Quali sono i delitti contro la Pubblica Amministrazione?
L'elenco dei delitti contro la Pubblica Amministrazione contenuti nel Codice Penale.
Cosa
sono i delitti contro la Pubblica Amministrazione
I delitti contro la Pubblica Amministrazione sono una particolare categoria di delitti presente nel Codice Penale italiano, alla base dei quali vigono i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità da parte dei funzionari pubblici e dell’intero apparato statale.
Si trovano nel titolo II del libro II del Codice Penale e si suddividono in due macrocategorie:
i reati propri ovvero quelli commessi da un pubblico ufficiale che opera all’interno della Pubblica Amministrazione;
i reati comuni, ovvero quelli commessi dal privato cittadino contro la Pubblica Amministrazione.
Di
seguito saranno elencati tutti i delitti contro la Pubblica
Amministrazione, all’interno della quale rientrano tutte le
amministrazioni statali, le istituzioni scolastiche, gli enti
territoriali, quale le Regioni, le Province e i Comuni, gli enti
pubblici, nazionali e locali, compresi quelli che compongono il
Servizio Sanitario Nazionale.
Delitti contro la Pubblica Amministrazione – Indice
Corruzione per l’esercizio della funzione – articolo 318;
Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio – articolo 319;
Corruzione in atti giudiziari – articolo 319-ter;
Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio – articolo 320;
Istigazione alla corruzione – articolo 322;
Peculato, concussione, corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri – articolo 322-bis;
Abuso d’ufficio – articolo 323;
Utilizzazione d’invenzioni o scoperte conosciute per ragioni di ufficio – articolo 325;
Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità – articolo 331;
Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio – articolo 326;
Rifiuto e omissione di atti d’ufficio – articolo 328;
Rifiuto o ritardo di obbedienza commesso da un militare o da un agente della forza pubblica – articolo 329;
Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall’autorità amministrativa – articolo 334;
Violazione colposa di doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall’autorità amministrativa – articolo 335.
I
delitti commessi da privati ai danni della Pubblica Amministrazione
Tra i reati comuni, invece, ovvero quelli che possono essere commessi da qualsiasi cittadino contro la Pubblica Amministrazione, ci sono:
Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale – articolo 336;
Resistenza a un pubblico ufficiale – articolo 337;
Violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario – articolo 338
Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità – articolo 340;
Oltraggio a pubblico ufficiale – articolo 341-bis;
Oltraggio a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario – articolo 342;
Oltraggio a un magistrato in udienza – articolo 343;
Offesa all’autorità mediante danneggiamento di affissioni – articolo 345;
Millantato credito – articolo 346;
Traffico di influenze illecite – articolo 346-bis;
Violazione di sigilli – articolo 349;
Violazione della pubblica custodia di cose – articolo 351;
Vendita di stampati dei quali è stato ordinato il sequestro – articolo 352;
Turbata libertà degli incanti – articolo 353;
Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente – articolo 353-bis;
Astensione dagli incanti – articolo 354;
Inadempimenti di contratti di pubbliche forniture – articolo 355;
Frode nelle pubbliche forniture – articolo 356;
Usurpazione di funzioni pubbliche – articolo 357;
Occultamento, custodia o alterazione di mezzi di trasporto – articolo 377-bis.
Il delitto di peculato
Il reato di peculato si verifica nel momento in cui il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio si appropria del denaro o di altra cosa mobile altrui, dei quali dispone in virtù del suo ufficio o servizio.
Un esempio di peculato consiste nell’utilizzo, per scopi personali, dell’auto o della carta di credito aziendale. Viene punito con la reclusione da 4 anni a 10 anni e 6 mesi. Il caso di peculato d’uso, che si verifica quando il funzionario pubblico si appropria di un bene per farne un uso momentaneo, viene punito con la reclusione dai 3 ai 6 anni.
La malversazione
La malversazione ai danni dello Stato avviene quando “Chiunque, estraneo alla pubblica amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere od allo svolgimento di attività di pubblico interesse, non li destina alle predette finalità”. I colpevoli sono puniti con la reclusione da 6 mesi a 4 anni.
La concussione
La concussione si verifica quando il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio abusa delle proprie qualità o poteri per costringere o indurre qualcuno a dare o promettere indebitamente denaro o altre utilità a lui o a un terzo soggetto.
La concussione è un reato proprio poiché può essere commesso soltanto da un funzionario della Pubblica Amministrazione: viene punito con la reclusione da 4 a 12 anni. Un esempio molto noto di concussione è la cosiddetta “mazzetta”.
Le
diverse tipologie di corruzione
Il
reato di corruzione può essere esercitato in modi differenti:
nell’articolo 318 del Codice Penale si parla di corruzione per l’esercizio della funzione, che si verifica quando un pubblico ufficiale riceve denaro o altra utilità abusando delle sue funzioni e dei suoi poteri. Viene punita con la reclusione da 1 a 6 anni, ma può anche prevedere la confisca dei beni oggetto del profitto indebito e la riparazione pecuniaria;
l’articolo 319 del Codice Penale disciplina invece il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio che si verifica quando il pubblico ufficiale per omettere o ritardare, o per aver omesso o ritardato, un atto del suo ufficio, o per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa. Questa forma di corruzione viene punita con la reclusione da 6 a 10 anni;
la corruzione in atti giudiziari, disciplinata dall’articolo 319-ter, avviene quando viene commesso un episodio di corruzione per favorire o danneggiare una parte durante un processo civile, penale o amministrativo. Viene punita con la reclusione da 6 a 12 anni. La pena aumenta fino a 20 anni nel caso in cui si verificasse la condanna ingiusta di qualcuno.
Un altro reato che ha a che fare con la corruzione è quello di istigazione alla corruzione, che si verifica quando si cerca di corrompere qualcuno, ma non ci si riesce: in questo caso specifico, la pena prevista per il reato di corruzione viene ridotta di un terzo.
L’abuso
d’ufficio
Questo reato viene commesso nel momento in cui un pubblico ufficiale o l’incarico di un pubblico servizio produce un danno o un vantaggio di tipo patrimoniale che è in contrasto con le norme di legge o di regolamento: un caso molto comune è quello in cui si affida un incarico lavorativo a un proprio familiare.
In questa evenienza è prevista la reclusione da 1 a 4 anni, ma ci possono essere delle maggiorazioni della pena nei casi più gravi.
Il rifiuto e omissione di atti d’ufficio
Si tratta di due delitti che trovano applicazione nell’articolo 328 del Codice Penale, nel quale si legge che “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni“.
“Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa”.
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