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Congedo parentale INPS 2025: come funziona, requisiti, durata, novità

Cos’è il congedo parentale, come funziona e quali sono le novità introdotte nel 2025, come viene retribuito e qual è la procedura che permette di richiederlo.

congedo parentale
  • Il congedo parentale consiste in un periodo retribuito in cui i genitori possono astenersi dallo svolgimento della propria attività lavorativa, per occuparsi dei figli.
  • Non spetta soltanto alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti, ma anche alle/gli autonome/i iscritti alla gestione separata INPS.
  • È possibile farne richiesta entro i primi 12 anni di vita della prole.

Il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro, facoltativo, al quale i genitori possono accedere per prendersi cura dei propri figli durante i loro primi 12 anni di vita.

Può essere richiesto da:

  • lavoratrici e lavoratori dipendenti;
  • lavoratrici e lavoratori iscritti dalla gestione separata INPS.

Per il lavoro dipendente, non spetta ai genitori:

  1. disoccupati o sospesi;
  2. lavoratori domestici;
  3. lavoratori a domicilio.

In questa guida parleremo di quali sono le caratteristiche del congedo parentale, come funziona la retribuzione e le ultime novità introdotte nel 2025.

Congedo parentale dipendenti: quanti mesi

Il congedo parentale spetta ai genitori naturali, ma anche ai genitori adottivi o affidatari, entro i primi 12 anni di vita del bambino, oppure entro i primi 12 anni dall’ingresso del minore in famiglia (nei casi di adozione e affido), a prescindere dall’età del/la bambino/a.

Qual è la durata massima del congedo parentale? Il congedo parentale spetta per un periodo che non deve superare complessivamente, per i due genitori, i 10 mesi. Sale a 11 mesi nel caso in cui il padre si astenga dal lavoro per almeno 3 mesi, che possono essere continuativi o frazionati. I due genitori possono usufruire del congedo parentale anche nello stesso momento.

Quanti giorni di congedo parentale fino ai 12 anni? In pratica, il congedo parentale può essere richiesto da:

  • la madre lavoratrice dipendente per un periodo continuativo o frazionato di massimo 6 mesi;
  • il padre lavoratore dipendente per un periodo continuativo o frazionato di massimo 6 mesi, che possono diventare 7 in caso di astensione dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato di almeno tre mesi;
  • il padre lavoratore dipendente, anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre (dal giorno successivo al parto) e anche se la stessa non lavora;
  • il genitore solo (padre o madre) per un periodo continuativo o frazionato di massimo 11 mesi. Ai sensi di quanto previsto dall’art. 32 comma 1, lettera c), del d.lgs. 151/2001, il genitore solo è la persona alla quale è stata affidata la prole in modo esclusivo. Questa regola non si applica, invece, ai genitori “single”.

Il diritto all’astensione dal lavoro cessa nel momento stesso in cui si verifica un’interruzione del lavoro. 

Leggi anche Che differenza c’è tra maternità obbligatoria e facoltativa

congedo parentale INPS
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Congedo parentale a ore

Si può usufruire del congedo parentale anche a ore. Il compito di stabilire le modalità di fruizione e il calcolo della base oraria spetta, comunque, alla contrattazione collettiva alla quale fa capo il lavoratore. 

In assenza di contrattazione collettiva, i lavoratori possono fruire del congedo parentale su base oraria per metà dell’orario medio giornaliero del periodo di paga quadrisettimanale o mensile immediatamente precedente quello di inizio del congedo parentale;

Nei fatti, una giornata di congedo parentale a ore si raggiunge se il monte ore del congedo parentale orario corrisponde alla durata della giornata lavorativa. Di conseguenza, nel caso di mezza giornata di congedo, ne servono due per raggiungere un’intera giornata di congedo parentale.

Ti consigliamo di leggere anche Quando si può chiedere il congedo di paternità

Congedo parentale: retribuzione

I lavoratori dipendenti che richiedono il congedo parentale riceveranno un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente l’inizio del periodo di congedo, entro i primi 12 anni di età del bambino (o dal suo ingresso in famiglia) e per un periodo massimo complessivo di 9 mesi.

Di questi 9 mesi, spettano:

  1. alla madre, un periodo di 3 mesi, non trasferibili, entro il 12° anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento;
  2. al padre, un periodo di 3 tre mesi, non trasferibili, fino al 12° anno di vita del bambino o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento;
  3. entrambi i genitori, un ulteriore periodo della durata complessiva di 3 mesi;
  4. al genitore solo, 9 mesi.

È inoltre prevista un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, per i periodi di congedo ulteriori rispetto ai 9 mesi, quindi quelli previsti per il genitore solo, unicamente se il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione.

È stata poi introdotta, dalla legge di bilancio 2023, un’indennità della durata di un mese pari all’80% della retribuzione, fruibile da parte di entrambi di genitori, in modalità ripartita, oppure da uno solo di essi, entro il 6° anno di vita del bambino, o di ingresso in famiglia, e non oltre il raggiungimento della maggiore età.

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congedo parentale come funziona

Congedo parentale INPS: novità 2025

Nel 2022 erano state introdotte alcune novità sul congedo parentale legate alla direttiva UE 1158 del 2019, la quale mira a rafforzare il legame tra vita lavorativa e vita familiare, quindi l’importanza di potersi prendere cura dei propri figli o di prestare assistenza a un membro della famiglia nel ruolo di caregiver.

Al contempo, si è cercato di promuovere la parità di genere anche ambito domestico, quindi in relazione alla crescita dei figli. Ne è prova la modifica alla durata del congedo di paternità (il congedo parentale del padre), pari a 10 giorni lavorativi, che il padre lavoratore può prendere nel periodo compreso tra i 2 mesi precedenti e i 5 mesi successivi al parto.

Per quanto riguarda le novità previste, nel 2024 era stato aumentato dal 30% al 60% della retribuzione l’importo del congedo parentale per un mese ulteriore, del quale beneficiare entro il 6° anno di vita del figlio, oppure entro sei anni dall’ingresso in famiglia nel caso di adozione o affidamento.

La legge di bilancio 2025 ha:

  • portato dal 60% all’80% l’importo dell’indennità dell’ulteriore mese di congedo;
  • disposto che l’indennità di congedo parentale per un ulteriore mese passi dal 30% all’80%.

In sintesi, dunque, ai sensi della circolare INPS n. 95 del 26 maggio 2025, i mesi di congedo indennizzati all’80% sono diventati 3. Possono usufruire di questi cambiamenti i genitori lavoratori dipendenti che hanno terminato il mese di maternità o paternità obbligatorio al 31 dicembre 2023 e al 31 dicembre 2024.

Congedo parentale e gestione separata INPS

Il congedo parentale per le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla gestione separata INPS che:

  1. non siano titolari di pensione o iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
  2. siano in regola con il versamento della contribuzione maggiorata.

L’indennità può essere richiesto entro i primi 12 anni di vita del bambino: ogni genitore ha diritto a 3 mesi di congedo indennizzato, che non sono trasferibili all’altro. In alternativa tra loro, i genitori hanno poi diritto a ulteriori 3 mesi, per un totale massimo complessivo di 9 mesi (nell’ipotesi di parto plurimo, k 9 mesi sono da intendersi per ogni figlio).

La retribuzione è pari al 30% di 1/365 del reddito derivante da attività di lavoro a progetto o assimilata, percepito negli stessi 12 mesi presi a riferimento per l’accertamento del requisito contributivo.

Richiesta congedo parentale lavoratori autonomi

La domanda può essere inviata:

  • dalle lavoratrici e i lavoratori iscritti alla Gestione Separata come lavoratori a progetto e categorie assimilate;
  • dagli iscritti alla Gestione Separata in qualità di professionisti, di cui all’articolo 2, comma 26, legge 8 agosto 335/1995, e non siano titolari di pensione o iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
  • qualora sussista un rapporto di lavoro ancora in corso di validità nel periodo in cui si colloca il congedo parentale;
  • qualora sia presente il requisito di almeno 1 mese di contribuzione effettivamente versata con aliquota maggiorata nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di congedo parentale indennizzabile, oppure – nel solo caso di fruizione di periodi di congedo parentale entro il primo anno di vita o dall’ingresso in famiglia del minore – si possano far valere almeno 1 mese di contribuzione effettivamente versata con aliquota maggiorata, nei 12 mesi presi a riferimento ai fini dell’erogazione;
  • in caso di effettiva astensione dall’attività lavorativa.

Nel caso della gestione separata, il diritto al congedo parentale del padre è autonomo rispetto a quello della madre: i genitori non possono comunque superare un periodo complessivo di 9 mesi. Le modalità di presentazione della domanda sono le stesse previste per lavoratrici e lavoratori dipendenti. 

Per approfondire, leggi anche Congedo parentale per iscritti alla Gestione Separata INPS: come funziona?

INPS congedo parentale

Congedo parentale: come richiederlo

La domanda per ottenere il congedo parentale deve essere inviata all’INPS prima dell’inizio effettivo del congedo. L’indennizzo:

  • è anticipato dal datore di lavoro nel caso di lavoratrici e lavoratori dipendenti;
  • viene erogato direttamente dall’INPS nel caso di operai agricoli a tempo determinato, lavoratori stagionali a termine e lavoratori dello spettacolo a tempo determinato, lavoratrici e i lavoratori iscritti alla Gestione Separata e autonome/i.

La domanda può essere inviata:

  1. tramite il sito dell’INPS, accedendo alla voce acquisizione domanda nella quale è disponibile l’apposito modulo da compilare per inoltrare la richiesta;
  2. tramite il Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure lo 06 164 164 da rete mobile; 
  3. rivolgendosi agli enti di patronato e agli intermediari dell’Istituto.

LEGGI ANCHE Errori INPS: cosa fare e come richiedere il risarcimento

Per non commettere errori, ti invitiamo a consultare la guida dell’INPS sulla presentazione della domanda di congedo parentale.

Congedo parentale – Domande frequenti

Come viene retribuito il congedo parentale?

Il congedo parentale ordinario è pari al 30% della retribuzione media giornaliera, nel caso di lavoratore dipendente, ma si possono ricevere fino a 3 mesi con retribuzione all’80%.

Quando il datore di lavoro può rifiutare congedo parentale?

Il datore di lavoro non può rifiutare il congedo parentale obbligatorio, altrimenti scattano della sanzioni.

Quando il padre può usufruire del congedo parentale?

Il padre può usufruire del congedo parentale per un periodo continuativo o frazionato di sei mesi e fino a un massimo di 7 mesi.

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Gregorio Gentile
Consulente del lavoro
Appassionato di scrittura per il web e di diritti dei lavoratori, collabora con la redazione di deQuo per alimentare il suo desiderio di giustizia nel mondo.
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