Quietanza di pagamento: cos’è e chi la rilascia
Cos'è la quietanza di pagamento e quali sono le differenze con la fattura? Nel seguente articolo, ti spiegheremo in modo semplice e immediato l'istituto e la sua funzione principale.
- La quietanza di pagamento è il documento rilasciato dal creditore che prova l’avvenuto pagamento del debito da parte del debitore.
- La quietanza ha natura di confessione stragiudiziale: essa è una prova legale precostituita.
- Quietanza di pagamento e fattura non sono la stessa cosa.
La quietanza di pagamento è un documento che svolge la funzione di provare l’avvenuto pagamento di un credito. Quando riceviamo un servizio, è poi opportuno procedere al relativo pagamento: pensiamo all’idraulico o all’elettricista che realizzano dei lavori nella nostra abitazione.
Questi possono rilasciare la quietanza di pagamento che prova il fatto in sé, ossia che abbiamo pagato la controprestazione per il servizio reso. Qual è giuridicamente la sua funzione?
Nel seguente articolo, ti indicheremo quali sono gli elementi essenziali che deve contenere la quietanza di pagamento, qual è la sua rilevanza giuridica e cosa cambia rispetto alla fattura.
Che cos’è la quietanza di pagamento?
La quietanza di pagamento è un documento nel quale il soggetto che riceve il pagamento attesta di aver ricevuto una certa somma di denaro come adempimento di una obbligazione.
Quando paghiamo l’idraulico per la riparazione del nostro lavandino gocciolante o il meccanico per aver sistemato i freni della nostra auto, possiamo richiedere una quietanza che attesti il nostro adempimento.
La quietanza, quindi, servirà a provare che abbiamo effettivamente pagato quanto ci era dovuto, in quale data, e per quale motivo. Ecco perché la quietanza viene rilasciata solo dopo l’erogazione di un pagamento.
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Chi rilascia la quietanza di pagamento?
Il soggetto tenuto a rilasciare la quietanza è colui che riceve il pagamento. Se abbiamo fatto riparare la nostra lavatrice, e paghiamo il tecnico che se ne è occupato, sarà lui a dover rilasciare la quietanza.
A confermarlo è l’art. 1199 del codice civile, il quale afferma che il creditore che riceve il pagamento deve, a richiesta e a spese del debitore, rilasciare quietanza.
Per il codice civile, il rilascio della quietanza è un vero e proprio diritto di chiunque adempie a un’obbligazione. Pertanto, una volta che abbiamo pagato per l’acquisto di un bene o di un servizio, possiamo pretendere la quietanza, e questo documento non può esserci negato: il creditore deve rilasciarla.
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A cosa serve la quietanza di pagamento?
Perché il rilascio della quietanza è tanto importante da essere considerato un vero e proprio diritto dal codice civile? E perché ognuno di noi dovrebbe preoccuparsi di richiedere una quietanza? Facciamo subito un esempio pratico.
Immaginate che il tetto della vostra casa abbia delle perdite. Contattate una ditta per le riparazioni. La ditta vi comunica che per la riparazione del tetto saranno necessari 2.500 euro, compresa la manodopera e il costo dei materiali. A lavori ultimati, decidete di pagare la ditta in contanti.
Qualche giorno dopo, però, sorpresa! Vi arriva la lettera dell’avvocato della ditta che vi ha riparato il tetto. L’avvocato vi intima di pagare i 2.500 euro dovuti in base al contratto – che voi avete già pagato – e che, se non adempirete entro 14 giorni, si vedrà costretto a portarvi in tribunale.
Cosa è successo? Ci sono diverse possibilità: può darsi che la persona a cui avete consegnato il denaro non abbia comunicato il pagamento all’ufficio contabile della ditta, o, più semplicemente, che la ditta disonesta voglia farsi pagare due volte. In ogni caso, come possiamo difenderci da questa richiesta? Come prossimo provare di aver già pagato il nostro debito? La risposta è molto semplice: esibendo la quietanza di pagamento.
Se in sede di pagamento avete richiesto la quietanza non avete nulla da temere, basterà mostrare la quietanza alla ditta per mettere a tacere ogni richiesta ulteriore. Mentre, nel caso di ditta disonesta, basterà mostrare al giudice la quietanza di pagamento per vincere la causa. Se non avete richiesto la quietanza (che avevate il diritto di chiedere ed ottenere), invece, sarà davvero molto difficile provare un pagamento in contanti.
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Qual è il valore probatorio della quietanza?
Dagli esempi appena proposti risulta chiaro che la quietanza di pagamento è un documentò che ha funzione di prova documentale precostituita, di cui ci si potrà avvalere, un domani, per fornire la dimostrazione dell’avvenuto adempimento. La quietanza, quindi, è il modo con cui viene chiamato il documento che attesta l’avvenuto pagamento.
È fondamentale conoscere il reale valore giuridico di questo documento. Dal punto di vista giuridico, la quietanza è assimilata ad una confessione stragiudiziale – si tenga conto che una confessione è l’attestazione di fatti a sé sfavorevoli.
La quietanza viene assimilata ad una confessione proprio perché il creditore attesta di aver ricevuto del denaro e quindi ammette implicitamente di non aver più nulla da pretendere dal debitore (almeno per quel che riguarda quello specifico contratto).
La confessione, di solito, viene resa all’interno del processo, ma è anche possibile renderla fuori e prima di esso. Un esempio di confessione resa fuori dal processo è proprio la quietanza di pagamento. La quietanza è, quindi, una confessione (attestazione di fatti a sé sfavorevoli e favorevoli alla controparte) stragiudiziale (cioè resa fuori dal processo), e per questa ragione fa piena prova dell’avvenuto pagamento di una prestazione.
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Risvolti pratici
Questa qualificazione giuridica è di grande importanza pratica. Visto che la quietanza è una confessione stragiudiziale, chi l’ha rilasciata non può in alcun modo cercare di dimostrare che il pagamento non è avvenuto. Ciò significa che, se la quietanza dice che il pagamento c’è stato, allora non è possibile provare il contrario.
È facile comprendere, quindi, che esibire una quietanza di pagamento all’interno di un processo ha un altissimo valore probatorio. Una volta esibita la quietanza, sarà vietato al creditore cercare di dimostrare che il pagamento non c’è stato, ed ogni prova volta a questa dimostrazione sarà inutilizzabile.
Per far perdere valore probatorio alla quietanza c’è un’unica, difficilissima, strada: dimostranre che il rilascio della quietanza è stato determinato da errore di fatto o da violenza, e che quindi il suo rilascio è stato viziato.
Per ritornare al nostro esempio, la ditta disattenta (o disonesta) che richiede due volte il pagamento della riparazione del tetto, non avrà alcuna possibilità di provare al giudice che, in realtà, l’adempimento in contanti non c’è stato. Al massimo, potrà tentare di dimostrare che la quietanza è stata rilasciata per errore o estorta con la violenza. Ma nella pratica è molto difficile provare queste circostanze.
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Che cosa deve contenere la quietanza di pagamento
Abbiamo mostrato tutti gli innumerevoli vantaggi che il debitore ha quando riceve la quietanza di pagamento: è necessario precisare che il valore probatorio di una quietanza, come di qualsiasi altro atto, dipende dalla sua chiarezza e completezza. Vediamone allora quali sono i requisiti della quietanza.
La quietanza attesta che un determinato soggetto, che ha eseguito una prestazione o ha venduto un bene, ha effettivamente ricevuto il pagamento. Quindi, la quietanza deve necessariamente indicare il nome del professionista o dell’impresa che riceve il denaro.
È anche necessario che sulla quietanza sia apposta la firma del creditore (che può essere anche il legale rappresentante di una società), in modo da dimostrare inequivocabilmente la provenienza del documento.
È ovvio che la quietanza deve anche indicare il nome del debitore che ha effettuato il pagamento. Questo requisito è indispensabile per permettere al debitore, in futuro, di poter esibire il documento e dimostrare la sua liberazione dal debito. È anche opportuno che la quietanza indichi, almeno per sommi capi, quale contratto è stato pagato. Questa esigenza è particolarmente avvertita quando tra le parti intercorrono più rapporti di credito/debito.
Facciamo un esempio. Immaginiamo il caso di una persona che si reca in un concessionario di auto usate e acquista due distinte automobili, entrambe per la somma di 2.800 euro. Ne paga solo una e richiede la quietanza di pagamento, mentre per l’altra auto ottiene un differimento del pagamento. In questo caso, la quietanza deve indicare – oltre al nome della concessionaria, alla firma del legale rappresentante che riceve il pagamento e dell’acquirente che ha versato i soldi – quale auto il debitore ha pagato, indicando cioè necessariamente gli estremi del contratto (per esempio compravendita dell’automobile targata xxxxx).
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Dichiarazione del creditore
Oltre a tutti questi requisiti, la quietanza, deve contenere la dichiarazione del creditore di aver ricevuto una certa somma di denaro, e l’indicazione della quantità di denaro ricevuta.
Dal momento che non esistono formule standard per predisporre una quietanza di pagamento, nel senso che chi la redige può utilizzare la formula che più ritiene opportuna, bisogna fare molta attenzione a quello che il creditore scrive. Egli potrà anche scrivere di non avere più nulla a pretendere dal debitore (cd. quietanza liberatoria).
L’importante è che si evinca inequivocabilmente la dichiarazione di aver ricevuto un pagamento e l’imputazione di quel pagamento ad una specifica obbligazione. Quindi, quando richiedete una quietanza di pagamento premuratevi di verificare che contenga tutti questi elementi.
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Quale differenza c’è tra quietanza e fattura?
Proprio alla luce dell’alto valore probatorio della quietanza, e del fatto che per redigerla non sono previste formule standard, è opportuno distinguere la quietanza di pagamento dalla fattura.
La fattura è il documento fiscale con il quale il professionista o l’imprenditore provano di aver ceduto beni o prestazione di servizi, e il diritto a riscuoterne il prezzo.
La differenza tra la quietanza di pagamento e la fattura è che il venditore del bene o del servizio, inviando una fattura al debitore, richiede il pagamento di quanto gli è dovuto, mentre, rilasciando una quietanza di pagamento, il professionista o l’imprenditore, attesta di aver ricevuto il pagamento della fattura.
Potremmo dire che l’emanazione della fattura serve al creditore per richiedere il pagamento, mentre la quietanza serve al debitore per dimostrare di aver pagato. La distinzione ha una grande importanza pratica: il debitore non potrà dimostrare di aver pagato una prestazione o un bene solo esibendo la fattura, la quale dimostra solo l’esistenza di una pretesa da parte del creditore.
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Quietanza di pagamento – Domande frequenti
La quietanza di pagamento è equiparata ad una confessione stragiudiziale, quindi, serve per provare l’avvenuto pagamento di un debito.
La quietanza di pagamento è normalmente rilasciata da chi ha ricevuto il pagamento, proprio perché è una confessione stragiudiziale realizzata contro sé stesso.
La fattura si distingue dalla quietanza di pagamento in quando serve a richiedere il pagamento, mentre la quietanza serve al debitore per dimostrare di aver pagato. La fattura non prova l’avvenuto pagamento, ma solo la richiesta.
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