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Diritto alla disconnessione: come funziona in Italia

Con la diffusione dello smart working, oggi è possibile lavorare da ogni luogo e in qualsiasi momento. Ciò può rendere difficile conciliare il lavoro con la vita personale e per questo motivo si fa sempre più spesso riferimento al diritto alla disconnessione. In questa guida scopriamo di cosa si tratta.

diritto alla disconnessione
  • Non esiste ancora una specifica previsione normativa sul diritto alla disconnessione.
  • Le modalità della disconnessione sono ad oggi regolate dagli accordi individuali tra lavoratore e datore di lavoro.
  • La contrattazione collettiva nazionale e aziendale ha un ruolo centrale nel determinare le modalità della disconnessione.

L’ormai inarrestabile digitalizzazione del mondo del lavoro ha reso la prestazione lavorativa eseguibile in ogni luogo e tempo, e sono moltissimi i lavoratori che, attualmente, possono svolgere la propria prestazione lavorativa interamente mediante l’utilizzo di sistemi informatici e digitali, quali personal computer e smartphone, nei più svariati settori. 

Il lavoro a distanza, del resto, comporta certamente dei vantaggi per tutti gli attori in gioco: per i lavoratori che, evitando gli spostamenti casa/lavoro e che possono meglio conciliare esigenze di vita e di impiego, e per le imprese che possono risparmiare sui costi di grandi spazi produttivi e altresì beneficiare di una maggiore produttività da parte dei lavoratori più soddisfatti.

Tuttavia, la nuova logica del “sempre connesso”, sembrerebbe:

  • aver ingenerato nei datori di lavoro la convinzione di poter sollecitare in qualsiasi momento il prestatore di lavoro;
  • comportato per i lavoratori una difficoltà nel distinguere i momenti di lavoro da quelli dedicati alla vita privata e, conseguentemente, un considerevole aumento dei livelli stress.

Per questo motivo, si parla sempre più spesso di diritto alla disconnessione, un diritto non ancora esplicitamente riconosciuto dalla legge italiana, ma sempre più presente nella contrattazione collettiva, oltre che oggetto di un apposito disegno di legge attualmente all’esame del Senato.

Cos’è il diritto alla disconnessione?

Per diritto alla disconnessione si intende il diritto per il lavoratore di non essere costantemente reperibile, ossia la libertà di non rispondere alle comunicazioni di lavoro durante i periodi di riposo dall’attività lavorativa, senza che egli possa subire alcuna conseguenza negativa.

Come si è detto, non esiste ancora una specifica previsione normativa che regoli il diritto alla disconnessione; tuttavia, è possibile desumere la sua esistenza già dalle previsioni di cui alla Legge n. 81 del 2017, che disciplina il lavoro agile, il cd. smart working.

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Diritto alla disconnessione: normativa

Come è noto, la Legge n. 81 del 2017 prevede che l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile dev’essere stabilita mediante un accordo tra le parti.

Ebbene, l’art. 19 della Legge n. 81 del 2017 prevede che l’accordo di smart working individua altresì i tempi di riposo del lavoratore nonché le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.

Nonostante ciò, pur avendo il legislatore introdotto il concetto di disconnessione, non vi è stata ad oggi una regolamentazione minima che preveda anche il contenuto effettivo delle misure di disconnessione, interamente delegate all’accordo individuale. Inoltre, nel testo legislativo non c’è l’esplicita qualificazione della disconnessione come un diritto.

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Diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche

Un primo riconoscimento, per il solo lavoro agile nel pubblico impiego, c’era stato durante l’emergenza Covid-19, tramite l’espresso riconoscimento per la prima volta di un «diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche».

Ad ogni modo, è il caso di ricordare che il diritto alla disconnessione è compreso e già tutelato, in via generale, dalle norme ampie sui diritti personali, come quelle a non subire danni ingiusti (art. 2043 c.c.) e alla riservatezza.

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Il Disegno di Legge S. 1290

Al fine di introdurre espressamente il diritto alla disconnessione nel nostro ordinamento, il 6 novembre 2024 è stato presentato in Senato il disegno di legge n. 1290 sul diritto alla disconnessione nei rapporti di lavoro.

Con il DDL S. 1290 si vuol riconoscere espressamente un divieto di inviare comunicazioni al di fuori dell’orario di lavoro, con il corrispondente diritto di “non rispondere”, che sono diritti già coperti dalle norme generali e dalla contrattazione collettiva, in particolare per il lavoro agile.

Si vuole estendere il diritto formalmente a tutti, privati e pubblici, non solo per coloro che lavorano in modalità agile, ma anche ai lavoratori autonomi.

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Il diritto alla disconnessione nella contrattazione collettiva

La genericità delle disposizioni legali in Italia fa sì che molto spesso la disconnessione rimanga nella pratica inattuata. Inoltre, dato che la legge lascia alla libertà delle parti la regolazione delle modalità di disconnessione, possono essere favorite le esigenze dell’impresa piuttosto che quelle del lavoratore.

Per questo motivo, sarebbe auspicabile un maggior intervento della contrattazione collettiva. In particolare, la contrattazione aziendale potrebbe essere la via percorribile per l’individuazione di misure idonee a garantire la disconnessione.

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Alcuni esempi di contrattazione aziendale che disciplina il diritto alla disconnessione sono:

  • Vodafone – Procedura per il lavoro in Smart working del 3 maggio 2016. L’art. 3.3 prevede che il dipendente è tenuto al rispetto dell’orario di lavoro contrattualmente previsto per il proprio inquadramento e nella sede di appartenenza (…), durante il quale dovrà essere disponibile, tramite telefono cellulare e posta elettronica;
  • Barilla – Accordo siglato il 2 marzo 2015. L’accordo prevede che durante lo svolgimento dello Smart working, nell’ambito del normale orario di lavoro, la persona dovrà rendersi disponibile e contattabile tramite gli strumenti aziendali;
  • UniCredit – Accordo siglato nel 2018, in cui si prevede che le apparecchiature aziendali dovranno essere utilizzate nel rispetto dell’orario di lavoro, evitando abusi dei canali digitali e raccomandando l’uso responsabile delle email, nel rispetto di orario di lavoro e tempi di riposo.

Se vuoi saperne di più sul diritto alla disconnessione rivolgiti a un avvocato esperto in diritto del lavoro.

Diritto alla disconnessione – Domande frequenti

Il diritto alla disconnessione è espressamente previsto per legge?

Non ancora. L’art. 19 della L. 81 del 2017 prevede che l’accordo individuale di smart working individui i tempi di riposo del lavoratore nonché le misure per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro, ma non prevede in modo esplicito il diritto alla disconnessione.

Come posso sapere come è disciplinato il diritto alla disconnessione per quanto riguarda il mio rapporto di lavoro?

In merito al proprio diritto alla disconnessione, oggi è necessario verificare le previsioni dell’accordo individuale di lavoro agile stipulato col datore di lavoro e verificare altresì quanto previsto dalla contrattazione collettiva aziendale e nazionale.

Ci sarà un riconoscimento esplicito della disconnessione come diritto in Italia?

Probabilmente sì, è l’obiettivo del DDL S. 1290.

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Avv. Rossella Russo
Esperta di diritto del lavoro e della previdenza sociale
L’Avv. Rossella Russo ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II nel dicembre 2018 ed è iscritta all’albo degli Avvocati del Foro di Santa Maria Capua Vetere dal 2022. Nel 2023, ha frequentato il Master di II livello in diritto del lavoro presso l’Università degli Studi di Roma – La Sapienza. Si dedica principalmente al diritto del lavoro e della previdenza sociale e ha collaborato con studi legali operanti nel settore in ambito nazionale ed internazionale. Si occupa inoltre di diritto civile, con riferimento in particolare alla contrattualistica, risarcimento danni e tutela dei consumatori.
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