Banconote false: come riconoscerle e cosa fare se le trovi
Ti è mai capitato di avere il sospetto di avere tra le mani dei soldi falsi? Ecco cosa bisogna fare in caso di banconote sospette di falsità e cosa si rischia nel caso in cui vengano utilizzate in buona fede.
In base a quanto riportato dalla Banca Centrale Europea, nel 2023 sono state ritirate 467.000 banconote false in euro. Il 70% delle falsificazioni è stata fatta sui tagli da 20 e da 50 euro. La possibilità di ritrovarsi tra le mani un esemplare di banconota falsa resta comunque bassa, in particolare se si rapporta il loro numero al totale di biglietti che ci sono in circolazione.
Come si può vedere nel grafico in basso, il numero di banconote false è comunque diminuito notevolmente se si prendono in considerazione gli ultimi 20 anni. In Italia sono state ritirate dalla Banca d’Italia 104.669 banconote false – anche in questo caso, l’80% dei tagli ritirati era da 20 e 50 euro.
L’andamento delle falsificazioni viene tenuto sotto controllo dalla Banca d’Italia, le altre Banche Centrali Nazionali dell’Eurosistema (BCN) e dalla Banca Centrale Europea (BCE), in contatto con le Forze dell’Ordine. Ma come si può riuscire a riconoscere una banconota falsa? E come viene punita la falsificazione in Italia?
Banconote false: i dati
Abbiamo detto che la Banca d’Italia, con la collaborazione delle Banche Centrali Nazionali dell’Eurosistema e della Banca Centrale europea, ha un ruolo fondamentale nel contrasto alla falsificazione delle banconote
La Banca d’Italia si occupa anche della formazione delle Forze di Polizia, degli operatori della Pubblica Amministrazione e dei gestori professionali del contante in materia di riconoscimento delle banconote falsificate.
Anno | € 5 | € 10 | € 20 | € 50 | € 100 | € 200 | € 500 | Totale |
Media quinquennio 2015-2019 | 1.350 | 4.752 | 53.723 | 54.155 | 19.023 | 823 | 252 | 134.078 |
2020 | 782 | 2.734 | 25.629 | 23.976 | 11.718 | 302 | 88 | 65.229 |
2021 | 787 | 3.767 | 13.934 | 21.059 | 9.029 | 1.900 | 87 | 50.563 |
2022 | 856 | 4.507 | 11.873 | 34.215 | 9.817 | 185 | 184 | 61.637 |
2023 | 1.061 | 5.751 | 43.198 | 41.335 | 12.874 | 237 | 213 | 104.669 |
Come si può notare nella tabella in alto, le banconote più falsificate nel nostro Paese nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019 sono state quelle da 20 e 50 euro. Si è assistito comunque nel tempo a una riduzione del numero totale di tagli falsi, in particolare nel 2020 e nel 2021 (in concomitanza al pandemia da covid-19).
Oltre al ritiro delle banconote false, si assiste anche a una continua azione di sostituzione delle banconote logore che ci sono in circolazione. Questa operazione permette al contempo di verificare la presenza di banconote false.
Al fine di rafforzare la lotta alla contraffazione di banconote, è stato anche introdotto:
- un sistema informatico di raccolta e monitoraggio dei dati sulla falsificazioni, il Counterfeit Monitoring System – CMS (Sistema di Monitoraggio delle Contraffazioni);
- uno schema organizzativo che vede diverse istituzioni che operano in ogni Paese membro.
In particolare, operano presso la Banca d’Italia:
- il National Analysis Center (NAC), che si occupa di analizzare le banconote sospette di falsità;
- il National Central Bank Counterfeit Center (NCC, presente presso tutte le BCN), la cui funzione è quella di coordinare gli “attori” del sistema, attribuire i diritti di accesso al CMS da parte di terzi e definire la portata degli accessi.
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Cosa fare se si hanno banconote sospette di falsità
Potrebbe capitare a tutti di trovarsi un giorno tra le mani una banconota falsificata. Cosa bisogna fare in questi casi? Prima di tutto, non spenderla. Se lo si facesse, infatti, si starebbe commettendo un reato.
Ci si dovrebbe recare presso uno sportello di una banca commerciale, oppure un ufficio postale o una delle filiali della Banca d’Italia. Se si ritiene che la banconota possa essere effettivamente falsa, la stessa sarà ritirata e inviata all’Amministrazione Centrale della Banca d’Italia, che si trova a Roma.
La trasmissione delle banconote deve essere accompagnata dal verbale di ritiro che dovrà contenere gli elementi indicati nella tabella che segue.
Dati identificativi del verbalizzante | Dati identificativi delle banconote ritirate | Modalità del ritiro | Dati identificativi dell’esibitore |
1) Data di verbalizzazione (gg/mm/aaaa/) 2) Ente verbalizzante – denominazione – indirizzo – numero civico – comune- codice di avviamento postale – provincia – numero di telefono 3) Codice ABI se disponibile 4) Codice CAB se disponibile 5) Altro eventuale codice identificativo 6) Data di individuazione della banconota sospetta di falsità (gg/mm/aaaa) | 1) Taglio 2) Serie (la lettera “A” identifica la prima serie emessa nel 2002, le successive saranno indicate con le lettere “B”, “C”, ecc.) 3) Prima combinazione alfanumerica 4) Seconda combinazione alfanumerica, solo se diversa dalla prima 5) Plate number 6) Numero di banconote dello stesso taglio e serie, recanti la stessa combinazione alfanumerica (o le stesse combinazioni alfanumeriche, cfr. punti 3 e 4) e lo stesso plate number | 1) Ritiro avvenuto in presenza dell’esibitore (ad esempio, in un’operazione di sportello) 2) Ritiro avvenuto in assenza dell’esibitore (ad esempio, banconote trovate in un dispositivo utilizzabile autonomamente dalla clientela) 3) Altre informazioni utili relative alle modalità del ritiro (ad esempio, consegna spontanea da parte dell’esibitore che chiede l’accertamento di legittimità o falsità, dichiarazioni da parte dell’esibitore sulla provenienza delle banconote) | 1) Cognome e nome 2) Data di nascita (gg/mm/aaaa) 3) Luogo di nascita 4) Residenza – indirizzo – numero civico – comune – codice di avviamento postale – provincia |
A questo punto, il Centro Nazionale di analisi delle banconote sospette di falsità (NAC) si occuperà di esaminare la banconota in questione. Se la banconota non è falsa, la persona che l’ha esibita sarà rimborsata. In caso contrario, invece, non sarà dovuto nessun rimborso.
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Come riconoscere una banconota falsa
Le banconote sono dotate di sistemi di sicurezza innovativi, non facilmente imitabili da parte dei falsari. Ci sono due serie di banconote in euro: la prima serie e la nuova serie, chiamata Europa, che ha sistemi di sicurezza più avanzati.
Per capire se una banconota è falsa, bisogna prima di tutto toccarla: la carta delle banconote è diversa rispetto a quella commerciale, ha una sua particolare consistenza e sonorità. Alcune parti sono inoltre stampate in rilievo e sono percepibili al tatto.
Si dovrà poi osservarla attentamente. In controluce, è possibile vedere il filo di sicurezza e la filigrana. Nelle banconote della serie Europa si può vedere la finestra con il ritratto dell’Europa, che è trasparente e ci si può guardare attraverso.
Muovendola, invece, in basso a sinistra delle banconote della seconda serie si vedrà il numero verde smeraldo cambiare colore, passando al blu scuro. Per quanto riguarda le monete, quelle false hanno in genere un bordo irregolare e l’immagine coniata su di esse risulta meno nitida e precisa rispetto alla versione autentica.
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Come viene punito il reato di contraffazione?
La contraffazione è un reato disciplinato dall’art. 473 del codice penale (Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni). È prevista la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 2.500 euro a 25.000 euro.
C’è invece uno specifico reato contro la falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, previsto all’art. 453 cp. Chiunque contraffà monete nazionali o straniere viene punito con la reclusione da 3 a 13 anni e la multa da 516 a 3.098 euro.
La stessa pena spetta anche a chi:
- altera in qualsiasi modo monete genuine, col dare ad esse l’apparenza di un valore superiore;
- introduce nel territorio dello Stato o detiene o spende o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte o alterate;
- acquista o comunque riceve, da chi le ha falsificate, ovvero da un intermediario, monete contraffatte o alterate.
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Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede
La legge, in pratica, non punisce soltanto chi produce banconote false, ma anche chi le utilizza. Tuttavia, il soggetto in questione potrebbe anche agire in buona fede, ovvero non essere a conoscenza di stare utilizzando soldi falsi per pagare qualcosa.
Questo rappresenta l’unico caso in cui l’uso di banconote o monete false non è reato, proprio perché avviene in modo inconsapevole. Sarà il giudice a determinare, caso per caso, la buona fede sulla base dei dati oggettivi a sua disposizione.
Un caso ancora diverso è quello previsto all’art. 457 cp, nel quale viene punito con la reclusione fino a 6 mesi e la multa fino a 1.032 euro chiunque spende o mette in circolazione monete contraffate o alterate, da lui ricevute in buona fede. Quindi, la persona che utilizza soldi falsi non se li è procurati di sua sponte, ma li spende comunque pur consapevole della loro falsità.
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Fonte: https://www.ecb.europa.eu/home/html/index.en.html
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