Cosa succede se denuncio lavoro in nero?
Come fare una segnalazione anonima per lavoro in nero? Ecco come denunciare un datore di lavoro per regolarizzare la propria posizione lavorativa e ottenere un eventuale risarcimento.
- Il lavoro in nero o lavoro sommerso si riferisce a un’attività lavorativa non regolare.
- Ci sono 4 diverse modalità per denunciare questa condizione.
- Facendolo, il lavoratore sarebbe risarcito per i contributi non versati ed eventuali compensi non ricevuti, mentre il datore di lavoro sarebbe sanzionato.
Secondo l’ultimo rapporto Istat sull’economica non osservata, in Italia, nel 2022, c’erano 3 milioni di lavoratori in nero. Si tratta di un dato allarmante, se si considera che rappresenta il 12,5% in più degli occupati regolari. Un totale che vale ben 200 miliardi di euro e che potrebbe anche essere aumentato, dato che non si riferisce a quello che è accaduto nell’ultimo biennio.
Lavorare in nero significa perdere i diritti che hanno i lavoratori (almeno quelli dipendenti). Le ferie, i permessi retribuiti, la malattia, in primis. Ma ci sono anche conseguenze sul piano fiscale, dato che per queste persone non si versano i contributi, con ripercussioni che si riflettono non solo sull’evasione, ma anche sull’importo della pensione futura.
In queste righe, analizzeremo una questione spinosa, ovvero la possibilità di denunciare il lavoro in nero. Si può fare una segnalazione anonima? Quali sono i rischi per il lavoratore e per il datore di lavoro? Vengono applicate delle sanzioni? Facciamo il punto.
Denunciare lavoro in nero: perché farlo
La denuncia del lavoro in nero, o lavoro sommerso, comporterebbe innanzitutto diversi vantaggi per il lavoratore: la sua posizione lavorativa potrebbe, infatti, essere regolarizzata, con tutti i benefici che ne derivano.
Il lavoratore potrebbe:
- ricevere il pagamento delle differenze retributive, sulla base dei parametri fissati dal CCNL di riferimento, che comprendono anche straordinari, ferie, tredicesima e/o quattordicesima;
- essere tutelato da un eventuale licenziamento ingiusto, smettendo così di trovarsi in una condizione di vita precaria, dove si potrebbe perdere il lavoro in un battito di ciglia;
- mettersi in regola con il pagamento dei contributi, requisito fondamentale per il raggiungimento dei presupposti pensionistici.
Spesso il lavoro in nero non viene denunciato per paura di subire ripercussioni (non a caso, molti si chiedono se la segnalazione possa essere fatta in anonimo), oppure perché non si ha la più pallida idea di quali siano le procedure alle quali si può fare ricorso, delle quali ci occuperemo nei prossimi paragrafi.
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Come e dove denunciare lavoro in nero
Come faccio a dimostrare che ho lavorato in nero? Chi chiamare per denunciare un lavoro in nero, per esempio quello di una badante che lavora in casa in modo irregolare? Quanto tempo si ha a disposizione? Posso farlo in anonimo?
Ci sono 4 diverse modalità che ti permettono di denunciare questa situazione, cioè:
- presentare una segnalazione alla Guardia di finanza;
- inviare una comunicazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro;
- fare ricorso in Tribunale;
- servirti del supporto dei sindacati.
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1. Segnalare lavoro nero alla Finanza
La segnalazione alla Guardia di Finanza può essere presentata, ma non in forma anonima, tramite il modulo presente sul sito ufficiale, che deve essere stampato, compilato e consegnato presso qualsiasi reparto della GdF, anche da soggetti terzi.
Le segnalazioni per illeciti di natura economico-finanziaria non possono essere inviate via mail, ma è eventualmente possibile chiamare il numero di pubblica utilità 117, che è attivo 24 ore su 24.
2. Come si fa una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro?
La denuncia/segnalazione all’Ispettorato Territoriale del Lavoro consiste in una richiesta di conciliazione monocratica, che può essere fatta in autonomia dal lavoratore, anche senza avvocato. Cosa significa? In pratica, l’Ispettorato convoca le parti coinvolte, al fine di raggiungere un accordo.
Al datore di lavoro vengono dati 120 giorni per regolarizzare la posizione del lavoratore, versando i contributi previdenziali previsti e pagando le relative sanzioni. In mancanza di accordo conciliativo, andrebbe comunque incontro a sanzioni.
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3. Ricorso in Tribunale
Il ricorso in Tribunale per denunciare un lavoro in nero prevede la presenza di un avvocato. In merito alle tempistiche, si hanno a propria disposizione 5 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Si dovrà essere in grado di dimostrare di avere svolto un’attività lavorativa in modo irregolare: per farlo, ci si potrà servire di prove quali registrazioni, messaggi di chat o email, oltre che della presenza di testimoni.
4. Sindacati
Se, invece, vuoi rivolgerti a un sindacato, viene solitamente il pagamento di una quota associativa che consente di intraprendere una procedura di intermediazione con il datore di lavoro (che non sempre ha esito positivo, anche perché non ha valore legale).
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Denuncia lavoro nero: cosa succede al lavoratore
Nonostante il lavoratore sia la cosiddetta parte debole del rapporto di lavoro, con il Jobs Act sono state previste anche delle sanzioni nei suoi confronti. Queste si applicano nell’ipotesi in cui il lavoratore, pur svolgendo delle attività non dichiarate, abbia percepito l’indennità di disoccupazione.
Avrebbe in questo caso commesso un’indebita percezione di erogazioni pubbliche (art. 316 ter cp), reato per il quale è prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni, oppure da 6 mesi a 4 anni se il fatto offende gli interessi finanziari dell’Unione europea.
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Cosa rischia il datore di lavoro
Per il datore di lavoro, invece, sono previste delle maxi sanzioni, il cui importo è direttamente proporzionale alla durata della violazione commessa, come riportato nella tabella che segue.
Importo per lavoratore | Durata violazione |
da 1.950 a 11.700 euro | 30 giorni di impiego |
da 3.900 a 23.400 euro | da 31 a 60 giorni |
da 7.800 a 46.800 euro | più di 2 mesi |
Le sanzioni subiscono inoltre un incremento del 20% nel caso di lavoratore straniero extracomunitario senza permesso di soggiorno che è stato impiegato in nero. In questa evenienza, si rischiano anche conseguenze penali, ovvero la reclusione fino a 3 anni e un ulteriore multa pari a 5.000 euro.
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Lavoro in nero: risarcimento
In caso di ricorso in Tribunale, il datore di lavoro sarà condannato a pagare le differenze retributive e i contributi, mentre se il lavoratore è stato licenziato ingiustamente, avrà il diritto di richiedere un risarcimento per licenziamento illegittimo.
Alla luce di quanto detto, qualora avessi necessità di inviare una segnalazione o presentare ricorso in Tribunale per lavoro in nero, ti suggeriamo di scrivere a un avvocato esperto in cause di lavoro, che potrà fornirti assistenza legale personalizzata e aiutarti ad avere giustizia.
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