Furto in azienda: chi paga?
Cosa succede se si ruba in azienda? Quanto tempo ha il datore di lavoro per denunciare un furto? Vediamo quali sono le possibili implicazioni.
- Il furto in azienda è un evento di una certa gravità.
- Si potrebbe essere denunciati per i reati di furto e/o di appropriazione indebita.
- Il lavoratore che ha rubato potrebbe poi rischiare il licenziamento per giusta causa.
Supponiamo che in un’azienda siano spariti dei soldi. Il datore di lavoro ha qualche sospetto, ma non ha la certezza di chi possa essere il colpevole. Ha deciso di non presentare querela contro ignoti.
Tuttavia, vorrebbe riottenere i soldi mancanti addebitandoli ai propri dipendenti, ovvero trattenendo una quota direttamente dalla busta paga, a titolo di risarcimento. Avrebbe il diritto di farlo?
Vediamo cosa dice la giurisprudenza in materia e analizziamo, invece, quali possono essere le conseguenze penali in caso di furto in azienda, in particolare in relazione all’eventuale licenziamento del lavoratore.
Furto in azienda: possono pagare i dipendenti?
Una situazione come quella appena descritta è illegittima in quanto il datore di lavoro non può far pagare dei costi ai propri dipendenti per un danno procurato da un soggetto ignoto.
Potrebbe infatti chiedere il risarcimento del danno per un furto aziendale soltanto in presenza di due condizioni:
- ci sia un dipendente che ammetta di essere colpevole del furto;
- il dipendente sia stato denunciato e un giudice abbia già valutato la sua condotta illecita. In questo caso, oltre alle sanzioni penali, potrà anche intraprendere una causa civile per ottenere il risarcimento del danno subito.
Il datore di lavoro non può neanche prendersela con un unico dipendente, solo perché ha dei sospetti nei suoi confronti, se non ha le prove per dimostrare che siano fondati. In generale, in assenza di prove, sia l’applicazione di una sanzione disciplinare, sia la richiesta di un risarcimento danni saranno considerate illegittime.
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Quando pagano i dipendenti per furto
Qual è il caso in cui il datore di lavoro può riuscire a recuperare i soldi sottratti in azienda direttamente dalle buste paga dei dipendenti? Questi potrebbero essere accusati, per esempio, di scarsa diligenza nel controllo dei soldi rubati.
In tale ipotesi, il datore di lavoro dovrà:
- rispettare il procedimento disciplinare previsto dallo Statuto dei lavoratori;
- in un secondo momento, fare causa civile con richiesta di risarcimento del danno subito.
Sarà il giudice, al termine della causa, a stabilire se da parte dei dipendenti c’è stata effettivamente scarsa diligenza nel controllo dei soldi. Potrebbe in questo caso condannarli al pagamento di una somma di denaro.
Solo in questa evenienza, quindi, il datore di lavoro potrebbe trattenere dalla busta paga l’importo dovutogli dal singolo lavoratore. La giurisprudenza in materia ha precisato che la trattenuta può essere anche superiore a un quinto dello stipendio (limite che viene invece applicato nelle ipotesi dei pignoramento).
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Furto in azienda: reato
Chi ruba in azienda commette un gesto particolarmente grave. Oltre a commettere un reato, viene a mancare il patto di fiducia che si instaura tra lavoratore e azienda al momento dell’assunzione.
Questo è il motivo per il quale non si va incontro soltanto a conseguenze di tipo penale, in quanto, tra i provvedimenti disciplinari ci può essere anche il licenziamento del lavoratore, soprattutto nei casi in cui il furto abbia creato un danno considerevole al patrimonio aziendale.
Il dipendente che ruba potrebbe intanto essere denunciato per appropriazione indebita (646 cp), che prevede la pena della reclusione da 2 a 5 anni e una multa da 1.000 a 3.000 euro, e/o per il reato di furto (624 cp), che prevede la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 154 a 516 euro.
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Licenziamento per furto: come dimostrarlo
Nel caso di furto subito sul luogo di lavoro, il dipendente che ha rubato può essere licenziato per giusta causa, ai sensi dell’art. 2119 del Codice civile. Questo licenziamento avviene senza preavviso, quindi in tronco. Nei casi di minore gravità, al licenziamento può essere invece dato un preavviso: si parla allora di licenziamento per giustificato motivo soggettivo.
Per procedere a un licenziamento per furto aziendale, dovrà essere rispettato il procedimento disciplinare previsto dallo Statuto dei lavoratori. Quindi, deve essere inviata al dipendente una lettera di contestazione.
Nella lettera dovrà essere descritto nei dettagli il furto, quindi quanti e quali beni sono stati sottratti, quando si è verificato. Si dovranno illustrare anche le prove possedute, che possano dimostrare in modo inconfutabile chi è il colpevole, come per esempio i filmati delle telecamere o le testimonianze dirette di qualcuno che ha assistito al furto. Non si potrà infatti licenziare un lavoratore sul quale si hanno semplicemente dei sospetti.
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Licenziamento per furto: procedura
Prima della denuncia per furto sul lavoro, quindi, il furto dovrà essere contestato. La lettera di contestazione, però, deve essere inviata al dipendente nel più breve tempo possibile – in molti casi, ciò non può avvenire perché, a seconda del bene rubato, ci si può accorgere della sua mancanza dopo tanto tempo.
È molto probabile che se si aspetta troppo tempo, il licenziamento tardivo del dipendente sia considerato illegittimo. Questo perché se il datore di lavoro ha aspettato troppo tempo per contestare un furto, molto probabilmente lo considerava un fatto lieve. Potrebbero comunque esserci dei casi particolari in cui anche il licenziamento tardivo sarebbe giustificato, come per esempio la presenza di una struttura organizzativa aziendale molto complessa che rallenti le verifiche.
Dalla formulazione della contestazione, il dipendente ha 5 giorni di tempo per presentare le sue difese e può chiedere di essere sentito. I contratti collettivi di lavoro possono poi prevedere anche delle tempistiche più lunghe, quindi il dipendente potrebbe avere dalla sua più tempo.
Al termine del procedimento disciplinare, l’azienda potrà dunque decidere se accogliere le giustificazioni del dipendente, oppure procedere con il licenziamento.
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Furto in azienda – Domande frequenti
Il datore di lavoro potrà denunciare un dipendente solo se abbia le prove della sua colpevolezza, per esempio in caso di furto in azienda, altrimenti non più addebitare il costo di quanto rubato agli altri dipendenti.
La prima cosa da fare dovrebbe essere quella di informare per tempo il datore di lavoro, che potrà prendere decisioni in merito.
Il dipendente potrebbe essere denunciato per furto e/o appropriazione indebita e scontare le relative conseguenze penali.
Sì, si potrebbe rischiare anche il licenziamento perché non viene presa in considerazione la quantità di merce rubata, ma il venire meno del patto di fiducia con l’azienda.
No, si deve essere in possesso di prove concrete per le quali si può denunciare il dipendente per una condotta illecita, come il furto di un bene aziendale.
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