Pignoramenti più veloci (sprint) per chi non paga IMU e TARI: ecco le novità
Tra le novità che sono state approvate dal Fisco di recente, troviamo anche i pignoramenti sprint per i soggetti che non pagano l’IMU e la TARI.
- Una riforma del Consiglio dei Ministri del 9 maggio 2025 ha modificato le regole riguardanti i pignoramenti in caso di mancato pagamento di IMU e TARI.
- Tali modifiche sono state inserite all’interno di uno schema di riforma dei tributi regionali e locali.
- Si parla di pignoramenti “spint” poiché la loro esecuzione sarà più veloce rispetto alle regole canoniche.
L’IMU (Imposta Municipale Unica) e la TARI (Tassa sui rifiuti) sono due appuntamenti con il Fisco che non possono mancare nella vita di ogni contribuente. Governate da regole che possono leggermente variare a livello locale e da scadenze ben precise.
Di certo c’è che, il mancato pagamento di IMU e/o TARI comporta specifiche conseguenze, tra le quali rientra anche il pignoramento. A questo proposito, vogliamo approfondire una riforma di recente approvazione che ha riguardato proprio la procedura di pignoramento derivante dal mancato pagamento degli importi di IMU e TARI.
Stiamo parlando dei cosiddetti “pignoramenti sprint“: vediamo quali sono le nuove regole in vigore e in che modo hanno modificato la precedente disciplina.
Chi non paga l’IMU a cosa va incontro?
Le scadenze fissate per il pagamento dell’IMU sono:
- il 16 giugno, per l’acconto;
- il 16 dicembre, per il versamento del saldo.
Il mancato rispetto dei termini fissati dalla legge comporta l’applicazione di interessi moratori, da un lato, e di una sanzione pecuniaria per omesso o tardivo versamento (D.Lgs. 471/1997, art. 13), dall’altro.
Le sanzioni possono essere ridotte se si ricorre all’istituto del ravvedimento operoso, mentre il tasso di interesse viene stabilito dal regolamento comunale (ovviamente, nel rispetto dei limiti di legge).
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Pignoramento IMU non pagata
Ai sensi della legge di Bilancio 2020, dal 1° gennaio 2020 è stato previsto il sistema dell’accertamento immediatamente esecutivo anche per le imposte locali, tra le quali rientrano l’IMU e la TARI.
Di conseguenza, nel momento in cui l’atto acquista efficacia di titolo esecutivo, ovvero l’accertamento diventa definitivo, il Comune può procedere con la riscossione coattiva, che può prevedere pure il pignoramento del conto corrente (e non solo), senza che vi sia l’intervento del Giudice.
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Pignoramento per TARI non pagata
Cosa pignorano se non paghi la TARI? In base a quanto appena detto, anche se non si versa la TARI si rischia l’applicazione di sanzioni e interessi di mora, oltre che il possibile pignoramento del conto corrente e di beni mobili e immobili.
La TARI si prescrive in 5 anni, ma la prescrizione può essere interrotta dalla ricezione dei vari solleciti di pagamento, che possono quindi allungare i tempi relativi all’estinzione del debito.
Questo è il motivo per cui pagare il prima possibile (meglio se facendo ricorso al ravvedimento operoso) è la soluzione migliore per il contribuente. Per tutti i dubbi sul tema, ti invitiamo a rivolgerti a un avvocato esperto in diritto tributario.
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Cosa sono i pignoramenti sprint su IMU e TARI
La novità più significativa se ci si dimentica di pagare IMU e TARI è quella dei pignoramenti sprint, applicabili dopo 60 giorni dalla notifica dell’accertamento esecutivo. Rispetto al passato, i tempi di attesa vengono dunque ridotti di ben 120 giorni.
L’articolo 8 della riforma della tasse locali mira a rendere le procedure di recupero crediti più semplici e veloci da parte dei Comuni, meccanismo che era già stato messo in moto con la riforma del 2020 precedentemente citata.
Pure le Regioni potranno unificare, in un solo atto, l’accertamento del debito e il titolo esecutivo della riscossione. Di fatto, una volta trascorsi 60 giorni o termini del ricorso, l’avviso di accertamento diventa in automatico esecutivo.
Questo significa che, da quel momento, sarà possibile avviare il recupero forzoso degli importi non versati dal contribuente. Pignoramenti sprint, dunque, nel senso di più immediati: non è, infatti, più necessario dover attendere che la cartella di pagamento o l’ingiunzione fiscale siano notificate.
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Altre novità della riforma dei tributi locali
Lo snellimento dei procedimenti tributari e il rafforzamento della riscossione coattiva da parte degli enti locali entrerà in vigore, dal 1° gennaio 2027, anche sul bollo auto.
Sono stati introdotti, inoltre, anche degli incentivi (ovvero degli sconti) per coloro i quali decideranno di pagare le tasse locali con addebito diretto sul proprio conto corrente. Non rientra, comunque, in questo meccanismo l’IMU, che deve continuare a essere versata tramite modello F24.
In linea generale, il Governo mira non solo a semplificare le procedure di riscossione, ma anche a ridurre i contenziosi, ovvero portare i contribuenti a rispettare le scadenza in vigore, evitando così di dover emettere atti di accertamento.
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