Quando si può fare causa alla banca?
Nel seguente articolo, ti illustreremo cosa fare a fronte di una condotta scorretta dell'istituto di credito, ovvero quando si può fare causa o denunciare una banca.
- Le cause alla banca sono complesse e talvolta da esiti incerti: tuttavia, potrebbe essere necessario agire in giudizio per tutelare i propri interessi.
- L’ordinamento prevede molteplici soluzioni alternative all’azione giudiziaria, tra cui il reclamo o la segnalazione alla Banca d’Italia.
- Oltre ai rimedi istituzionali, i clienti possono essere tutelati anche tramite le azioni collettive poste in essere dalle associazioni di categoria.
Anche le banche possono rendersi responsabili di abusi o condotte illecite, senza dimenticare che la disciplina bancaria è molto complessa e ciò conduce spesso ad errori.
Negli ultimi anni, per esempio, si è acceso un vivo dibattito circa il c.d. anatocismo bancario, ossia sull’esistenza di usi bancari che consentirebbero la pratica dell’anatocismo, vietata dal codice civile. Proprio per tale ragione ci siamo interrogati sulla possibile esistenza di rimedi a fronte di soprusi o errori.
Nel seguente articolo, vogliamo offrirti una panoramica generale dei rimedi che l’ordinamento conosce per agire in caso di condotte illecite della banca. Tratteremo gli aspetti più significativi, il caso dell’anatocismo o dell’usura bancaria, individuando i rimedi.
Inoltre, vogliamo anche analizzare i metodi alternativi all’azione giudiziaria per ottenere tutela, senza sostenere le gravose spese del processo, il quale, nei fatti, potrebbe non avere l’esito sperato.
Usura degli interessi bancari
Le banche difficilmente si rendono responsabili di illeciti: svolgono in ogni caso un servizio di pubblico interesse, altamente regolato e controllato, anche da apposita autorità indipendente, cioè la Banca d’Italia. Ciò, tuttavia, non esclude che possa accadere che la banca si renda responsabile di una condotta illecita. Si discute molto, per esempio, della c.d. usura sugli interessi bancari.
La legge n. 108 del 1996 ha riformato la disciplina dell’usura, spostando l’attenzione dall’usura criminale a quella bancaria. Prima della riforma del 1996, inoltre, era stata paventata da un orientamento dottrinario la possibilità di ricorrere al rimedio della rescissione in caso di usura, in quanto l’art. 644 c.p. faceva riferimento all’approfittamento dello stato di bisogno come uno dei requisiti costitutivi del delitto.
In parallelo, il rimedio contrattuale della rescissione presuppone una sproporzione tra le prestazioni dovute ad approfittamento dello stato di bisogno. La riforma del 1996 modifica l’art. 644 c.p. eliminando tale requisito, dunque, superando definitivamente il predetto orientamento.
Il rimedio contro l’interesse usurario è individuato nell’art. 1815 co 2 c.c., che introduce una forma di nullità parziale necessaria. La norma prevede che ,se sono pattuiti interessi usurari in contratto, la singola clausola sugli interessi è nulla. Il contratto di finanziamento è, tuttavia, valido, ma non sono dovuti interessi, quindi è gratuito.
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Fare causa per anatocismo bancario
Un altro argomento molto discusso è l’anatocismo bancario, che pure costituisce una delle principali condotte illecite della banca stessa. Cos’è l’anatocismo? Si tratta del fenomeno della capitalizzazione degli interessi. Questi ultimi, se scaduti, sono considerati capitali e produttivi di ulteriori interessi.
L’anatocismo dà vita a un’usura occulta: a parità di tasso nominale di interessi, cresce il tasso reale, in quanto aumenta il capitale per effetto della capitalizzazione.
Si è poi posta poi la questione se fossero ammissibili come deroga gli usi bancari uniformi sviluppatisi negli anni ’50. Tali usi prevedevano che, nei rapporti con la banca, si ammettesse la capitalizzazione con periodicità diversificata per cliente.
L’anatocismo è stato a lungo una forma di abuso delle banche ai danni dei correntisti. L’abuso è stato oggetto di intervento della Cassazione, la quale ha affermato che nell’ambito in questione non operano i c.d. usi bancari, che giustificherebbero in questo contesto l’anatocismo.
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È possibile denunciare la banca?
Nei esempi che abbiamo citato, è possibile denunciare la banca? Nel caso di interessi usurari, la banca compie un reato, quindi, è ben possibile ricorrere all’autorità giudiziaria: sarà necessario presentare una denuncia o una querela.
Procedere in tal senso è abbastanza semplice, in quanto basta recarsi in uno degli uffici delle Forze dell’ordine presenti sul territorio e compilare l’apposito modulo, dove si devono indicare:
- le proprie generalità;
- l’istituto bancario e il suo Presidente;
- il contratto bancario;
- la descrizione dettagliata del fatto illecito commesso dalla Banca.
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Causa alla banca: esempio
Il caso più frequente, tuttavia, non è quello dell’illecito come l’usura, ma l’ipotesi in cui la banca commetta degli errori. Pensiamo, per esempio, agli errati addebiti sul proprio conto corrente, oppure al rifiuto di elargizioni di un finanziamento. In tali ipotesi, come ci si deve comportare?
Tra le varie possibilità, possiamo elencarne due. Il cliente può ricorrere in un primo momento al c.d. reclamo, poi alla segnalazione alla Banca d’Italia e, nel caso in cui ciò non produca effetti, potrà decidere di agire in giudizio.
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Cos’è il reclamo alla banca?
Prima di ricorrere al reclamo, è preferibile tentare un confronto diretto con l’istituto di credito, magari contattando un referente al telefono o chiedendo un appuntamento di persona. Laddove questa strada non dia risultati, allora, la scelta più opportuna è quella di presentare un reclamo.
Per presentare un reclamo è possibile:
- scrivere una lettera personalizzata;
- compilare il relativo modulo reso disponibile sul sito della banca.
Nel reclamo dovranno essere indicate sinteticamente le ragioni dell’atto e dovrà essere formulata in modo chiaro la richiesta, che potrebbe essere:
- la revisione delle condizioni contrattuali;
- la restituzione di denaro;
- il risarcimento del danno;
- la copia di documentazione bancaria;
- la correzione di errori materiali.
La lettera dovrà esser presentata all’ufficio reclami o a mano oppure dovrà essere spedita tramite raccomandata. L’ufficio reclami procederà poi a valutare e a registrare la richiesta, segnando il problema nel registro reclami, cartaceo o elettronico.
Entro i successivi 30 giorni, la banca dovrà esaminare il problema ed esprimere la propria valutazione circa la fondatezza della pretesa vantata.
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Esito reclamo
La procedura di reclamo può condurre a diversi esiti:
- il reclamo non ha esito favorevole al soggetto: in questo caso il cliente può presentare domanda all’ABF, ossia all’arbitrato bancario e finanziario;
- il reclamo ha esito positivo, ma il cliente non è soddisfatto; in questo caso il cliente può comunque adire all’ABF;
- se la banca non si pronuncia entro i 30 giorni, equivale a rigetto. Anche in questo caso, se il cliente non accetta l’esito, può adire all’ABF.
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Segnalazione alla Banca d’Italia: cos’è
Il cliente può anche ricorrere all’esposto alla Banca d’Italia: l’Autorità procede ad esaminare l’esposto per far fronte alle sue esigenze specifiche. L’esposto può, quindi, servire a intervenire per soddisfare le richieste di tutela del cliente, ma può essere finalizzato a evidenziare lacune e aspetti migliorabili dalla disciplina, oppure anche tematiche per le quali si rende necessario un intervento normativo.
L’esposto è però un parere, non è una forma di ricorso, ma una consulenza per interpretare una norma. Periodicamente la Banca d’Italia rende conto dell’attività di gestione degli esposti, fornendo un resoconto sui pareri in risposta all’esposto.
L’esposto può avere ad oggetto:
- comportamenti della banca che ritiene irregolari o scorretti da parte delle banche e degli intermediari finanziari vigilati;
- irregolarità nelle informazioni registrate in Centrale dei Rischi (CR) o nella Centrale di allarme interbancaria (CAI).
L’esposto può essere inviato con la piattaforma “Servizi Online”, direttamente alla Filiale della Banca d’Italia competente, oppure è possibile presentare l’esposto tramite;
- e-mail da casella PEC o convenzionale;
- posta ordinaria;
- fax;
- consegna a mano presso una delle Filiali della Banca d’Italia.
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Esiti esposto Banca d’Italia
Quando la Banca d’Italia riceve l’esposto, gli esiti non sono molteplici. L’autorità indipendente, infatti, non può interviene con una propria decisione nel merito dei rapporti contrattuali tra intermediario e cliente, a differenza di quanto può fare l’ABF.
Inoltre, l’Autorità indipendente non procede neanche a valutazioni che rientrano nell’autonomia imprenditoriale dei singoli intermediari, come per esempio quelle che riguardano la concessione di credito.
La Banca d’Italia non rende noti al singolo cliente gli esiti delle eventuali azioni di vigilanza o approfondimenti condotti sugli intermediari.
Se l’esposto ha ad oggetto un fatto già sottoposto all’autorità giudiziaria, la Banca d’Italia non risponde neanche all’istanza. Non saranno, invece, proprio prese in considerazione gli esposti troppo generici e non chiari.
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Conviene fare causa alla banca?
Abbiamo analizzato in queste righe alcuni metodi alternativi alla causa alla banca, che potrebbe andare per le lunghe concludendosi, il più delle volte, in un nulla di fatto. Se si volesse procedere in questa direzione, consigliamo comunque di trovare un avvocato specializzato in cause contro le banche, che potrebbe dare tutto il supporto necessario.
Un’altra soluzione che il cliente della banca può considerare per ottenere tutela sono le associazioni dei consumatori: la più nota è l’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari). Quest’ultima è un’associazione di tutela dei consumatori specializzata nel settore finanziario, bancario, assicurativo, postale, delle telecomunicazioni e dei trasporti con sede a Roma.
L’associazione si è impegnata su molti fronti: uno fra tanti è proprio la questione dell’anatocismo bancario. L’associazione si batte da tempo contro gli abusi delle banche che per anni hanno ammesso l’anatocismo, ricorrendo all’escamotage degli usi bancari.
L’associazione, proprio in questo caso, ha avuto un’importante vittoria: la Cassazione ha infatti vietato l’anatocismo, escludendo che siano ammessi in ambito bancario, come abbiamo evidenziato.
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Causa alla banca – Domande frequenti
La banca può porre in essere condotte illecite sia penali che civili: in queste ipotesi sarà possibile ricorrere all’azione giudiziaria per tutelare i propri interessi.
In genere, è opportuno ricorrere al reclamo in caso di errori della banca, per esempio, un errato addebito. È possibile tentare questa strada anche a fronte di illeciti gravi, per prevenire l’azione giudiziaria.
Il reclamo alla banca si effettua presentando una lettera, spedita con raccomandata all’ufficio reclami, o anche tramite incontro telefonico o dal vivo.
Il cliente, in caso di irregolarità della banca, può anche procedere alla segnalazione, in genere telematica, alla Banca d’Italia. L’autorità indipendente adotta un parere con cui si indirizza l’attività delle banca in base alle esigenze specifiche.
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