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I crimini di guerra rappresentano le violazioni della legge che regola il diritto bellico, che possono essere commesse da soggetti militari o civili.
Troviamo una definizione chiara e precisa nei Principi di Norimberga del 1950, nel quale vengono designati come “Violazioni delle leggi e degli usi di guerra, i quali comprendono, senza limitarsi ad essi: omicidio volontario, maltrattamento o deportazione per essere costretti a lavoro schiavistico o per ogni altro fine di popolazione civile dei o nei territori occupati; omicidio volontario o maltrattamento di prigionieri di guerra, di persone in mare, uccisione di ostaggi, saccheggio di proprietà pubbliche o private, distruzione deliberata di centri urbani, città e villaggi, o devastazioni non giustificate da necessità militari”.
Ripercorriamo la storia della nozione di crimini di guerra, concentrandoci su le origini, cosa dice la giurisprudenza, alcuni esempi, da quale tribunale possono essere giudicati e il nesso con il concetto di crimini contro l’umanità.
L’espressione crimine contro l’umanità fu utilizzata per la prima volta con un’accezione giuridica nel 1915, quando Francia, Regno Unito e Russia condannarono la Turchia per quello viene ricordato come genocidio armeno.
La fine della Seconda guerra mondiale portò a una sempre maggiore attenzione per le tematiche riguardanti i diritti umani e alla formazione di una coscienza internazionale condivisa sull’esistenza di un diritto universale, comune a tutti gli esseri umani.
I crimini contro l’umanità sono, dunque, quelli che trascendono i raggruppamenti sociali e gli Stati, le convinzioni etniche, religiose, culturali e sociali, e che, pertanto, prevedono sanzioni erga omnes, senza distinzioni locali.
In giurisprudenza, la nozione di crimini contro l’umanità indica le azioni criminali riguardanti violenze e abusi contro popoli o parte di popoli, che possano essere percepite come se venissero commesse contro l’intera umanità.
Si è comunque soliti distinguere tra crimini di guerra e crimini contro l’umanità: lo stesso Tribunale di Norimberga, nel 1945, contestò ai criminali nazisti il crimine contro l’umanità, distinguendolo dal crimine di guerra.
Tornando al concetto di crimine di guerra, possiamo fare qualche esempio per comprendere meglio cosa significa violare le protezioni stabilite dalle leggi di diritto bellico, ovvero l’insieme delle norme che regolano le condotte da tenere durante una guerra.
Può rappresentare un crimine di guerra:
Trai i crimini di guerra italiani, ci sono alcuni episodi che sono stati commessi nel corso delle guerre coloniali in Etiopia e in Libia, e durante la seconda guerra mondiale.
Fanno parte dei crimini di guerra tedeschi:
Sono passati alla storia anche alcuni crimini di guerra commessi dai giapponesi, come gli attacchi a Pearl Harbor, in Malesia, a Singapore e a Hong Kong.
Rientrano tra i reati perseguibili come crimini contro l’umanità:
Fino ad oggi sono stati accusati di crimini contro l’umanità i gerarchi del nazismo, Stalin, Mao Zedong, l’ex presidente jugoslavo Slobodan Milošević, il deposto raʾīs iracheno Saddam Hussein e altri capi di Stato, spesso a capo di una dittatura militare, teocratica, comunista, imperialista o stalinista.
I crimini contro l’umanità vengono giudicati dalla Corte penale internazionale (in inglese: International Criminal Court – ICC, in francese: Cour pénale internationale – CPI), che ha sede a L’Aia e opera nei termini previsti dallo Statuto di Roma. Tale corte non sostituisce la giurisdizione ordinaria, ma si affianca ad essa.
Questo significa che può intervenire se e solo se gli Stati non possono (o non vogliono) agire per punire crimini internazionali: una persona non può essere infatti giudicata due volte e da due diverse corti per lo stesso crimine.
La Corte penale internazionale è competente anche per:
Non si tratta di un organo dell’ONU e non deve essere confusa con la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, anch’essa con sede all’Aia.