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Bonus smart working da 516 euro: a chi spetta

Cos'è e come funziona il bonus smart working 2021: come si richiede il beneficio, a chi spetta, per cosa può essere utilizzato e cosa si intende per fringe benefit e welfare aziendale.

bonus smart working

Il bonus smart working da 516 euro, già previsto nel 2020 come sostegno al welfare aziendale e destinato ai fringe benefit, è stato confermato anche per il 2021, in seguito alla legge di conversione del decreto Sostegni di marzo. 

Tale contributo potrà essere utilizzato per trasformare la propria casa in un ufficio: in che modo? Di seguito sarà illustrato come funziona il bonus smart working 2021, a chi spetta e come ottenerlo

Come funziona

Il bonus smart working da 516 euro per l’ufficio in casa era già in vigore nel 2020: la norma per i fringe benefit presente nel decreto Agosto 2020 (articolo 112) è stata modificata con il decreto Sostegni, convertito nella legge n. 69/2021. 

Il plafond per i fringe benefit è stato, dunque, confermato anche per il 2021: la quota esentasse che il datore di lavoro potrà versare ai propri dipendenti è stata raddoppiata da 258,23 euro a 516,46 euro

In pratica, il bonus smart working rientra tra gli strumenti di welfare aziendale, con i quali è possibile usufruire dell’esenzione fiscale e che non concorrono alla formazione del reddito. 

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A chi spetta

Il bonus smart working 2021 è destinato ai lavoratori dipendenti ai quali sono riconosciuti i fringe benefit dalla propria azienda

L’importo del beneficio potrà essere utilizzato, per esempio, per migliorare l’ambiente domestico e renderlo più simile a un ufficio, per esempio tramite l’acquisto di sedie ergonomiche, scrivanie, lampade per migliorare l’illuminazione

Gli arredi per l’ufficio sono importantissimi per la salute del lavoratore, quindi il bonus smart working è una misura che risulta fondamentale per il suo benessere e, di conseguenza, anche per la sua produttività. 

Come richiederlo

Uno degli effetti principali dello smart working sulla vita dei lavoratori è stato il peggioramento delle condizioni di salute a causa della mancanza di una strumentazione adeguata

Il bonus smart working potrà essere utilizzato per tutto quello che potrà rendere migliore il lavoro da casa e salvaguardare il benessere fisico del lavoratore, evitandogli frequenti mal di schiena, mal di testa e dolori articolari. 

Chi intende usufruirne dovrà fare richiesta direttamente alla propria azienda, la quale dovrà inserire scrivanie, sedute e prodotti per l’illuminazione tra i fringe aziendali concessi, che saranno pagati dallo Stato fino a 516 euro per ciascun lavoratore. 

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Le dichiarazioni del presidente di Assufficio

A proposito del bonus smart working da 516 euro, Gianfranco Marinelli, presidente di Assufficio, ha dichiarato che:

“Con questa misura che come Assufficio abbiamo proposto e caldeggiato nelle sedi istituzionali affinché fosse confermato il plafond a 516 euro sarà possibile anche acquistare una seduta ergonomica o una scrivania per lo smart working con la conseguenza che si contengono i rischi per la salute del singolo e, al contempo, l’arredo ufficio che in questo periodo ha sofferto più di altri, registrando un -20% di fatturato alla produzione, può ampliare la propria platea di clienti ed entrare con prodotti specifici anche nelle case di tutti i lavoratori in smart working.

Il futuro degli uffici è molto incerto. Tuttavia, anche se diminuiranno gli spazi destinati alle sedi delle aziende, credo che questo calo potrà essere compensato da nuovi fenomeni, come appunto quello dello smart working, e anche del coworking. Il mondo del lavoro è cambiato ed è chiaro che anche quello delle attrezzature per il lavoro debba cambiare.”

Cosa sono i fringe benefit

Abbiamo visto che il bonus smart working rientra fra quelli che sono i fringe benefit: di cosa si tratta di preciso e quando vengono erogati? La normativa in vigore in Italia dà la possibilità ai datori di lavoro di pagare una parte dello stipendio con l’erogazione di beni e servizi. 

Tali benefit aziendali potranno:

  • rimpiazzare una parte dello stipendio;
  • oppure essere delle integrazioni, dei benefici extra

Fanno, per esempio, parte dei fringe aziendali i buoni pasto così come PC, tablet e smartphone che vengono dati ai dipendenti in dotazione per lo svolgimento delle proprie mansioni o affinché possano garantire la reperibilità. Vi rientrano anche l’auto aziendale o l’alloggio che viene concesso al dipendente che debba trasferirsi da un’altra città o Regione.  

I fringe benefit fanno praticamente parte del welfare aziendale, ovvero dei vantaggi dei quali potrà usufruire il dipendente impiegato in una determinata azienda e che vengono in genere adoperati per migliorare l’umore, le prestazioni e creare un atteggiamento di fiducia nei confronti dell’azienda.

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Maria Saia
Esperta di diritti delle donne
Ha respirato per più di 20 anni la stessa aria di Falcone e Borsellino e ne condivide, ancora oggi, il sogno utopico di un mondo senza mafie e ingiustizie. Non a caso, “È la giustizia, non la carità, che manca nel mondo” è una delle sue citazioni preferite. Su deQuo, scrive di bonus e agevolazioni statali e di diritti della persona - in particolare, di diritti delle donne.
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