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Denuncia e querela: che differenza c’è?

È più grave una denuncia o una querela? Quali sono i motivi per denunciare una persona e cosa succede dopo? Quali sono le conseguenze della querela? Analizziamo le differenze tra i due termini, cosa cambia dal punto di vista pratico e cosa si intende, invece, per esposto.

denuncia querela che differenza c'è
  • La differenza esistente fra una denuncia e una querela dipende sostanzialmente dalla presenza nel diritto penale italiano di due diverse tipologie di reati: quelli perseguibili d’ufficio e quelli a querela di parte.
  • I primi costituiscono i reati di maggiore gravità e sono quelli per i quali non è necessario l’intervento della vittima di una lesione per agire contro chi l’ha provocata.
  • I reati a querela di parte, invece, rappresentano tutti gli illeciti contro i quali è possibile avviare un’azione giudiziaria solo nel momento in cui la vittima sporge querela.

Sapere quali siano le differenze fra una denuncia e una querela può sembrare banale. In realtà, è estremamente importante, soprattutto nel caso in cui ci si dovesse ritrovare a conoscenza di un reato commesso da qualcuno o, nei casi peggiori, nella parte della vittima.

In questa guida, sarà presentata anche:

  • la differenza fra denuncia, querela ed esposto;
  • la differenza fra una denuncia e una diffida, termini con i quali spesso si tende a fare confusione.

Cosa si intende per denuncia

La denuncia è l’atto con il quale si comunica l’esistenza di un reato perseguibile d’ufficio a un’autorità giudiziaria, quindi al Procuratore della Repubblica, ai Carabinieri, alla Polizia di Stato o alla Guardia di Finanza.

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Quando si fa una denuncia

La denuncia non deve essere presentata necessariamente dalla vittima che ha subito un reato, ma da qualunque persona che sia stata testimone o sia venuta a conoscenza di un illecito.

La denuncia da parte dei privati cittadini è obbligatoria soltanto nei casi in cui:

  • siano state ricevute cose provenienti da un altro delitto, come per esempio dell’oro che è stato rubato;
  • sia stato subito il furto di armi o di esplosivi;
  • si sia venuti a conoscenza di un delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione.

Come si fa una denuncia

La denuncia può essere presentata sia in forma orale, sia in forma scritta (anche online, per esempio tramite la piattaforma ioDenuncio).

Nel caso in cui la si presentasse per iscritto, dovrà:

  1. essere sottoscritta da chi l’ha presentata;
  2. contenere l’esposizione dei fatti ai quali si è assistito o dei quali si è venuti a conoscenza;
  3. indicare le generalità del reato che si sta denunciando;
  4. specificare la presenza di eventuali testimoni, con le relative generalità, o di prove.

Nel caso in cui non fossi a conoscenza dell’autore del reato che hai subito o che ha subito un’altra persona, potresti comunque presentare una denuncia contro ignoti.

Termini e conseguenze di una denuncia

La denuncia non prevede limiti di tempo: può essere dunque presentata in qualsiasi momento dopo che si è stati testimoni o si è venuti a conoscenza di un reato. Per quanto riguarda le conseguenza della denuncia, il primo passaggio è rappresentato dal fatto che la Polizia Giudiziaria farà partire le indagini al fine di accertare quanto è stato denunciato.

La persona che ha presentato la denuncia, potrebbe anche essere chiamata a testimoniare. Nel caso in cui coincidesse con la vittima del reato, avrà la possibilità di costituirsi parte civile nel processo penale al fine di ottenere la restituzione o il risarcimento del danno.

Querela: cos’è

A differenza della denuncia che può essere presentata da qualsiasi soggetto, la querela è un atto con il quale la persona che ha subito una lesione manifesta alle Autorità Giudiziarie la volontà che l’autore del reato sia perseguito penalmente, al fine di dimostrare in sede giudiziaria la sua colpevolezza.

Nella querela dunque:

  • non viene unicamente comunicata la notizia di reato;
  • viene fatta espressa richiesta affinché si agisca contro chi ha commesso il reato;
  • deve essere presentata direttamente dalla persona offesa, oppure dai suoi eredi legittimi in caso di morte o di incapacità.

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La vittima di un reato non sempre corrisponde con il danneggiato, ovvero con la persona che a causa del reato ha subito un danno economico: quest’ultimo non ha diritto di querela, ma potrà soltanto denunciare un eventuale reato perseguibile d’ufficio. Questa distinzione è importante ma, è bene ribadirlo, nella maggior parte dei casi la persona offesa coincide con quella che è stata danneggiata.

La querela rappresenta la condizione necessaria affinché possano essere procedibili tutti quei reati che non fanno parte della categoria dei reati perseguibili d’ufficio, per i quali il procedimento penale segue il suo naturale corso anche in assenza di querela da parte della vittima.

Termini e conseguenze di una querela

Mentre la denuncia può essere presentata in qualsiasi momento, la querela prevede un termine ben preciso, che corrisponde a tre mesi di tempo dal momento in cui si viene a conoscenza del reato.

In merito alle conseguenze, invece, la querela prevede l’apertura di un procedimento penale al quale seguiranno alcune indagini che avranno lo scopo di accertare i fatti oggetto della querela stessa.

Anche in questo caso, il querelante potrebbe essere sentito dall’Autorità Giudiziaria in qualità di testimone dei fatti. A proposito della procedura con la quale si deposita una querela, è bene essere a conoscenza del fatto che:

  1. la querela può essere presentata anche senza la presenza di un avvocato;
  2. nel caso in cui la vittima abbia intenzione di costituirsi parte civile nel processo penale, allora dovrà essere assistita obbligatoriamente da un legale;
  3. la querela può essere ritirata.

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Ritirare una querela: come funziona

La possibilità di ritirare la querela rappresenta un’altra differenza esistente fra querela e denuncia, la quale, essendo un atto irrevocabile, non potrà essere ritirata.

Ci sono due strumenti con i quali praticare il ritiro della querela:

  • la remissione, che è irrevocabile e non soggetta a termini o condizioni, consiste nel manifestare la volontà di non voler più perseguire penalmente il reo. Non si può utilizzare nel caso in cui la condanna sia già avvenuta oppure nel caso dei reati che violano le libertà sessuali;
  • la rinuncia, che consiste nel rinunciare al proprio diritto di querela attraverso la manifestazione della volontà di non procedere penalmente contro chi ha commesso il reato. Anche la rinuncia della querela è irrevocabile e ha effetti diretti su ogni soggetto che abbia a che fare con il reato.

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Esposto: differenza con denuncia e querela

L’esposto si differenzia sia dalla denuncia sia dalla querela in quanto non è disciplinato dal Codice Penale, ma è contenuto nel Libro Unico di Pubblica Sicurezza. Nella pratica consiste nell’esposizione alle autorità di pubblica sicurezza di fatti che non costituiscono un reato, ma si trovano al limite della legalità.

La finalità dell’esposto è più prevendita che non punitiva: si tratta di un fatto che potrebbe degenerare in reato, ma potrebbe anche non subire alcuna evoluzione. L’esposto ha come conseguenza un procedimento amministrativo nel quale l’autorità di pubblica sicurezza tenterà una conciliazione e procederà con la redazione di un verbale.

L’esposto non comunica una notizia di reato, ma rappresenta un tentativo bonario di risolvere una questione. In genere lo si presenta nel momento in cui si ha il dubbio che una determinata situazione possa trasformarsi in un illecito.

Nel caso in cui contenga fatti penalmente rilevanti e che siano procedibili d’ufficio, l’esposto crea l’obbligo da parte dell’autorità di pubblica sicurezza di dover informare l’autorità giudiziaria.

Differenza fra denuncia e diffida

Denuncia e diffida sono due concetti abbastanza diversi: nonostante ciò, spesso si tende a confonderli e a utilizzarli in modo improprio. In particolare, la diffida rappresenta l’atto attraverso il quale si invia a qualcuno un avviso formale di compiere o non compiere una determinata azione.

Rappresenta, in altri termini, una intimidazione ad adempiere contenente un avvertimento nei confronti del ricevente: quest’ultimo viene informato del fatto che si potrebbe procedere con l’adire le vie legali o con una denuncia nel caso in cui non smettesse di praticare determinate azioni o in quello in cui praticasse azioni illegittime.

La diffida è disciplinata dall’articolo 1454 del Codice Civile nel quale si legge che: “Alla parte inadempiente l’altra può intimare per iscritto di adempiere in un congruo termine, con dichiarazione che, decorso inutilmente detto termine, il contratto s’intende senz’altro risoluto. Il termine non può essere inferiore a 15 giorni, salvo diversa pattuizione delle parti o salvo che, per la natura del contratto o secondo gli usi, risulti congruo un termine minore. Decorso il termine senza che il contratto sia stato adempiuto, questo è risoluto di diritto”.

Potresti essere interessato a conoscere i costi di una lettera di diffida scritta dall’avvocato.

Differenza tra denuncia, querela e referto

Un altro termine da non confondere e utilizzare in modo appropriato è, poi, referto: questa parola indica l’atto formale con cui un professionista sanitario dà notizia, all’Autorità Giudiziaria, di una reato procedibile d’ufficio commesso dalla persona che sta assistendo.

Denuncia e querela – Domande frequenti

Quali sono i reati perseguibili d’ufficio?

I reati perseguibili d’ufficio sono quelli per i quali non è necessaria la volontà della vittima che ha subito una lesione per poterla denunciare.

Quando denunciare una persona?

Sebbene la denuncia sia un atto non obbligatorio da parte dei cittadini privati, può essere effettuata da chiunque venga a conoscenza di un reato o ne sia testimone.

Quali sono le conseguenze di una querela?

La querela è un atto attraverso il quale la vittima di un reato manifesta la sua volontà affinché venga avviato un processo penale contro l’autore della lesione.

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Maria Saia
Esperta di diritti delle donne
Ha respirato per più di 20 anni la stessa aria di Falcone e Borsellino e ne condivide, ancora oggi, il sogno utopico di un mondo senza mafie e ingiustizie. Non a caso, “È la giustizia, non la carità, che manca nel mondo” è una delle sue citazioni preferite. Su deQuo, scrive di bonus e agevolazioni statali e di diritti della persona - in particolare, di diritti delle donne.
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