Salario minimo: cos’è, proposte e quando entra in vigore in Italia
Quali sono i motivi per cui in Italia, Paese con una presenza sindacale ben radicata, non esiste ancora un salario minimo legale e qual è la situazione nel resto d'Europa.
- Il salario minimo legale rappresenta la retribuzione minima spettante ai lavoratori, che viene disciplinata dalla legge.
- Può essere inteso come compenso orario, giornaliero e mensile.
- In questo momento l’Italia, a differenza di altri Paesi europei, non ha una legge che disciplini il salario minimo.
Per salario minimo si intende un compenso di base stabilito dalla legge che dovrebbe essere garantito a tutti i lavoratori. La sua principale funzione è quella di assicurare una retribuzione proporzionata all’attività lavorativa, cercando dunque di combattere la povertà.
La presenza di una legge nazionale, in pratica, interviene sulla contrattazione, imponendo un importo minimo salariale (orario, giornaliero, mensile) da rispettare. Il problema dell’Italia è che, in questo momento, non esiste un salario minimo approvato dallo Stato.
La misura non deve essere confusa né con il reddito minimo, il cui scopo è di garantire un minimo vitale a chiunque si trovi in uno stato di bisogno (non solo ai lavoratori, dunque), né con il reddito di cittadinanza, che rappresenta una forma di sussidio provvisorio.
Salario minimo legale
La normativa sul salario minimo è in corso di studio e approvazione in Italia. Analizzando l’art. 36 della nostra Costituzione, ogni lavoratore ha il diritto a ricevere una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Nonostante venga nello scritto affermato il diritto a un salario minimo, nella pratica non è mai stata introdotta una legge in tal senso. È stata invece data libertà alle associazioni sindacali, le quali possono stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce (art. 39 Cost.).
La mancanza di una connessione tra i due articoli e di un coordinamento “dall’alto” ha portato la questione del salario minimo a diventare sempre più pressante, anche in considerazione della presenza di leggi ad hoc introdotte, invece, in diversi altri Paesi.
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Salario minimo in Italia
Un primo intervento normativo sul tema del salario minimo è avvenuto in occasione del cosiddetto Jobs Act, ovvero la legge n. 183/2014.
Nella pratica, era stata prevista una deroga al Governo avente l’obiettivo di inserire un salario minimo legale per quelle attività non regolamentate dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali.
Nei fatti, tale delega non fu mai attuata, anche perché la sua approvazione fu seguita da una forte opposizione da parte dei sindacati.
Ci furono poi altri tentativi:
- il Disegno di Legge 310/2018, del Partito Democratico: fu proposto un salario minimo di 9 euro netti;
- il Disegno di Legge 658/2018 del Movimento 5 Stelle, nel quale la proposta di salario minimo era pari a 9 euro lordi.
Tornando a oggi, il Governo sta lavorando all’elaborazione di una proposta comune e condivisa, che non si areni in Parlamento come è già successo con i disegni di legge precedenti. Vediamo quali sono le possibili soluzioni messe in campo.
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Salario minimo 2023: ipotesi di legge
Sono 6 le proposte di legge depositate finora, per le quali la soglia del salario minimo si aggira tra i 9 e i 10 euro.
Proposte del PD | Proposta dal Movimento 5 Stelle | Proposta di azioni | Proposta di Avs |
La retribuzione di riferimento del salario minimo dovrebbe essere quella prevista dai contratti collettivi nazionali più rappresentativi In assenza di un contratto collettivo, ci dovrebbe essere un decreto successivo a una consultazione con la Commissione interistituzionale | Il salario minimo non dovrà essere inferiore a 9 euro lordi | Si propone un salario minimo di 9 euro l’ora, da applicare a tutti i lavoratori dipendenti e ia lavoratori saltuari e parasubordinati Lo stesso dovrà essere comprensivo della tredicesima, del TFR, del “salario differito” e di eventuali benefit accessori | Il salario minimo stabilito dal contratto collettivo nazionale non dovrà essere inferiore a 10 euro lordi |
La soglia del salario minimo sarebbe fissata a 9,50 euro all’ora | Si cerca di valorizzare i contratti collettivi nazionali, anche se si punta il dito contro alcuni di essi, nei quali il salario minimo è troppo basso | ||
Un’altra proposta non individua una cifra minima, ma rimanda alla contrattazione collettiva nazionale Prevede inoltre multe da 1.000 a 10.000 euro a lavoratore per chi non rispetta il salario minimo | Per esempio, nel CCNL del settore tessile e dell’abbigliamento il trattamento minimo retributivo è pari a 7,09 euro |
Salario minimo: pro e contro
Secondo i dati dell’Osservatorio sui Conti pubblici italiani, portare il salario minimo a 9 euro lordi porterebbe a un incremento del costo del lavoro per le aziende. In aggiunta, confrontando questo valore con quello dei 28 Paesi OCSE nei quali è già in vigore un salario minimo, si tratterebbe dell’importo più alto tra tutti.
Dall’altro lato, però, si dovrebbe fare in modo che la retribuzione minima garantita non sia troppo bassa, altrimenti non riuscirebbe ad assolvere la funzione per la quale si vorrebbe istituire.
Un salario minimo troppo alto, invece, porterebbe le aziende a ridurre il numero di lavoratori regolari, con il rischio che cresca anche il lavoro in nero. L’OCSE prospetta la soluzione di un salario minimo compreso tra i 5 e i 7 euro, che sia in linea con gli standard degli altri Paesi europei.
Secondo i sindacati dei lavoratori, invece, il salario minimo rappresenterebbe un ostacolo, in quanto porterebbe alla violazione dell’autorità salariale che caratterizza da sempre le parti sociali.
Si rischierebbe inoltre di imporre un salario minimo che non tenga conto di altri elementi che fanno parte dei CCNL, come le mensilità aggiuntive, basandosi su un minimo che potrebbe risultare perfino più basso rispetto a quello previsto da un singolo contratto collettivo.
Salario minimo Europa
L’Unione europea non può imporre agli stati membri uno standard minimo salariale comune a tutti, in relazione a quanto previsto all’art. 153 par. 5, del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
Soltanto in 6 Paesi, ovvero Italia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Cipro e Austria, si fa riferimento alla contrattazione collettiva nazionale. Negli altri casi, invece, è in vigore una legge.
In Gran Bretagna, il salario minimo è stato introdotto nel 1998, con il National Minimum Wage Act (NMW) di Tony Blair. Viene applicato ai lavoratori con contratto di lavoro subordinato, ma anche ai lavoratori che rientrano nel nostro lavoro parasubordinato.
Viene invece escluso ai casi di:
- lavoro familiare;
- forze armate;
- lavoro occasionale sotto i 16 anni;
- volontariato.
Leggi la nostra guida su Quattordicesima lavoratori: cos’è, chi ne ha diritto, quando arriva, calcolo
Salario minimo Francia
Il salario minimo legale esiste in Francia dal 1950. Lo SMIG – salarie minimum interprofessional garanti – nasce come misura di sussistenza. Nel 1970 è stato rimpiazzato dallo SMIC – salarie minimum interprofessional de croissance – in vigore ancora oggi per tutti i lavoratori subordinati del settore privato.
Salario minimo Germania
In Germania è stata approvata la Legge di sostegno alla contrattazione collettiva nel 2014: dal 1° gennaio 2015 sussiste un salario minimo pari a 8,50 euro, per tutti i lavoratori subordinati occupati in Germania, ma anche per quelli maggiorenni, dipendenti di imprese tedesche in altri paesi europei.
In caso di violazione della norma in vigore, sono previste delle ammende fino a un massimo di 500.000 euro.
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Salario minimo – Domande frequenti
Non esiste uno salario minimo all’ora valido per tutti in quanto si fa riferimento ai singoli contratti collettivi nazionali.
Sostanzialmente, il salario varia in base alle prestazioni lavorative, come le ore o i giorni, mentre lo stipendio è una quota fissa. In generale, i due termini si possono utilizzare come sinonimi.
L’iter normativo che avrebbe dovuto portare all’introduzione di un salario minimo legale è stato burrascoso e non ha mai trovato una concreta attuazione.
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