Donazione del seme in Italia: cosa si intende e come funziona
Come funziona la donazione del seme in Italia? Vediamo quali sono le caratteristiche dei donatori e se si tratta di una pratica che prevede un compenso.
- In Italia è possibile donare il seme.
- Il liquido seminale viene conservato in quelle che prendono il nome di banche del seme, ma si tratta più propriamente di centri specializzati in procreazione assistita.
- Attualmente, le coppie omosessuali non possono fare ricorso alla fecondazione assistita per avere un figlio in caso di infertilità.
L’infertilità maschile è una delle ragioni per le quali diverse coppie non riescono ad avere figli. La donazione del seme è una delle procedure che fanno da ponte al superamento di questo ostacolo.
Donare il proprio sperma è un gesto di solidarietà, che deve essere compiuto in modo volontario e senza costrizione alcuna. I donatori devono essere uomini sani, il cui sperma viene considerato “di buona qualità”.
Vedremo a breve cosa significa tutto questo, specificando quali sono i requisiti che devi possedere nel caso in cui tu voglia diventare donatore di sperma, a quali esami devi andare incontro e come funziona una banca del seme.
Quali coppie ricorrono alla donazione del seme
Sbattere contro lo scoglio del “non possiamo avere figli” quando questo rappresenta il tuo desiderio più grande è difficile da accettare. Alle ingiustizie della vita, però, a volte si può reagire e la donazione del seme rappresenta un grandissimo assist per tante coppie.
Tra i motivi più frequenti per i quali si potrebbe aver bisogno di rivolgersi a una banca del seme ci sono:
- l’assenza di spermatozoi (azoospermia) nel liquido seminale;
- la presenza di gravi patologie che complicano la fecondazione in vitro, oppure di malattie genetiche che non si possono individuare nell’embrione;
- il sussistere di anomalie cromosomiche nello sperma.
Non esiste una banca del seme a livello nazionale, ma è possibile rivolgersi ai centri dislocati sul territorio che si occupano di PMA – Procreazione Medicalmente Assistita – che si possono contattare per diventare donatori.
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Quali sono i requisiti per donare il seme?
La normativa in vigore in Italia richiede ai donatori di sperma di essere in possesso dei seguenti requisiti:
- avere un’età compresa tra i 18 e i 40 anni, anche se alcune cliniche hanno fissato un limite anagrafico più limitante, ovvero 35 anni;
- non si devono avere malattie genetiche, alterazioni ereditarie, né malattie infettive (quali l’HIV o l’epatite B e C);
- ci si deve trovare in un buono stato di salute fisica e mentale, che deve essere confermato da test medici e psicologici.
Lo sperma dei donatori deve poi essere di ottima qualità: l’obiettivo è infatti fare in modo che sopravviva al congelamento e che, pertanto, riesca a dare alle coppie con problemi di fertilità maschile la speranza di poter avere un figlio (o una figlia). A questo proposito, viene solitamente eseguito un esame che prende il nome di spermiogramma.
È molto importante sottolineare che la donazione è un atto disinteressato e volontario e che, in Italia, il donatore è sempre anonimo. I dati del donatore possono eventualmente essere richiesti in presenza di eventuali malattie riscontrate nel nascituro. Non necessariamente deve anche essere celibe.
Per prevenire il rischio di incesto, quindi di unioni non consapevoli tra consanguinei, ogni donatore può avere un massimo di 10 figli derivanti dalla procreazione assistita.
Come funziona la donazione alla banca del seme?
Facciamo un esempio pratico di come funziona la donazione del seme nel nostro Paese. Il donatore di turno deve rivolgersi a una delle cliniche operanti in Italia, di sua spontanea iniziativa.
I campioni di sperma che sono stati donati vengono per prima cosa conservati in quarantena, per almeno 6 mesi, tramite una procedure di crioconservazione. In questo modo, si esclude la presenza di eventuali malattie sessualmente trasmissibili. In più, il donatore:
- viene anche sottoposto a specifici test genetici;
- deve compilare un’anamnesi in modo tale che si possa individuare la presenza di malattie genetiche in famiglia, nelle generazioni precedenti, che potrebbero essere trasmesse alla prole. Questo è il motivo per cui le persone che sono state adottate non possono donare il loro seme.
Se il donatore viene approvato e il suo liquido seminale ha confermato la sua resistenza al congelamento, ovvero dimostrato che la crioconservazione non ne intacca la qualità, dopo 6 mesi viene nuovamente controllato. Il liquido seminale che risulta sano diventa dunque campione da utilizzare per i trattamenti di fertilità.
Si tratta, in pratica della:
- inseminazione intrauterina;
- fecondazione in vitro (FIV), in cui l’ovulo viene fecondato dallo sperma in laboratorio e poi impiantato nell’utero della donna.
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Cos’è la fecondazione eterologa
Se la fecondazione assistita è regolata in Italia dalla legge n. 40/2004 e può essere praticata soltanto dalle coppie maggiorenni eterosessuali, sposate o conviventi, la fecondazione eterologa era inizialmente vietata.
Questa pratica, che consiste nel ricorso a un ovulo o del seme esterni alla coppia, è stata dichiarata legale con la sentenza del 9 aprile 2014 della Corte Costituzionale.
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Quanto costa depositare il seme?
Ci sono Stati, come l’America, che sono conosciuti in tutto il mondo per il fatto che si ricevono dei soldi quando si dona. Per esempio, negli Stati Uniti i donatori di plasma vengono retribuiti. Quelli di sperma, invece, ricevono solo una sorta di rimborso spese.
Per quanto riguarda l’Italia, la situazione è abbastanza simile in merito allo sperma. Il donatore di seme non riceve un vero e proprio compenso, ma una sorta di indennizzo per il tempo speso e la decisione, consapevole e volontaria, di donare i propri gameti. In Italia, quindi, lo sperma non si può vendere.
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Donazione del seme – Domande frequenti
Non esiste la banca del seme in Italia, come se fosse la Banca d’Italia della fertilità, ma ci sono diverse cliniche che si occupano di crioconservazione dello sperma, ovvero di procreazione assistita.
I donatori di seme che rientrano nei requisiti previsti dalla legge vengono sottoposti a esami di laboratorio e alla ricostruzione della propria storia familiare, in modo da individuare la presenza di malattie sessuali o ereditarie.
In realtà, i donatori di seme in Italia non vengono pagati in modo diretto, ma è eventualmente previsto una sorta di rimborso per il tempo speso o il costo del trasporto per raggiungere la clinica.
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