Doxing: cos’è, quali sono i rischi e come difendersi
Il doxing è un fenomeno in forte crescita: per aiutarti a proteggerti, ecco tutto ciò che dovresti sapere per prevenire la diffusione illegale di informazioni e dati personali.
- Il doxing è una pratica illegale che consiste nella raccolta e diffusione di dati e informazioni personali, senza l’acquisizione del preventivo consenso da parte del soggetto avente diritto.
- Il doxing può configurare sia un illecito civile sia un reato;
- Nel doxing a essere illegale non è l’accesso in un sistema informatico, ma la raccolta di dati e la successiva diffusione.
Da qualche anno è sempre più ricorrente il termine doxing (o anche doxxing) che, tradotto, significa documenti. Si tratta di una forma di cyberbullismo, consistente nella raccolta e nella successiva divulgazione di informazioni e dati personali, anche sensibili, senza l’acquisizione del preventivo consenso della persona interessata, al solo fine di utilizzarli per scopi illegali o dannosi.
Il fenomeno del doxing, seppur già presente dagli anni ’90, è diventato un problema concreto con enormi conseguenze per chiunque oggi utilizzi internet anche solo per motivi di lavoro, perché può essere utilizzato come uno strumento di pressione e ritorsione da malintenzionati.
Il doxing è una pratica illegale, che rientra a pieno titolo nelle violazioni in materia di privacy con conseguenze civili e penali molto serie. Gli strumenti per difendersi non sono ancora così efficaci e questo perché il mondo virtuale e anche le condotte illecite che in esso sono perpetrate “viaggiano” a una velocità nettamente superiore rispetto alle tempistiche della politica.
Cos’è il doxing
Come accennato, il doxing è una pratica informatica che consiste nella raccolta e nella diffusione di informazioni personali con intenti malevoli, al fine di danneggiare pubblicamente la persona colpita, mediante la divulgazione di qualsiasi dato privato del soggetto.
Il danno che l’autore del doxing intende arrecare può assumere diversa natura: può infatti riguardare una sfera più personale e privata e, in tal caso, la raccolta e la diffusione si concentra su opinioni espresse o manifestazioni di un libero pensiero, ma può anche avere carattere economico e finanziario, con la conseguenza che le informazioni rubate riguarderanno dettagli di carte di credito, numeri di telefono personali, ecc.
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Differenza tra doxing e hacking
Per meglio chiarire che cosa si intende per doxing, è inevitabile il confronto con un altro similare fenomeno, ovvero l’hacking, che è sempre una pratica illegale, ma che si realizza con modalità diverse
Diversamente dal doxing, infatti, l’hacking si configura quando le informazioni e i dati sono acquisite mediante l’accesso non autorizzato a un dispositivo digitale, un sistema di elaborazione o una rete informatica (violazione di un account, acquisizione di credenziali o accesso non autorizzato a un dispositivo o a un sistema).
Nel doxing, l’introduzione non autorizzata generalmente non si realizza, perché ad essere illecito non è l’accesso ma la raccolta di dati personali per la diffusione non autorizzata, per finalità vessatoria, persecutoria o diffamatoria. I dati e le informazioni che il criminale utilizza sono già disponibili in rete. Ciò, tuttavia, non deve (erroneamente) indurre a pensare, che il doxing non sia illegale o non abbia serie conseguenze.
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Come funziona il doxing
Il fenomeno del doxing sfrutta la vulnerabilità dei dati e delle informazioni che ormai si trovano facilmente su internet. La realizzazione di tale pratica prevede la raccolta di informazioni mediante veri e propri attacchi informatici e la divulgazione immediata su siti o portali di condivisione, al fine di danneggiare pubblicamente la vittima.
In altri casi, l’obiettivo di chi lo pratica è, invece, quello di informare la vittima di essere riuscito a ottenere informazioni e dati, eventualmente per ricattarlo per costringerlo a compiere una determinata azione o per estorcere denaro (in questo, si può comparare al Sextortion).
Un esempio di doxing può essere rappresentato dalla pubblicazione dell’indirizzo di casa o del numero di telefono, invitando gli utenti online a molestare la vittima, o ancora è doxing la divulgazione di foto e screenshot personali, acquisiti da archivi web e diffusi per umiliare la persona.
Quali dati vengono colpiti dal doxing
Per realizzare le condotte sopra esposte, i dati personali che vengono colpiti dal doxing possono essere diversi e riguardare la sfera personale (salute, inclinazioni personali, preferenze sessuali, credo religioso) o pubblica (scelte politiche) o anche la situazione economico finanziaria.
In ogni caso, qualsiasi dato personale sia illecitamente acquisto da parte dell’hacker, il doxing configura una violazione della normativa in materia di privacy, perché equivale a un trattamento illecito di dati personali. La protezione dei dati personali, nel nostro Paese, è in continua evoluzione in ragione dell’altrettanto costante aumento di condotte come cyberbullismo e cyberstalking perpetrate online e che minacciano la privacy digitale.
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Cosa prevede la legge italiana e il GDPR sul doxing
Attualmente, i principali riferimenti normativi in tema di privacy, rilevanti ai fini dell’inquadramento di condotte di doxing, sono rappresentati dal Codice Privacy italiano (D.Lgs. n. 196/2003), così come modificato dal successivo D.Lgs. n. 101/2018 per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del c.d. GDPR, ossia il Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016.
La pubblicazione di informazioni identificative senza consenso della persona interessata è considerata dal GDPR una violazione dei dati personali (art. 4) a tutti gli effetti. Ciò in quanto, ai sensi del successivo art. 5 GDPR, qualunque diffusione di dati personali, senza la preventiva acquisizione dell’altrui consenso, mette in discussione principi generali fondamentali come la liceità, la correttezza e la trasparenza, nonché l’integrità e riservatezza, sui quali si fonda l’intera regolamentazione del trattamento dei dati personali.
Quali sono le sanzioni in caso di doxing
Il doxing può integrare sia un illecito civile, sia un reato penale. Nelle ipotesi in cui la condotta di raccolta e divulgazione di dati e informazioni personali abbia esclusivamente rilievo ai fini civilistici, in tal caso, ai sensi degli artt. 82, 83 e ssGDPR, l’autore della condotta, qualora identificato, può essere ritenuto responsabile ed essere condannato non solo al pagamento di un risarcimento del danno a favore della persona interessata, ma anche a sanzioni di carattere amministrativo.
Una volta acclarata la responsabilità, il Garante Privacy interviene con ordini di rimozione e inibizioni del comportamento molesto.
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Il doxing è reato?
In alcuni casi, il doxing può assumere rilevanza penale e configurare un reato. Con riferimento alla responsabilità penale, si registra la difficoltà della legislazione a “stare al passo” delle nuove sfide della criminalità digitale. Ciò in quanto, non è sempre possibile ricondurre la condotta in una delle fattispecie tipiche previste dal codice penale.
Al riguardo, tuttavia, la raccolta e la diffusione non autorizzata di informazioni e dati perpetrata tramite il doxing, pur non essendo ancora specificamente normata, può integrare diverse tipologie di illecito penale, quali:
- il reato di diffamazione (art. 595 c.p.);
- il reato di minaccia e stalking (artt. 612 e 612-bis c.p.);
- l’accesso abusivo a sistemi informatici (art. 615-ter c.p.);
- il reato di molestia (art. 660 c.p.);
- la diffusione illecita di immagini sessuali (art. 612-ter c.p.).
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Perché il doxing è così diffuso
La velocità con la quale si diffonde il doxing è dovuta all’anonimato, che rende la perseguibilità di tali condotte ancora più complicata
Nel mondo virtuale, l’autore del doxing opera “protetto” dall’anonimato, garantito dalla possibilità che internet offre a tutti gli utenti, ovvero l’offuscamento della identità personale, attraverso la creazione di nickname inventati, email provvisorie e identità fittizie.
A ciò, si aggiunge il fatto che l’autore del doxing, non tentando di entrare abusivamente in sistemi informatici, in linea generale, lascia molte meno tracce e possibilità di essere rintracciato.
Ciò tuttavia non rende il doxing non totalmente impunibile, poiché, se attivata tempestivamente la denuncia, soprattutto con l’aiuto di un legale, è possibile riuscire a ottenere una adeguata tutela.

Come proteggersi dal doxing online
È importante chiarire che non è sempre facile o possibile ottenere tutela dalle pratiche di doxing e ciò, come chiarito, per la “lentezza” della legislazione rispetto alla costante crescita di tali fenomeni criminali in rete.
Per proteggersi dal doxing è utile attuare una serie di accortezze, che non significa non utilizzare internet, ma moderare il quantitativo di informazioni che si mettono online o aumentare il livello si sicurezza base.
Altri utili accorgimenti possono riguardare i social: rendere privati i profili social e controllare scrupolosamente cosa è visibile a persone non amiche o non follower e, ancora, evitare la pubblicazione di foto di minori.
Come reagire al doxing: cosa fare subito
Se non si riesce a mettere in atto misure preventive per evitare di diventare vittima di doxing, è importante agire subito. L’errore probabilmente più frequente che commette la vittima di doxing è quello di rispondere, perché rispondere vuol dire continuare a interagire e, conseguentemente, significa cadere nella trappola del criminale, il cui obiettivo è carpire nuove informazioni e nuovi dati che possono essere anch’essi raccolti e diffusi e, dunque, nuovamente violati.
Altro passo da fare immediatamente è segnalare alla piattaforma ove avvengono condotte riconducibili al doxing e alla Polizia Postale o ai Carabinieri per ottenere, nell’immediato (o quasi), la rimozione delle divulgazioni e in un secondo momento riuscire a individuare (si spera) il responsabile per perseguirlo nelle opportune sedi.
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