Vai al contenuto

Riposi per allattamento: cosa sono e come funzionano

In cosa consistono i riposi per allattamento INPS, da quando possono essere richiesti e come si presenta la relativa domanda.

riposi allattamento inps
  • I riposi per allattamenti INPS sono riservati ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti. 
  • Possono essere richiesti nel primo anno di vita del bambino
  • Viene in pratica prevista un’indennità, sia per la madre, sia per il padre (che non possono fruirne in contemporanea), che corrisponde alla retribuzione. 

La nascita di un figlio porta con sé una serie di stravolgimenti nella vita del padre e della madre, che rendono necessario riuscire a conciliare la vita prima del suo ingresso in famiglia – in particolare gli aspetti lavorativi – con quello che succede durante la gravidanza e dopo il parto. 

Così, a fianco di congedi di maternità, paternità e parentale, che, pur con le modifiche che li hanno caratterizzati negli ultimi anni, appaiono oggi in parte lacunosi, troviamo anche l’indennità per riposo giornaliera INPS, ovvero il cosiddetto “riposo per allattamento”. Analizziamone il funzionamento.

Come funzionano i riposi per allattamento

L’indennità per riposi giornalieri INPS – vale a dire i riposi per allattamento – è un beneficio in vigore per le lavoratrici e ai lavoratori dipendenti (anche ex IPSEMA), quindi spetta sia alla madre, sia al padre. 

Questo contributo serve a coprire:

  • i permessi orari che vengono riconosciuti per occuparsi del bambino;
  • durante il suo primo anno di vita (o il primo anno dal suo ingresso in famiglia, nell’ipotesi di azione o affidamento). 

Sono noti come riposi per allattamento perché vengono fruiti dalla madre durante il periodo di allattamento, ma anche dal padre, nel rispetto di alcuni requisiti che approfondiremo di seguito. 

Ti consigliamo di leggere anche Congedo di maternità, di paternità e parentale: le differenze

domanda riposi allattamento
Consulenza Legale Online

Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato

  • +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
  • Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
  • Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere

Richiedi una Consulenza

Riposi per allattamento madre e padre: da quando decorrono?

Il riposo per allattamento INPS prevede un’indennità che corrisponde alla retribuzione. In termini di decorrenza, il diritto spetta fino al giorno del primo compleanno, ovvero del primo anno di ingresso del minore in famiglia nel caso di adozioni e affidamenti. 

Più nello specifico, il/la richiedente può usufruire di:

  • 2 ore al giorno di riposo, qualora il suo orario di lavoro sia almeno pari a 6 ore;
  • un’ora, se l’orario lavorativo non supera le 6 ore

I riposi sono, invece, raddoppiati nel caso di parto gemellare, plurimo oppure di adozione/affidamento di almeno due minori, anche se sono arrivati in famiglia in momenti diversi. 

Qualora il datore di lavoro abbia messo a disposizione un asilo nido o un’altra struttura simile sul posto di lavoro o nelle sue vicinanze, i riposi si riducono invece della metà. Diventano, quindi, di un’ora se l’orario giornaliero di lavoro è pari o superiore a 6 ore, e di 30 minuti per i lavori part-time, con orario inferiore a 6 ore. 

Approfondisci leggendo Congedo di paternità in Italia: come funziona, chi paga, quanto dura

Quanti permessi di allattamento spettano ai padri?

I permessi di allattamento possono essere richiesti sia dal padre, sia dalla madre che hanno un rapporto di lavoro in corso, a condizione ovviamente che il minore sia vivente. 

Ci sono, però, alcune regole da rispettare:

  • il padre può richiedere il riposto in alternativa alla madre che abbia rinunciato in modo esplicito, oppure perché non è una lavoratrice dipendente, quindi non ne può usufruire;
  • non lo può invece richiedere se la madre si trova in astensione obbligatoria o facoltativa, o non utilizza i riposi in quanto assente dal lavoro per sospensione da aspettative, permessi non retribuiti o pause lavorative per part-time verticale.

L’eccezione si applica in caso di parto plurimo, quando i riposi sono raddoppiati, quindi le ore in più vengono riconosciuta al padre anche durante il congedo di maternità, oppure durante il congedo parentale della madre. 

LEGGI ANCHE Come funziona il congedo parentale

riposi per allattamento

Domanda riposi per allattamento: come funziona

Come richiedere le 2 ore di allattamento? La richiesta deve essere presentata prima dell’inizio del periodo di riposo. A seconda dei casi, lavoratrici e lavoratori possono essere pagati con:

  1. il conguaglio CA2G – la competenza territoriale per la gestione delle pratiche dipende in questo caso dalla residenza dell’assicurato;
  2. senza conguaglio CA2G – in questa casistica, invece, la competenza territoriale è determinata dalla circolare INPS 23 ottobre 2015 n. 173.

La domanda per accedere all’indennità si deve presentare al datore di lavoro, tranne che per chi ha diritto al pagamento diretto da parte dell’INPS, che deve fare richiesta all’istituto. 

Si tratta per esempio delle lavoratrici agricole, dello spettacolo con contratto a termine o saltuarie e quelle che ricevono il pagamento diretto di cassa integrazione, anche in deroga. 

Chi, invece, deve presentare domanda sia al datore di lavoro, sia all’INPS, può farlo online sul sito dell’ente, chiamando il Contact Center, al numero 803 164 (gratuito da rete fissa), oppure allo 06 164 164 da rete mobile, oppure tramite patronati. 

Ti potrebbe interessare anche Come richiedere il bonus mamma lavoratrice?

Riposi per allattamento – Domande frequenti

Si possono richiedere i permessi di allattamento e le ferie nello stesso giorno?

No, di base non è possibile godere dei permessi giornalieri per allattamento nello stesso giorno in cui si è in ferie, a meno che il proprio contratto non preveda le ferie a ore. 

Le ore di allattamento sono cumulabili nella settimana? 

La regola stabilisce che sia possibile usufruire di un massimo di 2 ore al giorno di riposi per allattamento, nel caso di orario lavorativo pari o superiore a 6 ore. 

Quanto dura l’allattamento INPS?

I riposi per allattamento spettano fino al compimento del primo anno del figlio/della figlia. 

Quante ore di allattamento spettano per un part-time?

Per un contratto di lavoro che prevede meno di 6 ore lavorative giornaliere, è prevista una sola ora di riposo di allattamento

Consulenza Legale Online

Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato

  • +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
  • Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
  • Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere

Richiedi una Consulenza

Argomenti
Immagine profilo autore
Gregorio Gentile
Consulente del lavoro
Appassionato di scrittura per il web e di diritti dei lavoratori, collabora con la redazione di deQuo per alimentare il suo desiderio di giustizia nel mondo.
Cerca
Effettua una ricerca all'interno del nostro blog, tra centinaia di articoli, guide e notizie
Ti serve il parere di un Avvocato sull'argomento?
Prova subito il nostro servizio di consulenza online. Più di 3000 avvocati pronti a rispondere alle tue richieste. Invia la tua richiesta.
Richiedi Consulenza

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale per ricevere informazioni e notizie dal mondo legal.

Decorazione
Hai altre domande sull'argomento?
Se hai qualche dubbio da risolvere, chiedi una consulenza online a uno dei nostri Avvocati
Richiedi Consulenza

Altro su Diritto del Lavoro

Approfondimenti, novità e guide su Diritto del Lavoro

Leggi tutti
donna incinta contratto a termine
14 Novembre 2025
Non esiste un obbligo di rinnovo di un contratto di lavoro a termine in capo al datore di lavoro, anche se la donna lavoratrice è incinta. La lavoratrice non può non essere confermata esclusivamente a causa della gravidanza. Se il mancato rinnovo del contratto è dovuto alla gravidanza della donna…
cassa integrazione guadagni
11 Novembre 2025
La cassa integrazione è uno strumento prezioso con il quale, in caso di crisi aziendale, si protegge il lavoratore. In caso di difficoltà, si garantisce la continuità aziendale permettendo al lavoratore di ricevere un’indennità. Può essere ordinaria o straordinaria. La cassa integrazione guadagni (CIG) è uno degli strumenti principali di…
fare causa al datore di lavoro
24 Ottobre 2025
Nel caso in cui il datore di lavoro non abbia rispettato i diritti del dipendente, dopo aver tentato la conciliazione è possibile avviare una causa davanti al Giudice del lavoro. Tra le ragioni che possono giustificare un contenzioso in materia si menziona un licenziamento illegittimo, il mancato pagamento dello stipendio,…
pensione anticipata per malattia
22 Ottobre 2025
Anche i soggetti che soffrono di malattie croniche, per le quali non esiste una cura, possono andare in pensione in anticipo. Rispetto alla pensione di vecchiaia, per esempio, le donne possono accedere al pensionamento anticipato 11 anni prima, mentre gli uomini 6. Per richiedere la pensione anticipata per malattia la…
pensione anticipata lavoratori notturni
21 Ottobre 2025
Tra i lavori usuranti ci sono anche quelli che vengono svolti di notte.  I lavoratori notturni possono andare in pensione in anticipo proprio perché svolgono un lavoro usurante.  La domanda per accedervi deve essere presentata all’INPS. I lavoratori notturni rappresentano una specifica categoria di lavoratori che svolgono attività faticose e…
pensione anticipata lavoratori precoci
17 Ottobre 2025
I soggetti che hanno lavorato prima dei 19 anni di età prendono il nome di lavoratori precoci.  Chi rientra in questa categoria può andare in pensione in anticipo in possesso di alcuni requisiti.  In particolare, i lavoratori precoci che, entro il 31 dicembre 2026, raggiungono i 41 anni di contribuzione,…