Usurpazione di funzioni pubbliche vs rifiuto e omissione di atti d’ufficio

Il reddito di cittadinanza può essere richiesto solo se si è in possesso di determinati requisiti, per il quali è necessario fornire il proprio ISEE.
Cosa si rischia in caso di presentazione di un ISEE falso? Quali sono le conseguenze penali in caso di indebita percezione del reddito di cittadinanza? Vediamo di seguito tutto quello che c’è da sapere in merito.
Il reddito di cittadinanza si potrà ricevere soltanto se si rientrerà in specifici requisiti di reddito, in relazione ai quali sarà necessario presentare un’autodichiarazione contenente le condizioni economico-reddituali del proprio nucleo familiare.
Nel caso di attestazione di falso si verificherà non solo la perdita del sussidio, ma anche l’impossibilità di ottenere il beneficio economico per i successivi 10 anni – oltre che l’applicazione di sanzioni di tipo penale.
I beneficiari del RdC sono coloro i quali:
In aggiunta, il proprio patrimonio immobiliare non dovrà essere superiore ai 30.000 euro, mentre quello mobiliare dovrà mantenersi al di sotto dei 6.000 euro, soglia incrementata di 2.000 euro per ogni componente del proprio nucleo familiare.
Sarà possibile richiedere il reddito di cittadinanza solo se in possesso delle condizioni elencate nel paragrafo precedente e se nessun componente del nucleo familiare abbia:
Nell’ipotesi in cui si possedessero tutti i requisiti di accesso al RdC, si dovrebbe poi procedere con dei passaggi fondamentali, necessari a sostenere il lavoratore nella ricerca di un nuovo lavoro, che rappresenta il vero obiettivo del beneficio.
In particolare, si tratterebbe:
Nei casi in cui non si procedesse in tal senso o qualora dovessero cambiare le proprie condizioni reddituali, il reddito di cittadinanza si perderebbe in automatico. Non a caso, dopo i primi 18 mesi dalla prima ammissione al RdC bisognerà aggiornare la dichiarazione ISEE presentata.
Oltre a una situazione nella quale si ometta di comunicare un’eventuale variazione delle proprio condizioni economiche o lavorative, un altro caso nel quale il reddito di cittadinanza sarebbe revocato è quello in cui emerge che sono stati dichiarati dei dati falsi relativi all’ISEE.
Questa seconda ipotesi può avere delle conseguenze molto gravi: la dichiarazione mendace, infatti, rappresenta una vera e propria truffa ai danni dello Stato, per la quale possono configurarsi due reati differenti.
In particolare l’art. 7 del d.l. n. 4/2019 prevede che “chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all’articolo 3, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni”.
Nel caso di “omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio” la pena prevista è, invece, la reclusione da 1 a 3 anni.
Ci sono diverse casistiche nelle quali si può verificare la perdita del reddito di cittadinanza: ecco quali sono le più comuni.
La dichiarazione di ISEE falso può comportare delle conseguenze di tipo penale: ecco in quali casi si configura un reato.
Il controllo dei dati ISEE viene effettuato dall’INPS: tuttavia si tratta sempre di controlli che avvengono in un secondo momento e mai in via preventiva.