Decreto lavoro 2023: le novità più significative
Dallo smart working al bonus turismo fino all’addio del reddito di cittadinanza: ecco quali sono le misure introdotte dalla conversione in legge del decreto lavoro.
- Il decreto lavoro è stato approvato il 29 giugno 2023.
- Il passaggio parlamentare è stato contrassegnato dall’introduzione di diversi emendamenti, che hanno portato alcuni cambiamenti alla bozza iniziale.
- Diversi gli interventi importanti in materia, come per esempio la proroga dello smart working.
Il Decreto Lavoro, titolato Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro, è legge. Sono diverse le novità che sono state approvate dal Governo, come per esempio l’arrivo dell’assegno di inclusione come sostituto del reddito di cittadinanza.
Nelle prossime righe cercheremo di delineare quali sono i punti salienti e le novità più rilevanti contenute nel nuovo decreto lavoro, che ha ottenuto il sì definitivo alla Camera, con 154 sì, 84 no e 12 astenuti.
Decreto lavoro e assegno di inclusione
Il reddito di cittadinanza sarà definitivamente rimpiazzato dal 1° gennaio 2024 dall’assegno di inclusione. La misura sarà pari a 6.000 euro annui, ovvero 500 euro al mese, più un contributo aggiuntivo di 280 euro al mese (3.360 euro annui) per pagare l’affitto.
Sarà riservato ai nuclei familiari in cui siano presenti:
- disabili;
- minori;
- over 60.
In presenza di soli over 67 o disabili gravi, l’assegno sarà pari a 630 euro al mese – 7.560 euro annui – più 150 euro per l’affitto (1.800 euro all’anno).
Il contributo avrà una durata di 18 mesi e si riceverà tramite una carta di inclusione, con la quale sarà possibile acquistare anche sigarette, sigarette elettroniche e derivati del fumo, nonché alcolici e giochi pirotecnici. Dopo un mese di stop, si potrà rinnovare per altri 12 mesi.
Per approfondire, leggi subito la nostra guida sull’assegno di inclusione
Gli altri requisiti da possedere per ottenerlo sono:
- essere residenti in Italia da almeno 5 anni;
- avere un ISEE di 9.360 euro annui;
- avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza;
- avere un patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro all’anno;
- non possedere imbarcazioni, autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc.
Le donne che sono state vittime di violenza potranno inoltre costituire un nucleo familiare indipendente da quello del marito e richiedere l’assegno in autonomia.
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Decreto lavoro e proroga smart working
Il lavoro agile per i dipendenti fragili della Pubblica amministrazione è stato prorogato fino al 30 settembre 2023.
Una proroga fino al 31 dicembre 2023 è stata poi prevista per i lavoratori del settore privato con figli fino a 14 anni e per i lavoratori fragili.
Fino a tali scadenze, dunque, si potrà lavorare in smart working senza la necessità di ricorrere agli accordi individuali. Per saperne di più clicca su Proroga smart working 2023: come funziona
Decreto lavoro 2023: contratti a termine
Modificata anche la disciplina dei contratti a termine, che ha allentato le misure imposte dal decreto Dignità, con l’inserimento di nuove causali per ricorrere al contratto a termine oltre 12 mesi di tempo.
La causale non è necessario per i primi 12 mesi di contratto a tempo determinato, che diventa invece obbligatoria nel caso di rinnovo del contratto una volta superati i primi 12 mesi.
Le possibili causali da inserire per procedere con il rinnovo di un contratto a termine sono:
- i casi previsti dagli accordi collettivi – articolo 51 Dlgs 81 del 2015;
- la stipula di patti individuali, motivata da esigenze tecniche, organizzative e produttive, con scadenza il 30 aprile 2024;
- la sostituzione di altri lavoratori.
Il calcolo dei 12 mesi partirà dal 5 maggio 2023. Nel calcolo del limite di lavoratori a tempo determinato che si possono avere – pari al 20% – non verranno inclusi i contratti di apprendistato.
Viene prorogato anche il contratto di espansione, fino al 31 dicembre 2023. Sono stati infatti aggiunti 20 milioni di euro per la copertura di tali contratti, fino al 2026.
Stanziate anche delle risorse per i prepensionamenti nel settore dell’editoria, pari a:
- 1,2 milioni nel 2023;
- 4 milioni nel periodo 2024-2027;
- 2,8 milioni nel 2028.
Decreto lavoro 2023: bonus e incentivi
Una delle novità del decreto lavoro è rappresentata dal bonus per i lavoratori del turismo. Si tratterà di un incentivo in busta paga di circa il 15% delle retribuzioni lorde di straordinari e lavoro notturno.
Sarà erogato ai lavoratori del settore che saranno impiegati tra il 1° giugno e il 21 settembre 2023, che nel 2022 hanno dichiarato un reddito inferiore a 40.000 euro.
Clicca per sapere di più Bonus per i lavoratori del turismo
Sono stati previsti anche degli incentivi per i datori di lavoro che assumono con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato i beneficiari del nuovo assegno di inclusione. Sarebbe previsto un esonero contributivo del 100%, fino a 8.000 euro annui, per 12 mesi. L’esonero aumenta a 24 mesi per i casi di trasformazione in indeterminato di un contratto a termine.
Per le assunzioni con contratto a tempo determinato o stagionale è invece previsto uno sgravio del 50%, fino a un massimo di 4.000 euro annui, per una durata totale di 12 mesi.
Previsto un altro incentivo per le assunzioni, dal 1° giugno 2023, di giovani Neet con meno di 30 anni, ovvero soggetti che non lavorano né studiano, e che si sono registrati al programma Iniziativa occupazione giovani.
Dal 1° settembre 2023 è stata poi previsto un supporto per la formazione e il lavoro, come misura per incentivare le assunzioni, che sarà strutturata tramite progetti formativi e di accompagnamento al lavoro.
Tale possibilità sarà prevista per chi non possiede i requisiti per accedere all’assegno di inclusione, ma ha un reddito annuo inferiore ai 6.000 euro e un’età compresa tra i 18 e i 59 anni – quindi che si trova in condizioni di povertà assoluta.
Sarà inoltre prevista una maggiorazione dell’assegno unico universale, non solo per i nuclei in cui entrambi i genitori siano titolari di redditi da lavoro, ma anche per i nuclei familiari composti da un solo genitore lavoratore perché l’altro è deceduto.
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Decreto lavoro: ulteriori misure
La soglia dei fringe benefits esenti IRPEF è stata innalzata a 3.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli. Sono state poi rafforzate le misure di sicurezza sul lavoro e previste maggiori tutele contro gli infortuni di studenti e insegnanti a scuola. In aggiunta, è stato incrementato – di 5 milioni di euro – il fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro.
Sono state ridotte le sanzioni amministrative per omesso versamento delle ritenute previdenziali, che saranno rimodulate da 1,5 a 4 volte l’importo omesso, invece che da un minimo di 10.000 a un massimo di 50.000 euro.
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Il Governo è intervenuto anche sul decreto Trasparenza, eliminando gli adempimenti che erano stati posti a carico delle imprese lo scorso agosto, quindi con una serie di semplificazioni e chiarimenti in materia.
Sono state stanziate ulteriori risorse per il Fondo nuove competenze, il cui obiettivo è quello di favorire l’aggiornamento dei lavoratori in un contesto di transizione digitale ed ecologica.
Un’altra importante novità è il cosiddetto taglio del cuneo fiscale-contributivo per i lavoratori con guadagni lordi fino a 35.000 euro. Nella pratica:
- per chi guadagna fino a 25.000 euro all’anno, il taglio del cuneo fiscale è di 96 euro al mese;
- per chi ha una retribuzione pari a 35.000 euro annui, il vantaggio arriva invece a 99 euro.
Decreto lavoro – Domande frequenti
Il decreto lavoro è la legge introdotta dal Governo nella quale sono stati previsti una serie di interventi nel settore lavorativo.
Per alcuni lavoratori lo smart working è stato prorogato fino al 31 dicembre 2023, per altri solo fino al 30 settembre 2023: clicca per saperne di più.
Il reddito di cittadinanza sarà definitivamente sostituito dal 1° gennaio 2024 dall’assegno di inclusione.
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