Indennità di contingenza: cos’è, quando è prevista e come si calcola
Potrebbe esservi capitato di imbattervi nella voce "indennità di contingenza" in busta paga o di avere letto questo termine online: vediamo insieme di cosa si tratta e se è ancora presente tra le voci relative alla retribuzione di un lavoratore dipendente.
La busta paga è il cedolino, previsto ai sensi della legge n. 4/53, che il datore di lavoro deve fornire al lavoratore in modo obbligatorio ogni mese e sul quale viene riportata la retribuzione mensile (lorda e netta) ricevuta – oltre ad altre voci di costo.
Tra i dati presenti sul cedolino della busta paga ci sono poi i dati anagrafici del datore di lavoro e del dipendente, compresa la sua qualifica, il periodo di riferimento, gli elementi fissi della retribuzione, quelli variabili, le trattenute fiscali e previdenziali.
Tra le voci della busta paga ne esiste una che prende il nome di indennità di contingenza: di cosa si tratta? Vediamo qual è la sua funzione e come si calcola.
Indennità di contingenza: cos’è
L’indennità di contingenza è una voce retributiva rimasta in vigore fino al 1992, ovvero ai tempi del sistema di adeguamento automatico dei salari all’inflazione, noto con il termine “scala mobile”.
Nonostante ciò, la voce indennità di contingenza continua a essere presente in diversi CCNL, i Contratti Collettivi Nazionale di Lavoro, tra le voci retributive dei lavoratori dipendenti.
Prima di analizzare a cosa si riferisca di preciso e quale sia la sua funzione, vediamo più da vicino quali sono le voci retributive della busta paga.
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Voci retributive busta paga: quali sono
La prima voce retributiva della busta paga prende il nome di paga base: questa voce rappresenta il minimo salariale, ovvero l’importo minimo che il lavoratore deve ricevere sulla base del suo inquadramento contrattuale.
La paga base viene definita nelle tabelle salariali del CCNL. Eventuali retribuzioni al di sotto della paga base sarebbero considerate illegali. Questa voce può subire anche degli incrementi nel tempo, per esempio in sede di rinnovo contrattuale.
Le altre voci sono poi:
- l’indennità di contingenza;
- il terzo elemento;
- gli scatti di anzianità;
- il superminimo individuale;
- l’indennità per mansioni specifiche.
Scopriamole più nel dettaglio.
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1. Indennità di contingenza: cos’è
Il sistema in vigore fino al 1992 prevedeva un adeguamento automatico dei salari al costo della vita, con un aggiornamento ogni 3 mesi. L’indennità di contingenza aveva la funzione di adeguare i salari dei lavoratori all’inflazione, ovvero di tutelarne il potere di acquisto.
Lo scopo dell’indennità di contingenza, che rappresenta una parte del reddito, era quello di adeguare il reddito dei lavoratori al costo della vita, laddove la paga base non risultasse sufficiente.
Il meccanismo della scala mobile viene interrotto il 31 luglio 1992, con il Protocollo d’Intesa tra parti sociali e Governo. Da quel momento in poi la tutela del salario minimo e del potere di acquisto è stata assegnata alla contrattazione collettiva, tramite i rinnovi.
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Come si calcolava il costo della vita?
Il costo della vita era calcolato periodicamente da una Commissione costituita presso l’ISTAT in riferimento ai prezzi di alcuni beni di uso comune – si parlava di paniere di spesa. Le variazioni rispetto al costo della vita determinato rappresentavano dei “punti di contingenza”.
Indennità di contingenza oggi
Come già specificato, il meccanismo della scala mobile è stato eliminato dal 1992 e oggi si tende a parlare di ex contingenza. Tuttavia, la voce indennità di contingenza è ancora oggi presente in diversi CCNL, dove fa parte dell’indennità contributiva, mentre in altri è stata inglobata nel minimo contrattuale.
Questo vuol dire che gli stipendi non vengono più adeguati al costo della vita? No, semplicemente questa funzione oggi è nelle mani dei sindacati che adeguano gli stipendi minimi dei CCNL, i quali vengono in questo modo rinnovati periodicamente.
2. Terzo elemento
Il terzo elemento è presente nelle voci di retribuzione degli operai agricoli a tempo determinato. Comprende diversi valori che sono riconosciuti agli operai a tempo indeterminato, calcolati su un periodo di 312 giorni.
Si tratta nei fatti di una maggiorazione retributiva nella quale sono incluse le voci di retribuzione diretta e indiretta non corrisposte per la discontinuità del rapporto di lavoro.
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3. Superminimo individuale
Questa voce retributiva deriva da un accordo tra le parti per l’erogazione al lavoratore di un trattamento retributivo superiore al minimo salariale. Viene riconosciuta in relazione alle caratteristiche personali del dipendente: per questo viene anche detta ad personam.
4. Scatti di anzianità
I CCNL prevedono un meccanismo premiante per i dipendenti che hanno svolto un certo numero di anni nella stessa azienda tramite la previsione di scatti di anzianità. La retribuzione aumenta ogni qualvolta si matura il diritto allo scatto.
5. Indennità per mansioni specifiche
Questa voce della retribuzione spetta ai lavoratori che svolgono determinate mansioni. La sua funzione è quella di compensare il grado di disagio che può derivare dallo svolgimento di una prestazione lavorativa – come nel caso dei turni di notte.
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