo dell’assegno pensionistico).
Si stima che nei prossimi anni la spesa avrà un impatto ancora maggiore sul PIL: nel 2040 si arriverà a una percentuale del 17,1%, poiché sarà quello il momento in cui andranno in pensione i baby boomers. Fra quadrare i conti non sarà semplice, ovviamente.
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TFR nei fondi complementari: per chi?
Una delle proposte ipotizzate è quella nella quale si prevede il trasferimento del TFR dei nuovi assunti presso un fondo pensione, in modo automatico. Si avranno comunque 6 mesi di tempo per decidere se tenere il TFR, altrimenti andrebbe a finire nella previdenza complementare.
In pratica, il Governo mira a spingere le persone ad avere una pensione integrativa, oltre a quella pubblica, in modo tale da poter usufruire di un supporto economico aggiuntivo nel momento in cui si smetterà di lavorare (e la pensione statale potrebbe non essere sufficiente).
Dall’altro lato, ci potrebbe essere un aumento dell’età pensionabile, considerato che le aspettative di vita continuano ad aumentare. Queste modifiche, però, potrebbero essere rimandate al 2027.
Scopri di più su Assegno sociale INPS: importo, requisiti reddituali, aumento
Riforma pensioni 2026: le quote resteranno?
Attualmente è in vigore la pensione anticipata nota come Quota 103, la quale prevede:
- 62 anni di età;
- 41 anni di contributi, raggiungibili anche in regime di cumulo (art. 1 co. 239 e ss., L. n. 228/2012). È possibile raggiungere questa soglia anche sommando i versamenti non coincidenti accreditati presso gestioni previdenziali diverse, sempre che si tratti di casse amministrate dall’INPS – non sono considerati gli accrediti presso le casse professionali;
- di questi 41 anni di contribuzione, 35 devono risultare al netto dei contributi figurativi per malattia, disoccupazione e infortunio.
Questa pensione, che viene calcolata integralmente con il sistema contributivo, potrebbe sparire il prossimo anno. Potrebbe, invece, essere in vigore Quota 41, nella quale sono previsti 41 anni di servizio, ovvero di contributi versati.
Per approfondire, leggi Riforma pensioni Quota 103: cosa significa e come funziona
Opzione donna 2026: resta in vigore?
Per il 2025, è stata confermata anche Opzione donna, per la quale non si conosce ancora la sorta prevista per il prossimo anno. I requisiti attuali sono:
- 61 anni di età, come regola base;
- 60 anni di età per donne con un figlio;
- 59 anni di età per donne con più figli.
- 35 di contributi per tutte le lavoratrici.
Opzione donna trova inoltre applicazione al raggiungimento di 59 anni nei casi di:
- caregiver, cioè donne che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap ai sensi della Legge 104, oppure un parente di secondo grado convivente nel caso in cui i genitori, il coniuge o la persona unita civilmente del soggetto con handicap abbiano compiuto i 70 anni di età, ovvero siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o deceduti o mancanti;
- invalidità civile: le donne lavoratrici che hanno una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%;
- licenziamento: la misura si applica alle lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) per la gestione della crisi aziendale.
L’assegno pensionistico si calcola con il metodo contributivo, con conseguenti diminuzione dell’importo rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. Sono poi applicate delle finestre mobili di 12 mesi della maturazione dei requisiti per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.
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Ape sociale è stata confermata?
L’APE sociale è un’ulteriore sistema che consente l’uscita anticipata alle donne dal mondo del lavoro. Con APE si intende “Anticipo PEnsionistico”, in quanto prevede un meccanismo di ponte che serve ad anticipare la pensione di anzianità, alle persone che si trovano in situazioni di difficoltà.
Dunque, l’APE sociale copre l’arco di tempo compreso dal momento in cui sono maturati i requisiti di tale trattamento pensionistico anticipato a quello in cui si raggiungono i requisiti della pensione ordinaria. Potrebbe essere prorogata anche per il 2026.
Possono accedere all’APE sociale per il 2025 i lavoratori che:
- hanno raggiunto i 63 anni di età;
- hanno un’anzianità contributiva tra i 30 e i 36 anni, in modo variabile a seconda delle condizioni del caso concreto.
Ti potrebbe essere utile anche approfondire il tema: Pensione APE sociale 2025: cos’è, requisiti, importo
Pensione anticipato a 64 anni: in che modo?
Tra le ipotesi di pensionamento anticipato abbozzate per il 2026 troviamo anche la pensione a 64 anni con almeno 25 anni di contributi. L’importo per poter accedere al trattamento pensionistico deve superare la soglia minima. Si è ipotizzato che si possa anche utilizzate il TFR accantonato per poter integrare la pensione e raggiungere così l’importo minimo richiesto – ma i sindacati non sono favorevoli a questa possibilità perché porterebbe a utilizzare il TFR dei lavoratori per colmare le lacune statali.
Per ricevere maggiori chiarimenti in merito, ti invitiamo a contattare un avvocato esperto in diritto del lavoro e previdenza
Domanda pensione anticipata
La domanda per accedere alle varie forme di trattamento pensionistico anticipato prevede la stessa procedura, ovvero:
- il sito dell’INPS, tramite la propria area personale;
- contattando il Contact Center dedicato, al numero verde gratuito 803164 (rete fissa) o al 06164164 (da mobile, a pagamento);
- tramite il supporto di un patronato.
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