Medico fiscale: chi lo manda e quali sono i diritti e i doveri del lavoratore
Chi è e cosa fa il medico fiscale? Cosa succede se non ti trova a casa? Ecco una guida completa per affrontare la visita fiscale conoscendo i propri diritti e doveri
- Il medico fiscale è un professionista incaricato di controllare che l’assenza del lavoratore sia dovuta a una effettiva incapacità temporanea o permanente.
- Può effettuare la visita solo in fasce orarie prestabilite, uguali sia per lavoratori pubblici sia privati.
- L’assenza ingiustificata può essere sanzionata con la decurtazione dell’indennità di malattia o anche con il licenziamento per giusta causa.
Il nostro ordinamento tutela il diritto del lavoratore di assentarsi dal lavoro in caso di malattia, conservando la propria posizione lavorativa e, conseguentemente, il diritto alla retribuzione o alla indennità.
A tale diritto del lavoratore corrisponde il diritto del datore di lavoro di verificare che l’assenza dal lavoro sia effettivamente giustificata da una incapacità temporanea o permanente a svolgere il proprio incarico.
Per garantire il diritto alla malattia del lavoratore e del datore di lavoro, è prevista l’esecuzione della visita medica di controllo domiciliare, comunemente nota come visita fiscale. Questo compito viene affidato a un professionista chiamato medico fiscale. Ecco come funzionano le visite domiciliari.
- Come fare il medico fiscale?
- Cosa fa il medico fiscale
- Come funziona la visita del medico fiscale INPS
- Quando l’INPS manda la visita fiscale?
- Chi manda il controllo quando sei in malattia?
- Orari medico fiscale dipendenti pubblici e privati
- Cosa succede se il medico fiscale non mi trova
- Assenza giustificata del lavoratore alla visita fiscale
Come fare il medico fiscale?
Il medico fiscale è una figura professionale responsabile della visita fiscale. Il percorso per diventare medico fiscale è lungo e, per certi versi, regolamentato da una eccessiva burocrazia. Dopo il conseguimento della necessaria laurea in medicina, un neolaureato può esercitare la professione medica da libero professionista, diventando medico fiscale.
Per svolgere tale professione non è infatti necessario il completamento della scuola di specializzazione, poiché si tratta di un percorso alternativo alla strada “classica”, che prevede la scelta della specialità e l’inserimento presso un ente ospedaliero pubblico, convenzionato o privato.
L’esercizio della professione di medico fiscale è subordinato all’inserimento nelle liste regionali INPS, al fine di gestire l’assegnazione degli incarichi su base provinciale, in base ai crediti e criteri ministeriali, senza il preventivo espletamento di procedure selettive.
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Incompatibilità con l’incarico di medico fiscale
Oltre ad aspetti meramente procedurali, l’accesso alla professione di medico fiscale non deve sovrapporsi ad altri incarichi. Tale figura, infatti, è incompatibile con lo svolgimento di un:
- lavoro a tempo determinato o indeterminato, presso qualsiasi datore di lavoro pubblico o privato;
- incarico di medicina generale, anche se svolta da medici in pensione;
- lavoro in pediatria, di libera scelta o in forma specialistica.
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Cosa fa il medico fiscale
Il medico fiscale è il responsabile della visita domiciliare. In altri termini, il medico fiscale controlla che la malattia del lavoratore, come accennato, sia l’effettiva causa di incapacità temporanea o assoluta al lavoro e, conseguentemente, giustifichi l’assenza dalla propria occupazione e che, dunque, sia veritiera e corrispondente a quanto dichiarato dal medico curante.
Il medico fiscale assolve, dunque, a una duplice funzione, ovvero di:
- certificazione dell’operato del medico che ha rilasciato il certificato;
- tutela del datore di lavoro, verificando che eventuali assenze siano ingiustificate e, al contempo, anche del lavoratore da possibili contestazioni, tutelando il diritto all’indennità di malattia di questi.
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Come funziona la visita del medico fiscale INPS
Per attivare la visita del medico fiscale, occorre assolvere a un adempimento precedente, rappresentato dalla predisposizione di un certificato medico da parte del medico curante, oppure:
- nei giorni festivi e prefestivi, dal medico di Continuità assistenziale;
- nei casi più gravi di malattia che comporti il ricovero o il solo accesso al Pronto Soccorso, dai medici della struttura ospedaliera che hanno effettuato la visita.
Una volta redatto il certificato medico, questo deve essere inviato telematicamente all’INPS e al datore di lavoro. È possibile controllare la correttezza delle informazioni contenute nel certificato medico, accedendo con le proprie credenziali o con il codice fiscale al sito istituzionale dell’INPS.
Quando l’INPS manda la visita fiscale?
Effettuato l’invio del certificato, l’INPS invia la visita del medico fiscale. In linea di principio, la visita del medico legale può essere disposta ed effettuata anche il giorno stesso dell’invio della documentazione attestante la malattia. Nella pratica, però, la macchina amministrativa necessita di una tempistica più ampia per attivare la procedura, con la conseguenza che, generalmente, la visita fiscale si svolge entro le successive 48 ore dall’invio telematico del certificato.
Nel corso della visita, il medico verifica l’effettiva condizione di malattia del lavoratore, se è il caso anche eseguendo una attenta valutazione per verificare che si stia curando e la corrispondenza con quanto indicato nel certificato.
La procedura si chiude con la predisposizione di una relazione medica da parte del medico fiscale, che può confermare la malattia del lavoratore o non condividere l’operato del medico del servizio sanitario nazionale, certificando l’abilità del lavoratore a riprendere l’attività lavorativa. In entrambi i casi, il medico fiscale trasmette la relazione all’INPS e al datore di lavoro.
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Chi manda il controllo quando sei in malattia?
La visita fiscale, quindi, può essere disposta su richiesta dell’INPS o del datore di lavoro, sia nel caso in cui il lavoratore sia dipendente pubblico sia privato. Ciò significa che il datore, anche se persona fisica, ente o società operante nel settore privato, deve rivolgersi all’INPS. Non può infatti inviare un medico privato che non sia incaricato direttamente dall’Istituto di previdenza nazionale.
Anche i lavoratori parasubordinati, ovvero i collaboratori e i liberi professionisti iscritti alla gestione separata INPS, che ricevono una indennità di malattia sono soggetti alla visita fiscale INPS. Pur in questa ipotesi, è il datore di lavoro a dover richiedere l’intervento del INPS, che a sua volta programma la visita di un medico fiscale presso il domicilio del lavoratore in malattia.
A partire dal 2017, per richiedere una visita fiscale, occorre inoltrare apposita richiesta tramite il Polo Unico della medicina fiscale, un servizio messo a disposizione dall’INPS, a cui è attribuita la competenza esclusiva a effettuare visite fiscali. Al servizio accede direttamente il datore di lavoro pubblico o privato, con l’inserimento di semplici credenziali di accesso.
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Orari medico fiscale dipendenti pubblici e privati
Le visite di controllo del medico fiscale possono essere eseguite nel rispetto di specifici orari. Fino a qualche anno fa erano previste due diverse fasce per l’esecuzione delle visite, distinte in base alla natura pubblica o privata del datore di lavoro.
In particolare, sino al 2024, per:
- i lavoratori pubblici, la visita fiscale poteva essere effettuata per tutta la settimana, dalle ore 9:00 alle ore 13:00 e dalle 17:00 alle 19.00;
- i lavoratori privati, gli orari per la visita fiscale erano ridotti, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00.
A seguito della sentenza 3 novembre 2023 del TAR del Lazio, la distinzione oraria è venuta meno. Il giudice amministrativo ha affermato che la previsione di orari diversi per le visite fiscali in ragione della sola natura pubblica o privata del datore di lavoro, rappresenta una illegittima discriminazione, non giustificata da nessuna normativa.
La posizione del Tribunale Amministrativo è stata recepita anche dall’INPS, che ha stabilito le medesime fasce orarie per la visita fiscale, indipendentemente dalla natura pubblica o privata dell’attività lavorativa.
Il medico fiscale può effettuare la visita dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00, sia nei giorni festivi sia feriali, anche più volte al giorno, rispettando tali orari.
In che orari si può uscire quando si è in malattia?
Questi orari indicano la c.d. fascia di reperibilità, cioè gli orari in cui il lavoratore deve trovarsi presso la propria abitazione o altro luogo indicato come domicilio. Al di fuori di tale fascia, la visita fiscale non è consentita, con la conseguenza che è possibile uscire dal proprio domicilio, senza il timore di risultare assenti.
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Cosa succede se il medico fiscale non mi trova
Nel caso in cui non si rispettino gli orari di reperibilità e, dunque, si risulti assente non giustificato alla visita del medico fiscale, le conseguenze possono essere diverse anche in relazione alla gravità. Potrebbe infatti anche solo capitare che non si sente il campanello perché si stava dormendo, quindi si risulta assenti anche se non lo si è effettivamente.
Le sanzioni applicabili in caso di assenza ingiustificata alla visita possono essere:
- la decurtazione dell’indennità di malattia – la diminuzione dell’indennità di malattia prevista per i primi 10 giorni di assenza può essere pari al 100% o al 50% in caso di assenza alla seconda visita fiscale;
- l’interruzione dell’indennità di malattia, nel caso di assenza alla terza o altre successive visite fiscali;
- di natura disciplinare, variabile in base al contratto stipulato con il datore di lavoro;
- il licenziamento per giusta causa;
- la disposizione di ulteriori controlli, mediante altre visite fiscali o ulteriori valutazioni che dovessero rivelarsi necessarie per accertare lo stato di salute del lavoratore.
Assenza giustificata del lavoratore alla visita fiscale
Nel caso di assenza ingiustificata, il datore di lavoro comunica entro 10 giorni la sanzione che, da contratto, intende applicare, consentendo al lavoratore di presentare documentazione giustificativa. Qualora tale documentazione non venga presentata dal lavoratore o non sia considerata sufficiente, il datore comunica la decisione assunta per l’assenza ingiustificata al lavoratore.
Stante gli effetti pregiudizievoli per il mancato rispetto della fascia di reperibilità, potrebbe essere opportuno rivolgersi a un avvocato esperto in diritto del lavoro che sappia consigliare come comportarsi e come gestire la situazione con l’INPS e con il proprio datore di lavoro.
Vi sono casi in cui, seppur assente alla visita fiscale, la mancata osservanza della fascia di reperibilità da parte del lavoratore può anche non essere sanzionata. In caso di assenza, infatti, per prima cosa si consiglia al lavoratore di contattare immediatamente l’INPS e il proprio datore di lavoro per comunicare le ragioni dell’assenza e inviare eventuali certificati medici o altra documentazione giustificativa.
L’assenza può essere giustificata e, dunque, non comportare alcuna sanzione, nel caso in cui il lavoratore sia in grado di dimostrare, per esempio:
- che durante le fasce orarie si sia recato presso l’ambulatorio del medico curante o lo studio del dentista per cure urgenti:
- la sua impossibilità a effettuare la visita fuori dalle fasce di reperibilità per andare in farmacia o in ospedale per il ritiro di referti.
È evidente che tali circostanze devono essere provate con apposita documentazione da parte del lavoratore.
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