Dazi: cosa sono, come funzionano e che impatto hanno sui mercati
Dopo decenni in cui si è spinto verso la globalizzazione, ritornano le barriere negli scambi internazionali. Quali sono gli effetti per consumatori e imprese italiane
- I dazi sono prelievi di natura tributaria applicati alle operazioni doganali (per esempio, esportazioni e importazioni).
- I dazi doganali rappresentano misure protezionistiche, che causano contrazioni al libero scambio internazionale.
- L’applicazione del dazio comporta un aumento dei prezzi dei beni oggetto delle importazioni o esportazioni.
Negli ultimi mesi, l’imposizione di nuovi dazi agli scambi internazionali, voluta essenzialmente dagli Stati Uniti, sta scatenando comprensibili preoccupazioni.
Le attuali barriere delle tariffe, conseguenza delle recenti tensioni fra i leader delle principali potenze economiche, stanno avendo non trascurabili ripercussioni nelle economie nazionali. I dazi impattano sull’approvvigionamento delle materie prime, che inevitabilmente comportano un aumento dei prezzi per i consumatori finali.
Con specifico riferimento alla situazione italiana, l’applicazione di nuovi dazi si traduce in un aumento dei prezzi su numerosi beni importati, riguardanti principalmente alcuni settori, come quello elettronico o automobilistico, di cui l’Italia è principalmente un Paese importatore.
Conseguenze negative per la nostra economia si riscontrano anche per le esportazioni di prodotti, per esempio, del settore agroalimentare, perché l’aumento dei prezzi causa una riduzione delle vendite nei mercati esteri. Ma cosa sono i dazi di preciso? E cosa sta succedendo nello scenario economico internazionale?
Cosa sono i dazi
Per comprendere cosa sta realmente accadendo negli ultimi mesi, è necessario interrogarsi brevemente su cosa siano i dazi doganali o diritti doganali e in che cosa si differenzino rispetto alle altre forme di imposizione fiscale, come le imposte, le tasse, ecc.
I dazi doganali sono prelievi di natura tributaria, applicabili alle operazioni doganali, ovvero operazioni di passaggio di merci dai confini, come le esportazioni e importazioni.
La movimentazione della merce in entrata o in uscita dal territorio di un determinato Stato verso un altro (non appartenente all’Unione europea), può comportare il sorgere di una obbligazione doganale, basata sulla c.d. tariffa doganale.
Ne consegue che per dazi doganali si intendono tributi indiretti che gravano sulle merci o su altri beni in caso di passaggio di una frontiera statale.
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Normativa UE e italiana in materia di dazi
I dazi sono risorse proprie dell’Unione riscosse dai singoli Stati membri. Ciò significa che i principali riferimenti normativi in materia doganale sono rappresentati da norme di matrice unionale e nazionale. Da un punto di vista europeo, la disciplina doganale è regolata dal Codice Doganale dell’Unione (CDU) – Reg. (UE) n. 952/2013, in vigore dal 1° maggio 2016.
A livello nazionale, invece, in attuazione della recente Legge Delega 9 agosto 2023, n. 111, il Governo ha emanato le Disposizioni Nazionali Complementari al Codice Doganale dell’Unione, introdotte dal Decreto Legislativo 26 settembre 2024, n. 141, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 232 del 3 ottobre 2024.
Il nuovo testo abroga e sostituisce il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia doganale (TULD), approvato con il D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43 e numerose altre leggi speciali, come il Regio Decreto n. 65/1896 e il Decreto Legislativo 8 novembre 1990, n. 374, riorganizzando quasi completamente il quadro di riferimento, al fine di adeguare la normativa nazionale a quella europea.
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Chi paga i dazi doganali
Il pagamento del dazio doganale avviene prima dello svincolo delle merci in dogana nel Paese di destinazione, ovvero prima del passaggio del bene o merce in dogana, generalmente da parte del proprietario (privato o persona giuridica).
In alcuni casi, il dazio doganale può essere versato anche dal mittente, se le parti convengono in tal senso. Di fatto, il mittente della merce riceve dal destinatario una fattura relativa ai diritti versati in dogana.
I dazi doganali sono versati in dogana e, nel nostro Paese, l’Autorità che riscuote i diritti doganali per conto dell’Unione europea è l’Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM).
Il pagamento del dazio consente alle merci provenienti dall’extra CEE di circolare liberamente all’interno del territorio dell’Unione Europea, pratica che, in gergo, si definisce “immissione in libera pratica“.
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Quali sono le principali tipologie di dazi
I dazi doganali, attualmente in vigore, possono raggrupparsi e differenziarsi in base al criterio di calcolo (Dazio ad valorem, dazi specifici e dazi misti) o in ragione della funzione assolta (Dazio anti-dumping, dazi compensativi) o, ancora, in base all’origine o alla fonte (dazio preferenziale o dazio autonomo).
In linea generale, nella maggiore parte dei Paesi si adotta una classificazione comune più ampia, cioè si distingue tra:
- dazi di importazione, applicati sulle merci che entrano nei confini dello Stato;
- dazi di esportazione, operativi sulle merci che escono dai confini dello Stato produttore;
- dazi di transito, i quali colpiscono le merci nel momento in cui esse attraversano il territorio dello Stato per raggiungere il luogo di destinazione ultimo;
- dazi protettivi, che mirano a proteggere alcuni prodotti nazionali dalla concorrenza straniera;
- dazi fiscali, istituiti per assicurare maggiori entrate statali.
Quali sono gli effetti dell’applicazione dei dazi
Come accennato, gli effetti dell’applicazione dei dazi sono molteplici, sia sui consumatori sia sulle imprese e, in generale, sulla economia di un Paese nei cui confronti sono applicate.
In linea generale, i dazi rappresentano strumenti di difesa per l’economia di un Paese, poiché mirano a proteggere il mercato nazionale, favorendo le imprese domestiche, a discapito di quelle straniere. I dazi rappresentano lo strumento più efficace di politiche con finalità protezioniste e di controllo del commercio globale.
La realizzazione di tali politiche protezioniste avviene mediante un aumento dei prezzi di beni e prodotti provenienti da imprese estere a favore delle imprese locali. Ciò causa un freno al libero scambio perché le merci e i beni esteri diventano in alcuni casi molto poco convenienti rispetto alle medesime merci prodotte da aziende domestiche.
L’aumento dei diritti doganali obbliga i produttori ad aumentare i prezzi dei propri beni. L’inevitabile conseguenza di tale politica si riverbera nei confronti del consumatore finale, a cui sono di fatto “scaricati” gli effetti negativi dell’applicazione dei dazi.
Oltre a comportare l’aumento dei prezzi e a penalizzare le imprese, il dazio è ormai diventato uno strumento per le c.d. guerre commerciali. Ciò in quanto, se un Paese impone dazi su prodotti stranieri, è ovvio che i partner commerciali rispondano con misure analoghe, proprio come sta accadendo oggi.
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Imposte e dazi doganali: quali sono le differenze
Sulla base di quanto emerso dalla precedente esposizione, le differenze fra imposte e dazi doganali sono evidenti. Nel nostro ordinamento le imposte, le tasse e i contributi rientrano nella generale categoria dei tributi e costituiscono prelievi forzosi statali, dovuti per il sostenimento della spesa pubblica (imposte) o quale controprestazione per la fruibilità di un servizio (tasse). I contributi, invece, sono obbligatori come le imposte, ma vengono utilizzati per finanziare specifici servizi pubblici o opere, simili alle tasse.
Ne consegue che la differenza principale tra imposte/tasse e dazi è che questi ultimi sono applicati sulle merci che entrano o escono da un Paese, mentre le imposte sono necessarie per il sostenimento della spesa pubblica e non riguardano la movimentazione delle merci.
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Dazi USA: quali sono le conseguenze sui mercati globali
Sin dai primissimi giorni dal suo insediamento, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha difeso una politica commerciale protezionista, attraverso l’imposizione di nuovi dazi. In un primo momento, la politica statunitense ha preannunciato nuove tariffe doganali su alcune categorie di merci importate dalla Cina, in particolare auto elettriche, batterie, acciaio e semiconduttori.
I negoziati fra gli USA e la Cina sono ancora in corso e questo ha comportato uno slittamento dell’applicazione di nuovi dazi. La Cina, sin dal principio, ha minacciato l’applicazione di contro-dazi, causando un netto crollo degli scambi fra i due Paesi.
Altre importanti misure sono state annunciate nei mesi scorsi verso Paesi come Canada e Messico, poi alla fine rinviate e in alcuni casi ritirate o ridotte rispetto ai proclami iniziali. Più dura la posizione del Governo statunitense nei confronti dell’India, ove sono stati raddoppiati i dazi iniziali (inizialmente al 39%).
Dazi sull’Unione Europea e l’Italia
Con riferimento all’Europa, sin dal principio, è stata minacciata l’applicazione di nuovi dazi su auto tedesche e prodotti agroalimentari italiani, come olio d’oliva e vino.
Pochi giorni fa – e precisamente lo scorso 27 luglio – è stato firmato l’accordo quadro tra il presidente Trump e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che prevede una tariffa base del 15% su tutti i prodotti. L’obiettivo sul quale i partner europei stanno lavorando è ottenere una esenzione totale dall’applicazione dei dazi per il settore vinicolo.
La situazione è ancora fortemente in bilico soprattutto per le economie di alcuni Paesi e si dovrà attendere qualche mese per avere un quadro un po’ più chiaro di quale sarà il prossimo futuro degli scambi internazionali.
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