In Italia si può girare con il volto coperto?
Circolare a volto coperto può portare a conseguenze penali nel nostro Paese, anche se le intenzioni non sono criminali? Vediamo cosa dice la normativa in vigore.
- La legge vieta di circolare con il volto coperto in luoghi pubblici o aperti al pubblico se ciò rende difficoltosa l’identificazione della persona.
- L’uso di caschi, maschere o indumenti travisanti è punito con l’arresto da uno a due anni, con pene che aumentano se il fatto avviene durante manifestazioni.
- Il divieto viene meno solo in presenza di un giustificato motivo, come la pratica sportiva o l’uso del casco per motociclisti.
Il divieto di circolare con il volto coperto risponde all’esigenza primaria dello Stato di garantire l’identificazione certa di ogni individuo per ragioni di ordine pubblico. La legge permette eccezioni solo per il “giustificato motivo”, che deve essere oggettivo e provabile (come il casco per chi guida la moto o il passamontagna per chi scia in alta quota). Ma qual è la normativa di riferimento e cosa si può rischiare?
La legge vieta il volto coperto?
Si può andare in giro con il volto coperto? La normativa italiana si fonda su due pilastri principali che sanzionano chiunque renda difficoltoso il riconoscimento del proprio aspetto senza una valida ragione.
La prima norma di riferimento è l’articolo 85 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), risalente al 1931, che vieta categoricamente di comparire mascherati in luogo pubblico, prevedendo sanzioni pecuniarie per i trasgressori e per chi rifiuta di togliersi la maschera su invito delle autorità. Si prevede la sanzione amministrativa da 10 a 103 euro.
A questa si affianca la legge n. 152/1975, che all’articolo 5 introduce il divieto di utilizzare caschi protettivi o qualunque altro mezzo atto a nascondere il viso in luoghi pubblici.
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Coprire il volto è reato?
Camminare a volto coperto in Italia non è un reato, ma un illecito, punibile con l’arresto e l’ammenda (non con la reclusione, dunque). L’illecito si configura quando il travisamento avviene in un luogo pubblico (come una strada) o aperto al pubblico (come un ospedale o un cinema).
La legge n. 152/1975distingue due scenari principali:
- uso ordinario senza giustificato motivo: comporta l’arresto da uno a due anni e un’ammenda da 1.000 euro a 2.000 euro;
- in occasione di manifestazioni: la pena aumenta considerevolmente, prevedendo l’arresto da due a tre anni e l’ammenda da 2.000 euro a 6.000 euro.
In questi casi, la Polizia può procedere all’arresto in flagranza di reato.
Caschi e travisamento durante manifestazioni e sport
La giurisprudenza è rigorosa nell’applicare queste norme, specialmente durante eventi collettivi dove il rischio di disordini è elevato. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26476/2020, ha confermato la condanna per alcuni manifestanti che avevano indossato caschi protettivi durante un corteo politico.
Nonostante la difesa sostenesse finalità protettive, i giudici hanno ribadito che indossare simili strumenti in un contesto di protesta configura il reato di travisamento, poiché l’obiettivo reale è impedire il riconoscimento da parte delle Forze dell’ordine.
Un altro caso emblematico riguarda la sentenza n. 14371/2020, relativa a una manifestazione sportiva. La Cassazione ha stabilito che coprirsi il viso con il cappuccio della felpa e una sciarpa poco prima di lanciare fumogeni o petardi integra pienamente la condotta illecita. In questo scenario, non rileva che il soggetto sia già noto alle autorità: l’atto di coprirsi è finalizzato a nascondere l’identità dell’autore del gesto illecito.
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Sicurezza e libertà religiosa: il caso del burqa negli ospedali
Uno dei temi più dibattuti riguarda l’uso di veli integrali come il burqa o il niqab in luoghi sensibili, come gli ospedali. La giurisprudenza ha dovuto bilanciare il diritto alla libertà religiosa con le esigenze di sicurezza nazionale. In particolare
La Corte di Appello di Milano (sentenza 28 ottobre 2019) ha stabilito che non è discriminatoria la delibera regionale che vieta l’accesso agli ospedali a chi indossa il velo integrale. La Corte ha ritenuto ragionevole lo svantaggio imposto alle donne che indossano il velo per motivi religiosi, in quanto limitato a luoghi specifici e giustificato da ragioni di pubblica sicurezza e ordine pubblico, particolarmente evidenti in contesti di allarme sociale per attentati.
Cosa devo fare se indosso il velo e la polizia mi ferma
Le forze dell’ordine potrebbero fermarti per un’identificazione. In una simile ipotesi, non temere: non stai commettendo nessun reato. Tuttavia, è obbligatorio scoprire il volto immediatamente su richiesta degli agenti. Una tua opposizione, potrebbe infatti risultare sospetta.
Ricorda anche che all’ingresso di banche, uffici pubblici o ospedali, è buona norma rimuovere caschi o veli che impediscano la visione dei tratti somatici per rispettare i protocolli di sicurezza.
In contesti a rischio, invece, come una manifestazione, dovresti evitare l’uso di sciarpe alzate o cappucci calati poiché, anche in assenza di reati violenti, il solo travisamento può far scattare la denuncia.
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