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Conto corrente cointestato in caso di separazione e divorzio

Cosa succede al conto corrente cointestato in caso di separazione e divorzio? Quali sono le possibilità per gli ex coniugi? Dovranno obbligatoriamente chiuderlo? Scopri di più nella nostra guida.

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  • Il conto corrente si definisce cointestato se ha più di un titolare: potrebbe trattarsi di coniugi, figli e genitori, o chiunque altro, anche se non legato da alcun rapporto personale.
  • Il conto corrente cointestato può essere alimentato anche da un solo coniuge: anche in questo caso, comunque, le somme devono essere divise tra i cointestatari.
  • In caso di separazione, ciascuno dei coniugi può continuare a compiere liberamente le operazioni bancarie, se non è diversamente disposto.

Il conto corrente cointestato è un conto corrente bancario dove più soggetti ne risultano essere titolari. Molto spesso sono coniugi o comunque parenti, anche perché questa tipologia di conto consente di semplificare una serie di operazioni bancarie.

Per esempio, i coniugi possono procedere al pagamento di bollette comuni, mentre i figli potrebbero prelevare per conto dei genitori infermi.

Se il conto corrente cointestato è aperto da coniugi, potrebbero sorgere delle problematiche, soprattutto in caso di crisi coniugale, cioè separazione e divorzio.

Nel seguente articolo ti forniremo un breve quadro sul conto corrente cointestato da due coniugi in caso di separazione dei beni o comunione legale. Ci soffermeremo poi sulle conseguenze della separazione sul conto corrente. Ti diremo cosa accade al conto, se è ancora possibile utilizzarlo e, soprattutto, cosa accade in caso di chiusura.

Conto corrente cointestato: cos’è

Il conto corrente bancario è un contratto stipulato con la banca per eseguire una serie di operazioni bancarie, come il deposito di denaro o il trasferimento. Si distingue dal conto corrente ordinario, contratto concluso tra due soggetti che realizzano operazioni economiche e commerciali, quindi sono reciprocamente creditore e debitore l’uno dell’altro.

Tramite il conto corrente, si provvede ad annotare i crediti e i debiti ed a operare compensazioni tra gli stessi al momento del saldo, che può essere periodico o a chiusura del conto. Nel caso del conto corrente bancario, invece, l’istituto di credito non è mai debitore – non procede quindi ad annotare voci passive.  

Il conto corrente bancario può essere intestato ad un unico soggetto o ad una pluralità di soggetti. Nel secondo caso si parla di conto corrente cointestato. I casi più comuni di cointestazione sono tra coniugi o figli e genitori, ma possono essere aperti conti correnti cointestati per svariate ragioni, tra i soggetti più disparati.

Per approfondire, ti invitiamo a leggere: Conto corrente cointestato: la guida

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Tipologie di conto corrente cointestato

Il conto corrente cointestato può essere a:

  1. firma congiunta, se tutti i cointestatari devono programmare le operazioni che possono essere compiute e, al momento della loro esecuzione, sono tenuti ad autorizzare con firma;
  2. firma disgiunta, quando ciascuno dei cointestatari può porre in essere qualsiasi operazione bancaria individualmente, senza la firma degli altri cointestatari. 

Il ricorso a tale strumento comporta innumerevoli vantaggi, come facilitare le operazioni e ridurre le spese. D’altro canto possono sorgere anche delle problematiche, per esempio in caso di morte di uno dei cointestatari, oppure, se si tratta di coniugi, anche in sede di separazione o divorzio.

In particolare, in questa seconda ipotesi, la disciplina del conto corrente cointestato può essere influenzata dal regime patrimoniale scelto dai coniugi, che può essere di comunione o separazione patrimoniale. Il ricorso al conto cointestato, però, per i coniugi ha molteplici vantaggi: infatti è possibile procedere a pagare il mutuo o le bollette, eseguire tutte le spese necessarie per la casa e la famiglia e così via.

Ti consiglio di leggere: Conto corrente per protestati: si può aprire? 

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Conto corrente cointestato in regime di comunione legale 

La comunione legale è il regime giuridico patrimoniale che il legislatore applica automaticamente ai coniugi, laddove non vi siano diverse disposizioni che derogano in via convenzionale.

La comunione legale presuppone che i beni acquistati dai coniugi dopo l’instaurazione della comunione (di solito a seguito del matrimonio) sono soggetti al regime di comunione, quindi ciascuno di essi è comproprietario. Il legislatore esclude alcune categorie di beni, come i beni di uso personale o professionale, le donazioni o ogni altra liberalità.

Questo può influire anche sul regime del conto corrente cointestato. Se sussiste comunione, il denaro versato sul conto corrente si presume di entrambi i coniugi, salvo che rientrino in una delle categorie di beni che la legge esclude dalla comunione legale. È necessario che sia fornita una prova contraria.

Se il conto corrente è a firma disgiunta, ciascuno dei coniugi può disporre delle somme versate sul conto corrente. Se è a firma congiunta, serve la firma di entrambi i coniugi.

Nei rapporti esterni, in particolare rispetto alla banca, saranno obbligati in solido. Nei rapporti interni, invece, il peso delle obbligazioni è ripartito pro quota tra i coniugi, che si presumono essere equivalenti se non è disposto diversamente. 

Per approfondire l’argomento, ti consigliamo anche di leggere: Comunione dei beni e debiti: cosa potrebbe rischiare il coniuge

Conto corrente cointestato e separazione dei beni

Diverso è, invece, il regime del conto corrente cointestato in caso di separazione dei beni. Questo è il regime patrimoniale che i coniugi possono adottare al momento del matrimonio, o successivamente, per regolare i loro rapporti patrimoniali.

In sostanza, si deroga alla disciplina della comunione legale. In pratica, il fatto che i cointestatari siano uniti in matrimonio non incide sul regime del conto corrente cointestato. Quindi, valgono le regole generali che trovano applicazione in qualsiasi altra ipotesi di conto corrente cointestato.

Ti consigliamo di approfondire l’argomento leggendo anche: Separazione dei beni dopo il matrimonio: costo, vantaggi e svantaggi

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Cosa succede in caso di separazione dei coniugi?

In caso di separazione dei coniugi, cosa succede al conto corrente cointestato? Come si procede alla loro chiusura?  È possibile continuare ad utilizzare il conto corrente? Nei fatti, i coniugi potrebbero avere ancora la possibilità di utilizzare il conto corrente cointestato. Tuttavia, ciò è possibile solo quando il conto corrente è a firma disgiunta e ciascuno dei coniugi può continuare ad utilizzarlo separatamente.

Però, c’è anche da dire che i coniugi potrebbero decidere separatamente di non utilizzare più il conto corrente bancario È necessario che ciò sia previsto nell’accordo di separazione tra le parti

Quindi, in linea generale, la separazione non incide sul conto corrente cointestato, che, dunque, continua ad operare secondo le stesse regole originarie. Le parti possono stabilire eventualmente le estinzioni. Ne consegue che dal conto corrente cointestato la moglie può continuare ad utilizzare il conto, prelevare e porre in essere le operazioni, se si tratta di conto a firma disgiunta.

La questione diventa più problematica se il conto corrente è a firma congiunta, perché in questo caso è necessaria l’autorizzazione di entrambi i coniugi per procedere ad attuare le operazioni.

Ti potrebbe anche interessare leggere: Separazione consensuale senza avvocato: tempi, costi, documenti, modulo

Come si chiude il conto corrente cointestato in caso di separazione?

Dopo la separazione, i coniugi possono anche decidere di chiudere il conto corrente cointestato. In questo caso, si deve procedere alla separazione dei soldi. Questa operazione può subire delle variazioni a seconda che i coniugi siano o meno in regime di separazione dei beni.

In caso di comunione di beni, le somme devono essere divise in parti uguali, a prescindere dal fatto che il conto fosse alimentato da uno solo dei coniugi o da entrambi. Anche in questo caso, in quanto coniugi, hanno diritto alla stessa quota di quanto è presente sul conto.

Nel caso di conto corrente cointestato in regime di separazione dei beni, le somme vanno comunque divise in parti uguali, salvo che non sia stato diversamente disposto dalle parti.

Ti potrebbe anche interessare leggere: Differenza tra separazione e divorzio: eredità, costi e tempi

Conto corrente cointestato – domande frequenti

Che cos’è un conto corrente cointestato?

Il conto corrente è un contratto concluso con un istituto di credito, per realizzare operazioni bancarie, tra cui deposito, prelievo e trasferimento di denaro. È cointestato quando ci sono due o più titolari.

I coniugi separati possono utilizzare le somme sul conto corrente cointestato?

In caso di separazione, i coniugi possono disporre autonomamente delle somme presenti sul conto corrente cointestato, se è a firma disgiunta. Se è a firma congiunta, invece, è necessario il consenso di entrambe le parti.

Quanto spetta a ciascun coniuge in caso di chiusura del conto corrente cointestato?

In caso di chiusura del conto corrente cointestato, se i coniugi sono in comunione dei beni, ciascuno ha diritto al 50% delle somme presenti sul conto; se, invece, i coniugi sono in separazione dei beni hanno diritto al 50% delle somme, salvo sia convenuta una diversa quota dalle parti.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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