Torna l’abuso d’ufficio: la direttiva Ue anticorruzione porta il Governo a fare un passo indietro
Il Governo Meloni ha cancellato l'abuso d'ufficio dal nostro Codice penale nel 2024, ma la direttiva UE anticorruzione impone l'obbligo di introdurre un reato molto simile nella sua funzione. Cosa succederà?
- Consiglio e Parlamento UE hanno raggiunto un accordo su una nuova Direttiva Anticorruzione.
- La Direttiva prevede l’introduzione obbligatoria del reato di “esercizio illecito di funzione pubblica“, l’equivalente sostanziale dell’abuso d’ufficio (articolo 323 del Codice Penale), che il Governo Meloni aveva abrogato nel 2024.
- Gli Stati membri, inclusa l’Italia, avranno due anni dalla pubblicazione della Direttiva per recepire le nuove norme.
L’Europa ha segnato una svolta decisa nella lotta alla corruzione. Con l’accordo raggiunto tra il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo sulla nuova Direttiva Anticorruzione, l’Italia si trova ora di fronte all’obbligo di reintrodurre una fattispecie penale analoga all’abuso d’ufficio, recentemente cancellato dal codice penale italiano. Quali sono i cambiamenti l’orizzonte?

La nuova direttiva UE: standardizzazione e reati obbligatori
L’obiettivo primario della nuova Direttiva Anticorruzione è stabilire uno standard minimo a livello comunitario per la definizione e la sanzione dei reati di corruzione. Questo assicurerà che una serie di atti criminali siano definiti e puniti in modo simile in tutti gli Stati membri, rendendo più efficaci le indagini transnazionali.
I reati che diventeranno obbligatoriamente punibili in tutta l’UE includono:
- corruzione nel settore pubblico e privato;
- appropriazione indebita;
- traffico di influenze;
- intralcio alla giustizia;
- arricchimento da reati di corruzione;
- occultamento;
- gravi violazioni dell’esercizio illecito di funzioni pubbliche.
La Direttiva, che si avvia verso il via libera definitivo dopo il voto in plenaria e l’okay del Consiglio europeo, dovrà essere recepita dagli Stati membri entro due anni dalla sua pubblicazione.
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Esercizio illecito di funzione pubblica: il ritorno dell’abuso d’ufficio
Il punto di maggiore impatto per l’ordinamento italiano è rappresentato dall’articolo 11 della Direttiva. Questa norma stabilisce che gli Stati membri dovranno adottare misure per rendere punibili come reato penale almeno alcune gravi violazioni della legge nell’esecuzione o nell’omissione di un atto da parte di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, a condizione che siano commesse intenzionalmente.
Questo concetto di “esercizio illecito di funzione pubblica” è considerato l’equivalente funzionale dell’abuso d’ufficio, abrogato in Italia nel 2024.
L’abuso d’ufficio, che era disciplinato dall’articolo 323 del Codice Penale prima della sua cancellazione, puniva il pubblico ufficiale che, abusando del suo potere, procurava a sé o ad altri un ingiusto vantaggio o un danno. La sua reintroduzione, seppur sotto una diversa denominazione e probabilmente con una formulazione più circoscritta, è ora un obbligo normativo europeo.
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Perché l’abuso d’ufficio era stato abrogato in Italia?
La decisione del Governo Meloni di eliminare il reato di abuso d’ufficio nel 2024 è stata motivata principalmente da un dato statistico: circa il 94% dei procedimenti penali aperti per questo reato si concludeva con un’assoluzione. L’obiettivo dichiarato del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, era quello di porre fine alla cosiddetta “paura della firma” e alla paralisi amministrativa, liberando i pubblici ufficiali dal timore di indagini ingiustificate.
L’abrogazione era stata preceduta anche da un pronunciamento della Corte Costituzionale, che aveva stabilito che la cancellazione della norma non era incostituzionale. Tuttavia, con l’accordo sulla Direttiva UE, il reato viene ora ritenuto vitale nella lotta alla corruzione a livello europeo.
La sua reintroduzione obbligatoria per le “gravi violazioni” è vista da alcune forze politiche, come il Movimento 5 Stelle, come un segnale che l’Europa non accetta che i Paesi membri rimuovano strumenti essenziali per contrastare i soprusi, il clientelismo e gli abusi di potere
Il recepimento della Direttiva da parte dell’Italia nei prossimi due anni richiederà, pertanto, una nuova modifica del Codice Penale per reintrodurre una norma che incrimini l’esercizio illecito di funzione pubblica, specialmente nelle sue forme più gravi e intenzionali.
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