Ordine di allontanamento casa familiare: cos’è e come funziona
Molti sono gli istituti a tutela delle famiglie, volte a prevenire le violenze in ambito domestico, tra questi vi è anche l'ordine di allontanamento. Di cosa si tratta? Esaminiamo insieme l'istituto.
- Numerose sono le misure introdotte negli ultimi mesi per fronteggiare le violenze nell’ambito familiare e di genere.
- Una è il cosiddetto ordine di allontanamento, provvedimento che si applica al convivente, che sia coniuge, figlio o altro soggetto, potenzialmente pericoloso.
- Il decreto introduttivo dell’ordine può anche prevedere delle misure di tipo economico per sostenere i familiari.
Lo scorso anno è stato segnato da casi di femminicidi divenuti oggetto di attenzione da parte dell’opinione pubblica. Anche il Governo ha ritenuto di dover intervenire con una serie di misure nuove per tutelare mogli, madri e fidanzate dai propri carnefici.
L’ordinamento, comunque, conosce già istituti efficaci, come la misura dell’ordine di allontanamento, con cui è possibile imporre al marito o al convivente violento di non far ritorno alla propria abitazione.
Con ordine di allontanamento facciamo riferimento alla figura di cui all’art. 342 bis e ter c.c. (ordine di protezione contro gli abusi familiari): nel seguente articolo, analizzeremo di cosa si tratta, quando si applica e quali sono le condizioni.
In particolare, descriveremo la procedura per emanare il decreto, come viene presentata l’istanza e ti indicheremo anche quali sono i termini per agire avverso il decreto che dispone l’ordine di allontanamento per il coniuge violento.
Marito violento: quando si applica l’ordine di allontanamento
Non è sempre possibile ricorrere all’ordine di allontanamento, è necessario infatti accertare due condizioni:
- una condotta gravemente pregiudizievole all’integrità fisica;
- la “convivenza”, cioè che la vittima di violenza e la persona autrice dell’atto devono vivere sotto lo stesso tetto.
Il requisito di convivenza è stato previsto dal legislatore in quanto la misura ha un duplice obiettivo:
- interrompere la convivenza turbata;
- impedire le violenze nel contesto domestico.
Tale requisito viene, però, interpretato in modo flessibile. C’è il requisito della convivenza anche se il soggetto si è allontanato dalla casa, perché è pericoloso, ma mantiene il proprio centro di interessi nell’abitazione. C’è poi anche una dottrina che ha sostenuto l’esigenza di applicare la misura anche ove manchi del tutto il requisito della convivenza.
Ti consigliamo anche di leggere: Reato di maltrattamenti in famiglia: pena, procedibilità, assoluzione
Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato
- +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
- Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
- Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere
Come ottenere un ordine di allontanamento?
Altro elemento che deve ricorrere per richiedere l’ordine è il requisito della “condotta gravemente pregiudizievole all’integrità fisica”. In altri termini, il familiare convivente deve essere stato esposto ad un rischio significativo, che ha determinato un pregiudizio all’integrità fisica.
Quando si può chiedere l’allontanamento di una persona? La condotta presuppone:
- l’esistenza di fatti violenti dai quali siano derivate non insignificanti lesioni alla persona;
- una situazione di conflittualità tale da poter affermare l’esistenza di un rischio concreto e attuale di subire condotte violente.
Il pericolo può anche consistere in un pregiudizio di carattere morale, cioè una lesione alla dignità dell’individuo di entità non comune.
La valutazione della condotta del soggetto deve essere effettuata dal giudice sotto due profili:
- qualitativo, cioè si deve valutare la concreta modalità idonea a rappresentare un pericolo per la parte ricorrente e per il proprio nucleo familiare;
- quantitativo con riferimento all’entità della condotta perdurante nel tempo, alla sua capacità offensiva e alla sua dimensione psicologica.
Per approfondire ti consigliamo anche di leggere: Legge sul femminicidio: dalla modifica al Codice Penale al Codice Rosso
Ordine di allontanamento: esempi
Di seguito, vogliamo indicarvi alcuni casi in cui la giurisprudenza ha in concreto ritenuto possibile adottare l’ordine di allontanamento.
Tra questi vi sono il caso in cui:
- il coniuge ha posto in essere continui pedinamenti e controlli telefonici dell’altro, abbia usato epiteti dispregiativi e negato ogni sostegno economico;
- il marito abbia fatto cadere la moglie dalle scale provocandole lesioni, in conseguenza di una discussione animata;
- il figlio maggiorenne che si sia reso protagonista di condotte violente e minacciose perpetrate nei confronti dei genitori a cui abbia assistito anche la sorella minorenne. In tal caso, la minore è esposta a un potenziale pericolo derivante dalla convivenza con il fratello:
- in presenza di un figlio o un altro familiare tossicodipendente.
Potrebbe interessarti anche Violenza economica: cos’è, come riconoscerla e quali tutele legali esistono
Cosa prevede l’ordine di allontanamento del coniuge violento
L’ordine di allontanamento del coniuge violento può contenere molteplici previsioni e misure. In primo luogo si ordina al coniuge di cessare la condotta e se ne dispone l’allontanamento dalla casa familiare.
Il provvedimento può contenere anche ulteriori misure, ovvero:
- prescrivere al coniuge violento di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima;
- può chiedere l’intervento dei servizi sociali, di un centro di mediazione familiare o di associazioni per il sostegno e l’accoglienza di donne, minori o di vittime di abusi e maltrattamenti;
- imporre al coniuge il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi, se restano privi di mezzi di sussistenza in conseguenza dell’allontanamento dalla casa familiare del reo.
Leggi anche: Come difendersi da false accuse e denuncia di maltrattamenti in famiglia
Come si richiede l’ordine di allontanamento
Il legislatore delinea poi anche la procedura per chiedere e ottenere l’ordine di allontanamento della persona pericolosa. L’ordine presuppone che sia presentata istanza da parte della vittima stessa. L’istanza può essere presentata personalmente, con ricorso al tribunale del luogo di propria residenza o domicilio, che provvede in camera di consiglio.
Dopo l’istanza, il procedimento è assegnato al giudice per la trattazione. Il giudice sente le parti e procede a istruire la causa; può anche decidere di procedere ad alcune indagini sui redditi, il tenore di vita e sul patrimonio del coniuge, perché in tal modo al fine di stabilire la misura più idonea da adottare.
Il giudice decide con decreto motivato immediatamente esecutivo. La procedura è semplificata se vi sono ragioni di urgenza: in questa ipotesi si assumono sommarie informazioni, con successiva udienza di comparizione delle parti entro un termine non superiore a quindici giorni.
Ti consigliamo anche di leggere: Cyberstalking: in cosa consiste e come difendersi
Chi può richiedere un ordine di allontanamento
Si può pensare che, a fronte della condotta del proprio coniuge violento, sia la moglie a presentare istanza al tribunale. Gli ordini di protezione sono, talvolta, richiesti quando la condotta pregiudizievole sia stata tenuta da altro componente del nucleo familiare diverso dal coniuge o dal convivente, o nei confronti di altro componente del nucleo familiare diverso dal coniuge o dal convivente.
Quindi, possono presentare istanza i seguenti soggetti:
- il coniuge;
- il convivente more uxorio;
- il convivente unito civilmente;
- il figlio minorenne;
- più in generale, qualsiasi altra persona che conviva con l’autore della condotta.
L’ordine di allontanamento può comunque essere particolarmente gravoso, per questo può ricorrere anche a degli strumenti di tutela.
Il legislatore ha poi previsto che avverso al decreto con cui è adottato l’ordine di protezione o rigetta il ricorso, o conferma, modifica o revoca il precedente ordine, è possibile esercitare il reclamo al tribunale entro 10 giorni dalla notifica o comunicazione del decreto. Il reclamo è un giudizio di revisione, ragion per cui non è possibile introdurre nuovi documenti o richiedere l’assunzione di prove.
Quanto dura l’ordine di allontanamento
La durata della misura è indicata dallo stesso decreto che dispone l’ordine di allontanamento per la persona pericolosa. Il termine decorre dal giorno dell’esecuzione della misura.
La durata, in ogni caso, non può essere superiore ad un anno, sebbene possa essere prorogata su istanza di parte. Anche in caso di reiterazione dovranno essere provati i gravi motivi, per il tempo strettamente necessario alla misura.
La mancanza del termine di durata presuppone che la misura abbia la durata massima prevista dalla legge. Il decreto, non solo indica la durata della misura, ma anche le modalità della misura stessa. Se l’esecuzione denota alcuni problemi applicativi, il giudice adotta le misure necessarie a dare esecuzione.
Potresti essere anche interessato a leggere: Violenza psicologica in famiglia, sul lavoro, sui figli: quando è reato e come denunciare
Qual è la natura dell’ordine di allontanamento?
Infine, possiamo soffermarci su quella che è la natura dell’ordine di allontanamento. Si osserva che esso non possa essere considerato alla stregua di un provvedimento atipico o cautelare, nonostante ne abbia le fattezze. Ne consegue che non sia riconducibile alla fattispecie di cui all’art. 708 c.p.c.
Alla luce del rimedio di cui all’art. 342 bis c.c. ne deriva che il ricorso ex art. 700, c.p.c., ove sia proposto dopo il deposito del ricorso per separazione giudiziale ma prima della udienza presidenziale, volto ad ottenere un ordine di protezione familiare, è da considerarsi inammissibile.
Ti consigliamo di approfondire il tema leggendo anche: Legge sul femminicidio: dalla modifica al Codice Penale al Codice Rosso
Ordine di allontanamento – Domande frequenti
L’ordine di allontanamento è una misura adottata dal giudice per tutelare il coniuge o familiare dalla condotta violenta di altro familiare convivente.
L’ordine di allontanamento presuppone che la persona richiedente o in pericolo sia convivente con altra che espone al pericolo grave per l’incolumità fisica oppure ha già assunto condotte violente.
L’ordine di allontanamento contiene l’ordine di allontanarsi dalla casa familiare e, talvolta, anche l’ordine di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa o di versare un contributo economico.
Il decreto che contiene l’ordine di allontanamento indica la durata della misura, che non può, in ogni caso, essere superiore ad un anno.
Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato
- +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
- Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
- Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere