Ricevuta di pagamento: cos’è, come funziona e quando è obbligatoria
La ricevuta di pagamento è un documento sostanziale nelle transazioni economiche tra soggetti privati e aziende. Serve a certificare l'avvenuto pagamento di una somma di denaro per un bene o un servizio. In questa guida, analizzeremo in dettaglio cos'è, come funziona, cosa deve contenere, la sua forma, i casi in cui è obbligatoria e le differenze con la fattura.
- La ricevuta di pagamento attesta un pagamento, ma non sempre ha valore fiscale.
- Serve come prova del versamento ricevuto.
- È necessaria in alcuni casi, quali affitti, prestazioni occasionali, donazioni.
La ricevuta di pagamento è un documento essenziale per attestare l’avvenuto pagamento in un gran numero di situazioni, soprattutto tra privati o in contesti esenti dall’obbligo di fatturazione. Per essere valida, deve contenere informazioni precise e seguire le regole previste dalla legge. Conoscere la differenza tra ricevuta di pagamento e fattura aiuta a gestire correttamente le transazioni economiche e ad evitare problematiche contabili e fiscali.
Vediamo più da vicino:
- in cosa consiste;
- cosa deve contenere;
- quali sono i casi in cui è obbligatoria;
- che differenza c’è con la fattura.
Cos’è la ricevuta di pagamento
La ricevuta di pagamento è un documento che attesta il versamento di un importo da parte di un soggetto a un altro. Essa non rappresenta necessariamente un documento fiscale, a meno che non venga utilizzata per sostituire una fattura nei casi previsti dalla legge.
Viene spesso utilizzata nelle transazioni tra privati o in settori dove non è obbligatoria l’emissione di fattura, come le locazioni di immobili o i pagamenti a professionisti senza partita IVA.
Il funzionamento della ricevuta di pagamento è semplice: una volta che il debitore effettua il pagamento, il creditore rilascia un documento scritto in cui conferma di aver ricevuto l’importo dovuto. Questo documento ha valore probatorio e può essere utilizzato per dimostrare che un pagamento è stato effettuato, evitando contestazioni future.
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Cosa deve contenere una ricevuta di pagamento
Per essere valida e chiara, una ricevuta di pagamento deve contenere alcune informazioni fondamentali, cioè:
- dati del beneficiario: nome, cognome o denominazione aziendale e indirizzo;
- dati del pagatore: nome e cognome o denominazione dell’ente che effettua il pagamento;
- data di emissione: indica il giorno in cui viene rilasciata la ricevuta;
- importo ricevuto: espresso in numeri e lettere per evitare contraffazioni;
- descrizione del pagamento: si riferisce al motivo del versamento (per esempio “Pagamento affitto mese di marzo 2025”);
- modalità di pagamento: specifica se il pagamento è avvenuto in contanti, tramite bonifico bancario, assegno o altro metodo;
- firma del beneficiario: attesta che il pagamento è stato ricevuto.
- eventuale marca da bollo: se l’importo supera i 77,47 euro e la ricevuta non è soggetta a IVA, è necessario applicare una marca da bollo di 2 euro.
Per quanto riguarda la forma, non esiste un formato unico e obbligatorio per la ricevuta di pagamento, che però deve essere chiara, leggibile e contenere tutti gli elementi essenziali.
La stessa può essere:
- cartacea, cioè redatta su un foglio semplice o su un modulo prestampato con spazi da compilare;
- digitale, ovvero un documento PDF o una ricevuta elettronica inviata via email, purché contenga tutti gli elementi richiesti;
- manoscritta, valida purché leggibile e firmata dal beneficiario.
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Quando è obbligatoria la ricevuta di pagamento?
L’emissione della ricevuta di pagamento è obbligatoria in alcuni casi specifici, come quelli relativi a:
- affitti di immobili ad uso abitativo: quando un locatore riceve un pagamento per l’affitto, è tenuto a rilasciare una ricevuta all’inquilino se quest’ultimo lo richiede;
- prestazioni occasionali: i lavoratori autonomi senza partita IVA che effettuano prestazioni occasionali devono emettere una ricevuta con ritenuta d’acconto;
- donazioni o contributi: alcune associazioni e fondazioni rilasciano ricevute per attestare i contributi ricevuti;
- rimborsi e depositi cauzionali: in caso di restituzione di somme di denaro, è buona prassi rilasciare una ricevuta.
- vendita tra privati: anche se non è obbligatoria, una ricevuta può servire a dimostrare l’avvenuto pagamento.
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Ricevuta di pagamento e prestazioni occasionali
Le prestazioni occasionali sono attività lavorative svolte in modo sporadico e non abituale, che non richiedono l’apertura di una partita IVA. Secondo l’articolo 2222 del Codice Civile, si tratta di attività caratterizzate dall’assenza di abitualità, professionalità, continuità e coordinazione.
Chi opera tramite prestazione occasionale, è tenuto a emettere una ricevuta di pagamento. Si tratta di lavoratore di una ricevuta non fiscale, contenente:
- dati anagrafici e codice fiscale del prestatore;
- dati del committente;
- descrizione della prestazione svolta;
- compenso lordo, importo della ritenuta d’acconto e compenso neto;
- data e firma del prestatore.
Per compensi superiori a 77,47 euro, è obbligatorio applicare una marca da bollo da 2 euro sulla ricevuta.
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Che differenza c’è tra ricevuta di pagamento e fattura?
Anche se entrambe attestano una transazione economica, la ricevuta di pagamento e la fattura sono documenti distinti con funzioni diverse. La ricevuta di pagamento è uno strumento utile per chi deve certificare un pagamento senza necessità di emettere una fattura. Tuttavia, nelle operazioni tra soggetti con partita IVA, la fattura resta il documento principale per la gestione fiscale.
Nella tabella di seguito abbiamo riassunto le principali differenze tra i due documenti.
Caratteristiche | Ricevuta di Pagamento | Fattura |
Scopo | Attesta un pagamento avvenuto | Documento fiscale obbligatorio per la vendita di beni o servizi |
Obbligo di emissione | Facoltativa in diversi casi | Obbligatoria per chi ha partita IVA |
Contenuto fiscale | Non include IVA | Deve riportare IVA e dati fiscali di venditore e acquirente |
Utilizzo | Spesso usata tra privati | Necessaria per la contabilità aziendale |
Registrazione fiscale | Non sempre registrata nei libri contabili | Deve essere registrata ai fini fiscali |
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Ricevuta di pagamento – Domande frequenti
La ricevuta di pagamento generalmente deve essere emessa contestualmente alla ricezione del pagamento.
La ricevuta di pagamento può attestare il pagamento parziale e di conseguenza attesta il versamento dell’acconto; se, invece, attesta il pagamento totale può avere anche un effetto liberatorio nei confronti del debitore, se il creditore dichiara specificamente che non ha nulla più a che pretendere dal debitore.
Possiamo dire che la fattura viene emessa quando i beni o i servizi sono forniti e si ha P. IVA, mentre la ricevuta viene emessa dopo il pagamento dei beni o dei servizi e non si ha P. IVA.
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