Divorzio consensuale: come funziona la procedura, tempi e costo
Una delle modalità per mettere la parola fine ad un matrimonio è il divorzio, che può essere giudiziale o consensuale. A quest’ultimo solitamente si ricorre quando i coniugi riescono a trovare un accordo in merito alle questioni principali, l’affidamento dei figli minori, se ci sono, e la gestione e ripartizione del patrimonio. Vediamo come si svolge anche alla luce della più recente normativa.
- Il divorzio consensuale è la strada più rapida e meno conflittuale per porre fine a un matrimonio quando i coniugi riescono a trovare un accordo su tutti gli aspetti della separazione.
- I due possono unificare separazione e divorzio in un unico procedimento (ricorso cumulativo) riducendo sensibilmente tempi e costi.
- Dopo la separazione, possono scegliere percorsi alternativi tra Tribunale, negoziazione assistita e divorzio in Comune.
Il divorzio consensuale rappresenta oggi la soluzione più rapida, economica e serena per chi decide di porre fine al matrimonio. Grazie alla Riforma Cartabia e alle nuove procedure semplificate, è possibile ottenere il divorzio in tempi brevi, anche senza passare dal Tribunale.
Scegliere un approccio collaborativo, con l’assistenza di un buon avvocato, consente di tutelare i figli, evitare conflitti futuri e voltare pagina con equilibrio e rispetto reciproco. La strada del divorzio consensuale o congiunto è possibile soltanto quando, nonostante la fine della relazione affettiva, i coniugi sono rimasti in buoni rapporti.
Come funziona il divorzio consensuale
Al fine di ottenere delle procedure più snelle e veloci, il legislatore negli ultimi anni ha previsto delle novità sul tema. L’obiettivo è quello di adattare le esigenze di chi vuole interrompere definitivamente il proprio progetto di vita insieme alle caratteristiche della società moderna. Per stare al passo con i tempi, in cui tutto va veloce e per ridurre al massimo la durata dei procedimenti giudiziari, sono previste diverse modalità per poter divorziare quando vi è il consenso di entrambi i coniugi.
Per porre fine al vincolo matrimoniale occorre, in primo luogo, che i coniugi siano d’accordo sui seguenti punti:
- regolamentazione dell’affidamento e mantenimento dei figli (piano genitoriale chiaro);
- assegno di mantenimento e criteri di revisione;
- uso dell’abitazione familiare ed eventuali trasferimenti patrimoniali;
- modalità di divisione dei beni e adempimenti fiscali correlati (se presenti trasferimenti immobiliari, indicare eventuali conseguenze fiscali).
Un buon accordo include clausole per la revisione in caso di cambiamenti di reddito o nuove esigenze dei figli.
LEGGI ANCHE Che diritti si perdono con il divorzio?
Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato
- +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
- Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
- Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere
Quali sono i presupposti per il divorzio consensuale
Ci sono alcuni requisiti essenziali per poter pronunciare il divorzio congiunto. In particolare, la pronuncia può essere fatta se si verifica almeno una delle seguenti condizioni:
- i coniugi raggiungono un accordo su tutte le questioni economiche e relative alla vita dei figli;
- sono separati da almeno 6 mesi per una separazione consensuale o 12 mesi per una separazione giudiziale;
- uno dei coniugi è stato condannato in via definitiva per un reato la cui pena prevista è l’ergastolo o superiore a 15 anni;
- il matrimonio non è stato consumato;
- uno dei due coniugi ha ottenuto sentenza di rettifica dell’attribuzione del sesso.
Scopri Come scegliere un avvocato divorzista
Le modalità di divorzio consensuale
Per sciogliere il matrimonio o far cessare gli effetti civili si può procedere in tre modi:
- attraverso la negoziazione assistita che prevede il supporto di avvocati;
- recandosi in Comune;
- presentando ricorso congiunto presso il Tribunale competente, ovvero quello del luogo di residenza o domicilio di almeno uno dei coniugi: si presenta l’accordo al Giudice che lo omologa se rispetta l’interesse dei figli e le norme imperative.
1. Negoziazione assistita
La negoziazione assistita è una modalità introdotta nel 2014 che consente di evitare il classico ricorso al Tribunale. Si svolge dinnanzi alla presenza di due avvocati esperti in diritto familiare in grado di tutelare al meglio l’interesse dei coniugi e dei figli minori o maggiorenni non autosufficienti.
Si svolge al di fuori dell’aula di Tribunale e punta quindi al raggiungimento dell’obiettivo in tempi più ristretti. Si fissano così le varie condizioni del divorzio e il documento redatto dal legale viene trasmetto al Tribunale per l’autorizzazione. In questo caso si alleggerisce il carico di lavoro spettante all’apparato giudiziario.
Ti consigliamo di leggere Negoziazione assistita in materia di separazione e divorzio: come funziona
2. Divorzio in Comune
I coniugi possono decidere di recarsi in Comune al fine di sottoscrivere la richiesta di divorzio. Il Comune verifica i requisiti e provvede alla trasmissione all’Ufficiale di stato civile. In questo caso non si potrà discutere di questioni significative come l’affidamento dei figli, il loro mantenimento e l’assegnazione della casa familiare. Si tratta però della soluzione certamente più economica, non richiedendo l’assistenza di un professionista.
Sebbene siamo di fronte ad una modalità allettante non sempre è una strada percorribile in presenza di figli minori o maggiorenni non autosufficienti, oppure situazioni patrimoniali complesse. Il motivo di tutto questo è che il nostro Paese pone particolare attenzione alla tutela degli interessi dei minori al fine di garantire loro una stabilità emotiva sulla base del principio di bigenitorialità.
Approfondisci Divorzio in Comune: come fare, quando è possibile e quanto costa
3. Divorzio breve
Tra le novità introdotte in questi ultimi anni, vi è anche la riduzione dei tempi necessari per arrivare al divorzio. Per accedere al divorzio consensuale è necessario, oltre al raggiungimento dell’accordo su tutte le questioni patrimoniali e personali, il rispetto del termine previsto dalla legge.
Se non si accede alla procedura congiunta, che consente di effettuare separazione e divorzio insieme, la normativa consente ai coniugi di attendere solo 6 mesi qualora vi sia stata una separazione consensuale. I mesi diventano 12 in caso di separazione giudiziale.
Le novità sono state accolte con molto favore dalle coppie che intendono porre fine al matrimonio in quanto non è più necessario, come in passato, attendere ben tre anni dalla separazione.
LEGGI pure Divorzio breve: cos’è, tempi, costo, termini
Qual è il costo del divorzio consensuale?
Rispetto al passato, i costi giudiziari diretti sono spesso contenuti. Rimangono:
- le parcelle degli avvocati – eventuali onorari per consulenze e la negoziazione assistita, che possono variare tra i 500 e 3.000 euro a seconda del singolo caso;
- le spese amministrative (modelli, marche da bollo, deposito).
Per il divorzio consensuale in Comune è richiesto soltanto un contributo amministrativo minimo per l’istanza, ovvero 16 euro di bollo.
Suggerimenti su come fare e cosa non fare
Per concludere, suggeriamo alcuni consigli pratici da seguire che certamente un avvocato divorzista potrà illustrare:
- non trascurare di inserire clausole di revisione e modalità di calcolo dell’assegno in caso di variazioni di reddito;
- se ci sono proprietà o imprese complesse, valutare per tempo una perizia o una consulenza fiscale;
- evitare accordi “fatti in fretta” senza verificare effetti fiscali o sulla casa familiare: errori di questo tipompossono avere effetti duraturi considerevoli.
Ti potrebbe interessare anche Divorzio: il coniuge può accedere ai dati fiscali dell’ex?
Divorzio consensuale – Domande frequenti
In alcuni casi è possibile richiedere la procedura cumulativa separazione+divorzio se l’accordo è completo; le riforme recenti hanno ampliato questa possibilità, ma la fattibilità dipende dal caso concreto.
No: ci sono spese amministrative e gli onorari professionali; il divorzio consensuale in Comune è sicuramente la strada migliore per risparmiare, ma non è sempre percorribile.
No, in caso di divorzio in Comune o con negoziazione assistita, non si passa per l’udienza in Tribunale.
Con le nuove regole, il divorzio consensuale può essere definito in uno o due mesi se l’accordo è completo.
Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato
- +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
- Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
- Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere