Esposizione del crocifisso in aula: cosa dice la legge
In Italia, è ammessa l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, ma è obbligatoria? Tra giurisprudenza e interventi ultimi del legislatore, facciamo il punto della situazione sulla questione.
- L’esposizione del crocifisso in aula è un tema da tempo dibattuto, che tuttavia non sembra trovare una definitiva soluzione.
- La legge non impone né vieta di esporre il crocifisso o altri simboli religiosi: ciononostante sono molteplici gli interventi giurisprudenziali sul punto.
- La posizione della giurisprudenza, ad oggi, sembra univoca, sebbene sono da segnalare degli interventi e proposte del legislatore di senso contrario.
Quando eravamo ragazzini, vedere esposto il crocifisso in aula, durante le ore di lezione, era la normalità. Oggi non è più così: sono molti anni, infatti, che questa pratica è caduta in disuso. Per quale ragione? Sul punto si individuano degli orientamenti di senso contrario, soprattutto in ambito europeo.
La giurisprudenza interna ha un approccio più disteso sulla questione, non imponendo né un obbligo di esposizione né un divieto, ma rimettendo alla valutazione del dirigente scolastico la scelta di esporre o meno il simbolo sacro.
Nel seguente articolo, cercheremo di ripercorrere brevemente il dibattito, fino a giungere ai giorni nostri e alle recenti novità in tema.
Esposizione del crocifisso in aula: sì o no?
Il dibattito sull’esposizione del crocifisso in aula ha visto negli anni alternarsi opinioni sempre in contrapposizione. Quando è nato il dibattito? Sebbene nell’ultimo ventennio se ne sia parlato molto, in realtà, la questione ha origine molto antiche.
Le origini della questione sono da rintracciare nel lontano 1924, quando fu introdotta la disciplina che prevedeva le norme sull’arredo delle aule scolastiche e di altri ambienti pubblici, norme ancora in vigore in quanto non abrogate. Da questo momento in poi si è iniziato a discutere sulla possibilità o meno di esporre il crocifisso nelle aule scolastiche.
I detrattori hanno sempre evidenziato che l’esposizione nelle aule scolastiche contrasti con il principio di laicità professato dallo Stato italiano. Nell’Italia di oggi non solo contrasta l’assunta laicità, ma anche la circostanza per cui le classi italiane, molto più che alcuni anni fa, accolgono studenti di varie religioni.
Solo alcune settimane fa, per esempio, in occasione dell’inizio del periodo del Ramadan, ha fatto scalpore la scelta di un dirigente scolastico di chiudere l’istituto. Le ragioni erano evidenti, le aule scolastiche erano vuote, giacché gli studenti di religione islamica erano assenti per assicurare il rispetto del loro culto.
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Crocifisso nelle scuole: normativa
La questione è stata da tempo esaminata dalla giurisprudenza, ma ripercorriamo brevemente le varie tappe. Come dicevamo, tutto inizia con il Decreto Reggio del 1924, sul riordino delle regole sugli arredi delle aule scolastiche. Il dubbio, tuttavia, è sorto in conseguenza di una legge ancora antecedente, del 1859, che aveva evidenziato l’importanza della religione cattolica nelle scuole del Regno di Sardegna.
I due regi decreti del 1924 e del 1928 hanno disposto che nelle scuole elementari e medie venissero esposti il ritratto del re d’Italia, oggi sostituito con il ritratto del Presidente della Repubblica, e il crocifisso. Non si prevede chiaramente questo onere per le scuole materne, superiori e universitarie. Le due disposizioni non sono mai stata abrogate, sono, dunque, in vigore e in linea di principio applicabili.
Per quanto riguarda la giurisprudenza, sul punto, si sono riscontrate non poche problematiche, giacché i tribunali civili si sono spesso detti non competenti a giudicare in materia. I provvedimenti interni alla scuola sono infatti di competenza del Tar e del Consiglio di Stato. Quest’ultimo si è pronunciato sull’esposizione dei crocifissi in aula con un parere del 1988 e del 2006, dando un mostrandosi favorevole.
Non è stata dello stesso avviso la Corte europea dei diritti dell’uomo, nel 2009, stabilendo che l’esposizione nelle aule è una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e del diritto degli alunni alla libertà di religione. In base a questa conclusione, l’Italia è stata condannata a risarcire 5 mila euro per i danni morali. Tale conclusione è stata poi ribadita anche dalla Grande Camera nel 2011.
Anche la Cassazione si è, infine, pronunciata sul dibattito. Nel 2021, ha stabilito che l’esposizione del crocifisso non è obbligatoria, ma non può intendersi come discriminatoria. Essa non è imposta, però deve essere decisa in autonomia dalla scuola, con un dialogo che coinvolga le famiglie, in modo tale da poter esporre la propria posizione.
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Chi può imporre o vietare il crocifisso?
Come dicevamo nel precedente paragrafo, l’esposizione del crocifisso a scuola è legittima, sebbene non possa essere imposto; in ogni caso, non è sanzionabile la mancata affissione.
Chi decide sull’esposizione? La decisione spetta alla dirigenza scolastica, con un proprio provvedimento. Il dirigente comunque non può procedere a vietare il crocifisso nelle aule. Un’eventuale circolare che lo imponga non appare ammissibile. Ha sostenuto la Cassazione in merito che non sia conforme al modello e al metodo di una comunità scolastica dialogante, che ricerca una soluzione condivisa nel rispetto delle rispettive sensibilità.
La decisione non può essere imposta neanche dal singolo docente, che può proporre l’esposizione del crocifisso, ma non stabilirne l’uso o vietarlo, nemmeno se la regola sia limitata alla sue ore di lezione. Ha evidenziato infatti la Cassazione che egli non ha un potere di veto o di interdizione assoluta rispetto all’uso del crocifisso.
Le Sezioni Unite hanno rilevato che vada ricercata da parte della scuola una soluzione che tenga conto del suo punto di vista e che rispetti la sua libertà negativa di religione.
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Crocifisso nelle scuole: nuove proposte di legge
Il tema dell’esposizione del crocifisso è, però, molto delicato e anche negli ultimi tempi è stato sottoposto a rinnovata attenzione. Trattandosi di una questione che coinvolge l’educazione dei bambini, potrebbe essere introdotto un nuovo provvedimento sul punto.
Nel settembre 2023 è stata avanzata una nuova proposta di legge da parte della Lega: l’atto prevede che l’esposizione del crocifisso sia obbligatoria in tutti i luoghi pubblici e non solo nelle scuole. Anche uffici, ospedale, aeroporti o stazioni dovrebbero contemplare nel proprio arredamento il simbolo sacro.
La proposta di legge prevede anche sanzioni in caso di inosservanza, ovvero un’ammenda da 500 a 1.000 euro a carico di chi rimuove in odio l’emblema della Croce o del Crocifisso dal pubblico ufficio, nel quale sia esposto o lo vilipende.
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Sono ammessi altri simboli religiosi nelle aule?
Ci siamo fin ora occupati della sola esposizione del crocifisso. Possiamo però chiederci, in una società multietnica come la nostra, è ammissibile esporre altri simboli sacri in aula?
Sul punto, la pronuncia della Cassazione del 2021 contiene una espressa previsione. Si legge che non solo si ammette l’esposizione del crocifisso, ma anche di altro simbolo religioso, laddove rispecchi quelle che sono le posizioni e gli orientamenti della platea scolastica.
La Suprema Corte ammette, infatti, la possibilità di accompagnarlo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe, ma ricercando un ragionevole accomodamento tra posizioni difformi.
Nelle classi multietniche, nei prossimi anni, potrebbe quindi non essere inusuale vedere esposti nelle aule i simboli delle diverse fedi e confessioni religiose.
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Esposizione del crocifisso in aula – Domande frequenti
La legge non vieta l’esposizione del crocifisso in aula, anzi espressamente contempla la possibilità di esporre il simbolo.
La giurisprudenza non vieta né impone l’esposizione del crocifisso in aula, rimette al dirigente scolastico, sentite le parti coinvolte, di decidere se esporlo o meno.
L’ultimo disegno di legge presentato dalla Lega, ma non entrato in vigore. introduce l’obbligo di esposizione del crocifisso in aula.
È possibile esporre in aula qualsiasi simbolo religioso, che sia della religione cattolica o di altra religione.
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