Dilazione di pagamento: cos’è e come funziona la rateizzazione
In questa guida analizziamo la dilazione di pagamento, uno strumento utile per saldare i debiti permettendo di gestire meglio la liquidità, con un particolare focus sulla dilazione di pagamento dei debiti nei confronti del Fisco.
- La dilazione di pagamento consiste in un accordo tra le parti che consente di posticipare o rateizzare un pagamento.
- Può essere prevista, per esempio, da contratti commerciali o finanziari, al momento della stipula del contratto o successivamente.
- Un’ipotesi di dilazione di pagamento particolarmente diffusa è quella che avviene in seguito a una comunicazione di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate.
In tempi di incertezza economica e instabilità finanziaria, può capitare di non essere sempre in grado di far fronte alle spese e agli impegni contrattuali presi con fornitori, partner commerciali e, talvolta, di non riuscire a regolarizzare la propria situazione debitoria nei confronti del Fisco.
In questi casi, è frequente il ricorso alla dilazione di pagamento, la quale dà al debitore la possibilità di regolarizzare la propria posizione nel corso del tempo. Ma cosa significa davvero dilazionare un pagamento?
Nel seguente approfondimento, analizzeremo il funzionamento generale della dilazione di pagamento, con uno sguardo attento alle procedure previste per i debiti di natura tributaria.
Cos’è la dilazione di pagamento?
La dilazione di pagamento è uno strumento finanziario e contrattuale che permette a un debitore di saldare un importo dovuto posticipando il pagamento, ma corrispondendo le somme dovute sempre in un’unica soluzione, oppure attraverso il versamento di più rate nel corso del tempo.
Si tratta di una forma di gestione del credito, commerciale o meno, stabilita in accordo tra i contraenti, per agevolare chi si trova in momentanea difficoltà a reperire liquidità.
La dilazione può essere prevista nel contratto (per esempio: “pagamento a 30, 60 e 90 giorni”, come accade spesso nelle transazioni commerciali), oppure richiesta successivamente, quando il debitore si accorge di non riuscire a far fronte a un pagamento nei termini stabiliti.
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Dilazione di pagamento e comunicazione Agenzia delle Entrate
Un’ipotesi molto diffusa di dilazione di pagamento è quella che i contribuenti richiedono in seguito alla notifica di una comunicazione di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Con tale comunicazione, il contribuente viene informato delle incongruenze rilevate e invitato a regolarizzare la propria posizione tributaria, ma ha la possibilità di richiedere il pagamento rateale delle somme richieste.
Se il pagamento dell’intero debito e/o della prima rata avviene entro trenta giorni, le sanzioni del 30% sono ridotte a un terzo o a due terzi, a seconda del fatto che l’avviso derivi da una liquidazione automatica o da un controllo formale.
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Dilazione di pagamento e rateizzazione
Il contribuente può rateizzare le somme richieste con le comunicazioni in un numero massimo 20 rate trimestrali di pari importo.
La prima rata deve essere versata entro:
- 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione degli esiti dei controlli automatizzati e formali delle dichiarazioni;
- 30 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione dell’esito della liquidazione dell’imposta sui redditi soggetti a tassazione separata;
- 90 giorni dalla data in cui l’avviso telematico è reso disponibile all’intermediario che ha predisposto la dichiarazione.
La rateizzazione prevede il pagamento degli interessi. In particolare, sull’importo delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi al tasso del 3,5% annuo, calcolati dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di elaborazione della comunicazione (la data di elaborazione è riportata sulla comunicazione stessa) fino al giorno di pagamento della rata.
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Quando si decade dal beneficio della rateizzazione?
La decadenza dalla rateizzazione avviene nelle seguenti ipotesi:
- se la prima rata non viene pagata entro 67 giorni dal ricevimento della comunicazione relativa al controllo automatizzato o formale (60 giorni previsti per il pagamento + 7 di “lieve ritardo”, oppure 90 giorni + 7 per gli avvisi telematici all’intermediario);
- se la prima rata non viene pagata entro 37 giorni dal ricevimento della comunicazione relativa alla liquidazione dell’imposta sui redditi soggetti a tassazione separata (30 giorni previsti per il pagamento + 7 di “lieve ritardo”);
- per insufficiente versamento di una qualsiasi rata per una frazione superiore al 3% o, in ogni caso, a 10.000 euro;
- pagamento di una rata diversa dalla prima entro la scadenza della rata successiva;
- mancato pagamento dell’ultima rata entro 90 giorni dalla scadenza.
Qualora si verifichi una di queste ipotesi, si procede all’iscrizione a ruolo degli importi residui dovuti a titolo di imposta, sanzioni e interessi calcolati in misura piena.
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Quando non si decade dalla rateizzazione?
Non si decade dal beneficio della rateizzazione, invece, in caso di “lieve inadempimento“. In particolare, per “lieve inadempimento” si intende il pagamento delle rate con una “lieve carenza” per una frazione non superiore al 3% e, in ogni caso, a 10.000 euro. In questo caso, l’agente della riscossione procede all’iscrizione a ruolo della frazione non pagata, dei relativi interessi e della sanzione commisurati all’importo non versato, ma il contribuente non perde il beneficio della rateizzazione.
Analogamente, non si decade dalla rateizzazione se la rata viene versata con ritardo non superiore a 7 giorni dalla scadenza, in caso di prima rata, oppure entro il termine di pagamento della rata successiva, in caso di una rata diversa dalla prima, o ancora entro 90 giorni dalla scadenza, in caso di ultima rata.
In tal caso si procede all’iscrizione a ruolo degli interessi e della sanzione, commisurati all’importo versato in ritardo e ai giorni di ritardo.
Lieve inadempimento e ravvedimento
Nelle ipotesi di “lieve inadempimento” è possibile evitare l’iscrizione a ruolo versando, a titolo di ravvedimento, entro la scadenza della rata successiva, o entro 90 giorni in caso di ultima rata la frazione non pagata, gli interessi legali e la sanzione in misura ridotta.
Se hai ricevuto una comunicazione di irregolarità e vuoi sapere come chiedere una rateizzazione, rivolgiti a un avvocato esperto in diritto tributario.
Dilazione di pagamento – Domande frequenti
Sì. In particolare, sull’importo delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi al tasso del 3,5% annuo, calcolati dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di elaborazione della comunicazione fino al giorno di pagamento della rata.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è presente un’applicazione (sezione Tutti i Servizi – Pagamenti) che consente di calcolare gli importi delle rate e dei relativi interessi, nonché di stampare i modelli F24.
Il contribuente può rateizzare le somme richieste con le comunicazioni in un numero massimo 20 rate trimestrali di pari importo.
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