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La parola TAR è l’acronimo di Tribunale amministrativo regionale al quale si si può rivolgere nel caso di ricorsi contro un atto della Pubblica Amministrazione, al fine di richiedere l’annullamento dell’atto, oppure il risarcimento del danno.
Il TAR prevede due gradi di giudizio: il secondo grado viene affidato al Consiglio di Stato. In Italia sono presenti 20 TAR, ognuno dei quali ha sede nel capoluogo di ciascuna Regione. Si può fare ricorso al TAR per motivi differenti, come per esempio per un concorso, per bocciatura, per ore di sostegno, e così via.
Ogni TAR si avvale della presenza di un Presidente e di 5 magistrati amministrativi. Solitamente si limita a un giudizio di legittimità, ma possono esserci alcuni casi nei quali entra anche nel merito. In questa guida saranno spiegate quali sono le regole da rispettare per fare ricorso al TAR.
Per fare ricorso al TAR si dovranno rispettare i seguenti requisiti:
In assenza di anche uno solo dei requisiti in elenco, il ricorso sarà considerato inammissibile da parte del TAR e sarà dunque rigettato.
Il ricorso al TAR deve essere depositato presso di Uffici della Segreteria del TAR e si deve poi attendere il giorno dell’udienza che sarà stabilito dal giudice. Le decisioni che saranno prese dal TAR, che è un tribunale di 1° grado, potranno essere appellate nel giudizio di 2° grado, rivolgendosi al Consiglio di Stato.
Il ricorso è costituito da due fasi, quella cautelare e quella di merito: ecco cosa succede di preciso nel corso dei due momenti dell’udienza.
Fase cautelare | Fase di merito |
Dopo che le parti hanno depositato il ricorso in tribunale, viene avviato un provvedimento cautelare chiamato “sospensiva”: in pratica il TAR congela gli effetti degli atti impugnati in modo temporaneo tramite un’ordinanza, che viene emanata il giorno successivo a quello in cui si svolge l’udienza cautelare. | Viene emanata una sentenza con la quale il TAR decide di accogliere o di rigettare il ricorso, in modo definitivo. Tale sentenza deve essere redatta entro 45 giorni dall’udienza di merito: ha validità immediata, ma può essere impugnata rivolgendosi al Consiglio di Stato. |
La legge prevede delle tempistiche ben precise entro le quali fare ricorso al TAR: quest’ultimo deve essere presentato entro 60 giorni di tempo dalla pubblicazione o dalla notifica dell’atto amministrativo.
Qualora l’atto che si ha intenzione di impugnare fosse un provvedimento riguardante gli appalti pubblici, il termine sarebbe ridotto e corrisponderebbe a 30 giorni di tempo. Il processo inizierà solo che che gli atti siano stati depositati presso la segreteria del TAR.
Nel caso in cui si volesse ottenere un risarcimento dei danni provocati dagli effetti di un atto amministrativo, si avranno a disposizione 120 giorni dal momento in cui si è venuti a conoscenza dell’atto.
La richiesta di risarcimento si può fare anche mentre è in corso il procedimento per annullare l’atto, ma si dovrà attendere la conclusione del processo.
Quali sono i costi previsti se si vuole fare ricorso al TAR e quali i contributi e le esenzioni da parte dello Stato? Il ricorso al TAR può avere un costo che si aggira in media tra i 3.500 e i 4.000 euro, ma si possono raggiungere anche i 6.000-8.00 euro in base alla parcella dell’avvocato.
Nel caso di ricorso collettivo, è possibile dividere le spese. I soggetti che hanno un reddito inferiore a 11.528,41 euro, infine, hanno la possibilità di accedere al gratuito patrocinio, quindi sarà lo Stato a sostenere le spese legali.
Si avrebbe infine la possibilità di fare ricorso al TAR gratis nell’ipotesi in cui si rientrasse nel gratuito patrocinio – che si può richiedere per cause amministrative, penali, civili o del lavoro.
Chi perde un ricorso al TAR dovrà pagare le spese legali e il risarcimento dei danni alla controparte.
È possibile fare ricorso al TAR senza avvocato tramite la modulistica dei mini URP, ovvero gli sportelli per il cittadino istituiti presso tutte le TAR e sede del Consiglio di Stato.
Il Consiglio di Stato rappresenta il secondo grado di giudizio, al quale rivolgersi per impugnare la sentenza emessa dal TAR.