Allontanare un figlio tossicodipendente: quali sono le tutele legali per la famiglia
Cosa possono fare i genitori di un figlio maggiorenne tossicodipendente che crea problemi in famiglia? Ecco quali sono le soluzioni legalmente possibili.
- Vivere con un familiare che ha problemi di tossicodipendenza può diventare estenuante.
- Nei casi peggiori, si possono subire condotte lesive della propria dignità, fisica e morale.
- Esistono strumenti con i quali la famiglia può trovare un sostegno legale, quali gli ordini di protezione contro gli abusi familiari.
In ogni famiglia c’è sempre uno scheletro nell’armadio. In alcuni casi, si tratta di piccoli litigi quotidiani, tra coniugi, fratelli o tra genitori e figli. In altri, possono verificarsi situazioni più spiacevoli, come episodi di violenza domestica, abusi e maltrattamenti.
In questo articolo, vogliamo esaminare un caso specifico di difficoltà familiare, ovvero quello in cui sia presente un figlio maggiorenne tossicodipendente, che rappresenti un pericolo concreto per gli altri membri della famiglia – in primis i genitori.
Nei casi di maggiore gravità, l’abuso di sostanze può compromettere la psiche dell’individuo, con conseguenze dirette nella vita di tutti in giorni e persino sulla sua personalità. Il soggetto in questione potrebbe iniziare a commettere da piccoli furti ad azioni più gravi, fino a diventare minaccioso e violento e rappresentare un rischio per l’incolumità di genitori e familiari.
Vediamo cosa potrebbero fare i genitori nei casi più estremi: è infatti possibile rivolgersi a un Giudice per ottenere un ordine di restrizione, quindi di allontanamento dalla casa familiare da parte del figlio.
Figlio tossicodipendente: motivi allontanamento
Vivere con un familiare tossicodipendente può diventare un vero e proprio calvario, una situazione dalla quale, per paura di ferire l’altro, si finisce con l’accettare di tutto, anche quelle giornate in cui tutto degenera e non si riesce più a riconoscere la persona con la quale si vive da tutta una vita.
Un figlio con problemi di tossicodipendenza potrebbe infatti perdere il controllo, sia dei propri istinti, sia della propria capacità di intendere e di volere. I familiari potrebbero così trovarsi in grosse difficoltà, non sapendo come indirizzare il figlio verso una struttura di recupero.
Nei casi peggiori, l’unica soluzione di tutela per i genitori di un figlio tossicodipendente che sono ogni giorno a rischio per la propria incolumità potrebbe essere la richiesta di allontanamento del figlio maggiorenne dall’abitazione dei genitori.
L’allontanamento sarebbe temporaneo e sarebbe possibile solo in seguito a un provvedimento da parte di un giudice. Non si potrà infatti sbattere fuori casa il familiare, neanche se si tratta del figlio maggiorenne, ma gli si dovrà dare il tempo di trovare un alloggio alternativo.
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Provvedimento di allontanamento figlio tossicodipendente
Un provvedimento di allontanamento per un familiare con problemi di droga (potrebbe trattarsi di un figlio, così come di un genitore), deve essere motivato da comportamenti che rendano impossibile la convivenza, quindi quando siano presenti abusi a danni che si tramutino in vere e proprie lesioni all’integrità fisica e morale degli altri familiari.
Non si può invece richiedere nei casi in cui non sussista un rischio concreto per la propria incolumità, quindi in una situazione che dia solo di fastidio o di disagio verso l’altro.
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Ordine di protezione: cos’è
Nei casi citati, il giudice emetterà quello che prende il nome di ordine di protezione contro gli abusi familiari, disciplinato all’articolo 342 bis del Codice civile.
Si tratta di un provvedimento che può contenere:
- l’ordine di interrompere e non perpetuare la condotta oggetto della contestazione;
- l’obbligo di allontanarsi, per un periodo non superiore a 1 anno, dalla casa familiare.
Nei casi di maggiore gravità, il giudice potrebbe anche emanare il divieto di frequentare gli stessi luoghi frequentati dai propri familiari.
Il provvedimento ha carattere temporaneo in quanto la sua funzione è quella di tutelare i familiari in una situazione che si ritiene momentanea. L’obiettivo, in questo caso specifico, dovrebbe essere quello di aiutare il familiare a iniziare un percorso di riabilitazione, trovare una sistemazione alternativa e, possibilmente, un lavoro che gli permetta di diventare economicamente autosufficiente.
La disposizione permette l’allontanamento di qualsiasi familiare potenzialmente pericoloso, quindi non solo un figlio tossico, ma qualsiasi altro familiare convivente, a causa del quale si vivano continui episodi di violenza domestica. Si pensi, per esempio, a un marito o una moglie violenti.
Nell’ipotesi in cui, per esempio, il familiare tossicodipendente sia un genitore, il figlio minorenne potrà chiedere non solo l’allontanamento del genitore abusante, ma anche la decadenza o una limitazione della responsabilità genitoriale.
A questo proposito, ti consigliamo di leggere Ordine di allontanamento casa familiare: cos’è e come funziona
Ordine di protezione: come funziona
Il ricorso al giudice per ottenere un ordine di protezione contro un familiare tossicodipendente può essere richiesto da qualsiasi familiare convivente, anche senza il supporto di un avvocato (che potrebbe comunque essere molto utile vista la complessità e la delicatezza del caso).
Quindi, qualora ti ritrovassi in una situazione familiare in qualche modo simile a quelle che abbiamo descritto, potresti rivolgerti al Tribunale civile del luogo in cui hai la residenza o il domicilio per ottenere un ordine di allontanamento dalla casa familiare.
Il giudice sentirà le parti e adotterà un provvedimento specifico per il singolo caso. Nelle ipotesi di maggiore urgenza, potrebbe emettere immediatamente l’ordine di protezione, fissando in seguito, entro 15 giorni, una data per l’udienza di comparizione delle parti. Il giudice potrà così stabilire se confermare, modificare o persino revocare l’ordine.
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Vivere con i genitori è un diritto?
Possiamo anche affrontare un’altra questione, ovvero quella di un figlio maggiorenne che viva ancora nella casa dei genitori. Questi hanno l’obbligo di prendersi cura dei figli fino al compimento dei 18 anni. Se i genitori lo mandassero via di casa a questa età, potrebbero essere denunciati per aver violato gli obblighi di assistenza familiare.
Dopo i 18 anni, invece, i genitori continuano ad avere l’obbligo di mantenere il figlio fino a quando quest’ultimo non diventi economicamente autosufficiente o quando si riesca a provare che l’incapacità economica non sia legata alla semplice pigrizia.
Ci sono dei casi specifici previsti dalla legge nei quali i genitori possono mandare via di casa un figlio maggiorenne. Per esempio, si tratta di quelli in cui il figlio non voglia né studiare, né lavorare, quindi non faccia niente per trovare un lavoro e viva volontariamente sulle spalle dei genitori.
Lo stesso potrebbe anche aver rifiutato ripetutamente delle offerte lavorative, nonostante fossero in linea con le proprie competenze e abilità. A questo proposito, la Cassazione ricorda inoltre che, nel momento in cui il figlio raggiunge un’età compresa tra i 30 e i 35 anni, si presuppone che lo stato di disoccupazione sia più una sua colpa, che non legato a motivazioni esterne.
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Allontanare figlio tossicodipendente – Domande frequenti
Nei casi in cui il figlio tossicodipendente dovesse diventare pericoloso per gli altri familiari, allora si potrebbe richiedere al giudice un ordine di protezione contro gli abusi familiari.
Non c’è una durata prestabilita, in quanto il recupero in una condizione di tossicodipendenza dipende dalla gravità o lievità del singolo caso.
Non si può obbligare un familiare a iniziare un percorso di recupero in caso di tossicodipendenza, ma nei casi più gravi è possibile chiedere l’allontanamento dalla casa familiare.
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