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Licenziamento concordato: come funziona, cosa comporta, disoccupazione NASpI

Che cos'è il licenziamento concordato? Quali sono i vantaggi che ne può trarre il lavoratore? Nel seguente articolo, esamineremo nel dettaglio come funziona la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

licenziamento concordato
  • Il licenziamento concordato è una forma di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
  • La risoluzione consensuale è una modalità alternativa di conclusione del rapporto, che presuppone l’accordo delle parti.
  • Le parti della risoluzione sono il datore di lavoro e il lavoratore, che può anche farsi assistere.

Attualmente, esistono molte forme di risoluzione del rapporto lavorativo, non solo il licenziamento e le dimissioni. Molto spesso, i datori di lavoro preferiscono ricorrere alla cosiddetta risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, anche nota come licenziamento concordato.

Di cosa si tratta? In sostanza, esso è una forma di mutuo consenso con cui le parti sciolgono il negozio giuridico, consistente nel contratto di lavoro. Per giungere a questo esito, tuttavia, le parti dovranno procedere a reciproche concessioni, in modo tale che ciascuna ne tragga un significativo beneficio.

Nel seguente articolo, ti diremo in cosa consiste il licenziamento concordato, ci soffermeremo sulle trattative che precedono la conclusione dell’accordo e sul contenuto di quest’ultimo.

Che cos’è il licenziamento concordato?

L’espressione licenziamento concordato serve a identificare una figura ibrida tra il licenziamento e le dimissioni. La risoluzione consensuale consente di giungere ad una risoluzione amichevole del conflitto sorto tra datore di lavoro e lavoratore, stabilendo le condizioni per la conclusione del rapporto lavorativo.

Tale figura, sebbene non sia espressamente prevista dal codice civile, è desumibile dal dispositivo di cui all’art. 1375 c.c., il quale afferma che:

Il contratto ha forza di legge tra le parti. Non può essere sciolto che per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge.

Il licenziamento concordato è una forma di mutuo consenso, il quale viene in evidenza laddove vi sia l’esigenza di riorganizzare l’azienda, andando a ridurre il personale, ma senza adottare l’istituto del licenziamento individuale. La risoluzione consensuale, tuttavia, presuppone anche che vi sia una reciproca convenienza all’interruzione del rapporto. Questa ricorre quando la prosecuzione non risulta soddisfacente per entrambe le parti.

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A questo punto, il datore di lavoro e il lavoratore si accordano al fine di procedere alla risoluzione consensuale. Tale atto è immediatamente efficace e non comporta l’applicazione delle tutele previste in caso di licenziamento o dimissioni (es. obbligo di preavviso, accesso alla NASpI).

Il datore di lavoro può offrire una somma di denaro come “prezzo” dell’accordo. Si rammenta che, ove siano pattuite rinunce reciproche, sarà necessario procedere alla stipulazione dell’accordo in sede protetta.

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Accordo di negoziazione: in cosa consiste?

Uno dei momenti fondamentali del licenziamento concordato è l’accordo, al quale si giunge solo all’esito di una trattazione tra datore di lavoro e lavoratore. Questa fase si appresta ad essere molto delicata: per questa ragione. se sei un lavoratore, ti consigliamo di farti assistere dai rappresentanti sindacali.

Questi ultimi partecipano al fine di tutelare la tua posizione e i tuoi interessi, in modo tale che il datore di lavoro non si approfitti della tua posizione di sostanziale debolezza. La negoziazione è finalizzata a concludere l’accordo scritto, che consentirà di disciplinare la fase di conclusione del rapporto.

Una volta redatto l’accordo, dovrà anche essere sottoscritto da entrambe le parti. Si tratta, da un punto di vista giuridico, di una scrittura privata, la quale produce come effetto l’estinzione del rapporto di lavoro.

L’accordo deve contenere specifici elementi, oltre alla firma delle parti, quali:

  1. la data di decorrenza;
  2. l’incentivo all’esodo.

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1) Licenziamento concordato e data di decorrenza

Il licenziamento concordato si realizza, quindi, mediante accordo: ciò presuppone che sia necessario stipulare un negozio che produrrà effetti da una certa data.

La data di decorrenza è fondamentale, perché segna il momento in cui il rapporto si è, di fatto, concluso. La decorrenza degli effetti può essere:

  • ricondotta alla data di sottoscrizione dell’accordo;
  • differita a un momento successivo.

In questo secondo caso, dovrà essere indicato dalle parti il momento in cui esso diventerà efficace.

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2) Incentivo all’esodo

Il lavoratore deve essere indotto al licenziamento concordato: ciò significa che egli debba avere uno specifico tornaconto nel concludere il rapporto con questa modalità. In genere, il datore di lavoro decide di corrispondere al lavoratore una somma di denaro aggiuntiva, che viene erogata come “prezzo” del consenso del lavoratore alla risoluzione consensuale del rapporto.

Si tratta di una sorta di indennità, che va ad aggiungersi a quanto già dovuto al lavoratore in base alle norme di legge in conseguenza della cessazione del rapporto. Questa indennità viene anche denominata incentivo all’esodo ed è erogata proprio in quanto il datore di lavoro non ritiene più proficuo proseguire il rapporto.

Il quantum dell’indennità è variabile e dipende dalle circostanza del caso concreto. In ogni caso, la somma deve essere tale da allettare il lavoratore. Può avere una duplice forma:

  1. essere una cifra erogata una tantum, cioè in un un’unica soluzione;
  2. essere erogato periodicamente, per esempio mensilmente per un certo periodo di tempo, fino a concorrenza della somma predeterminata dall’accordo.

Dal punto di vista fiscale, questa indennità sarà soggetta a tassazione separata, con applicazione dell’aliquota che viene generalmente prevista per il trattamento di fine rapporto.

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quali gli elementi dell'accordo risolutivo del rapporto di lavoro

Licenziamento concordato: altri elementi dell’accordo

L’accordo per il licenziamento concordato deve riportare anche altri elementi, quali:

  • il preavviso: in genere il negozio riporta anche il termine di preavviso, in modo tale che il lavoratore sappia quanto tempo ancora egli è tenuto a prestare la propria attività lavorativa;
  • ferie: l’accordo può anche disciplinare la questione delle ferie non ancora sfruttate, prevedendo la liquidazione monetaria;
  • clausole di riservatezza: le parti potrebbero anche prevedere o modificare le clausole di riservatezza e di non divulgazione. Queste, in genere, sono già previste dal contratto di lavoro, a suo tempo firmato.

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Licenziamento concordato – Domande frequenti

Che cos’è il licenziamento concordato?

Il licenziamento concordato è una forma ibrida di risoluzione del rapporto di lavoro, che si pone a metà strada tra il licenziamento e le dimissioni.

Cosa presuppone il licenziamento concordato?

Il licenziamento concordato è un contratto di mutuo consenso con cui le parti si accordano per sciogliere il rapporto di lavoro.

La risoluzione consensuale dà diritto alla NASpI?

No, la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non prevede che il lavoratore possa ricevere la disoccupazione NASpI.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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