DPCM 16 gennaio: le nuove regole in vigore

Il decreto Semplificazioni è stato approvato con 291 voti favorevoli alla Camera e 127 in Senato: il provvedimento è stato convertito in legge in Parlamento e avrà come obiettivo principale quello di velocizzare le procedure burocratiche e il rapporti tra i contribuenti e la Pubblica Amministrazione.
La legge n. 120 dell’11 settembre 2020 è stata dunque pubblicata in Gazzetta Ufficiale in seguito alla conversione del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, chiamato appunto decreto Semplificazioni.
Diversi i punti toccati e le novità introdotte: si va dal settore degli appalti a quello dell’edilizia, dalla green economy fino alla digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche. Vediamo di seguito qual è il contenuto del maxiemendamento approvato.
Il testo del decreto Semplificazioni è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 luglio 2020 ed è composto da 65 articoli, suddivisi nel seguente modo:
Titolo I – Semplificazioni in materia di contratti pubblici ed edilizia
Titolo II – Semplificazioni procedimentali e responsabilità
Titolo III – Misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale
Titolo IV – Semplificazioni in materia di attività di impresa, ambiente e green economy
Rispetto al decreto semplificazioni originario, la nuova legge è stata integrata da altri 45 articoli, per un totale di 110: sono state inserite infatti alcune novità riguardanti il Codice della strada e l’università. Non tutte le norme saranno operative fin da subito, in quanto per ben 64 articoli sarà necessario attendere l’attuazione dei relativi decreti.
Uno dei temi che ha acceso maggiormente il dibattito è stata la sanatoria degli abusi edilizi, per la quale nelle bozza era stata prevista la sola sanzione amministrativa per gli abusi meno gravi: il condono edilizio non è stato inserito nel testo definitivo del decreto.
Il decreto Semplificazioni ha previsto delle modifiche sul reato di abuso d’ufficio da parte di pubblici ufficiali e incaricati del servizio pubblico, dal quale deriverà un cambiamento dell’articolo 323 del Codice Penale sull’abuso d’ufficio.
Il testo dell’articolo è attualmente il seguente: “Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da uno a quattro anni”.
Nella pratica, le parole “nome di legge o di regolamento” saranno sostituite da “di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità”.
Prevista anche una modifica al Codice degli appalti, con l’introduzione della deroga per un anno, ovvero fino al 31 dicembre 2021. Per gli appalti con importi inferiori a 150.000 euro ci sarà l’affidamento diretto, mentre per gli appalti di pari valore e fino ai 5 milioni di euro, sarà applicata una procedura negoziata senza bando. Le procedure senza bando riguarderanno anche tutte le urgenze legate all’emergenza covid-19.
Sono state escluse dagli appalti pubblici tutte le imprese con irregolarità fiscali, ovvero quelle che non pagano tasse, imposte e contributi: l’esclusione verrà meno nel caso in cui le fiscalità previste fossero versate prima della scadenza dei termini di presentazione delle domande di partecipazione all’appalto.
Per quanto riguarda i controlli antimafia in fase di aggiudicazione di un appalto “fino al 31 luglio 2021, per le verifiche antimafia riguardanti l’affidamento e l’esecuzione dei contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, si procede mediante il rilascio della informativa liberatoria provvisoria, immediatamente conseguente alla consultazione della Banca dati nazionale unica della documentazione antimafia ed alle risultanze delle banche dati di cui al comma 3, anche quando l’accertamento è eseguito per un soggetto che risulti non censito, a condizione che non emergano nei confronti dei soggetti sottoposti alle verifiche antimafia le situazioni di cui agli articoli 67 e 84, comma 4, lettere a), b) e c), del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159”.
I Comuni avranno la possibilità di accedere all’Anagrafe Tributaria di banche e poste al fine di combattere l’evasione fiscale: gli enti locali avranno così a loro disposizione maggiori strumenti per esercitare l’attività di riscossione delle tasse non pagate, quali l’IMU o la tassa di soggiorno.
Nel caso di mancato versamento da parte di una data somma entro i termini comunicati, i Comuni potranno dunque avviare i dovuti accertamenti esecutivi e accedere ai dati dell’Anagrafe Tributaria: le attività di recupero crediti potrebbero comportare anche il pignoramento dei conti correnti dei contribuenti.
Tra gli obiettivi principali del decreto Semplificazioni, troviamo anche quello di velocizzare i tempi della burocrazia. A questo proposito, i tempi di chiusura di pratiche e servizi dovranno essere pubblicati e le PA che non rispettano le scadenze fissate non potranno intervenire in modo tardivo.
Le Pubbliche Amministrazioni dovranno inoltre garantire ai propri dipendenti la possibilità di svolgere lo smart working, che dovrebbe essere potenziato con l’introduzione di un Codice di condotta tecnologica e con l’ampliamento del Dipartimento per la trasformazioni digitale (Agid).
Sono diverse le modifiche introdotte dalla Dl n.76/2020 al Codice della strada. In particolare:
Tutte le aziende che sono iscritte al Registro delle imprese saranno tenute a comunicare il proprio domicilio digitale, ovvero l’indirizzo di Posta Elettronica Certificata al Registro delle imprese territorialmente competente.
Tale obbligo è valido anche per i liberi professionisti che sono iscritti a un albo o a un elenco professionale: in caso di mancata comunicazione, saranno previste delle sanzioni amministrative, sia per le aziende sia per i lavoratori autonomi.
Al fine favorire la sostenibilità ambientale e una società più improntata alla green econom, saranno: