A chi sarà devoluto il patrimonio di Berlusconi?
Il prossimo 26 giugno sarà aperto il testamento di Silvio Berlusconi. Vediamo cosa c'è da aspettarsi, a chi sarà devoluto il patrimonio e quali regole sono state applicate.
- Il 26 giugno ci sarà l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi. Dopo 3 giorni, si terrà la riunione del CdA di Fininvest per regolare la successione nella gestione.
- Solo il patrimonio immobiliare di Silvio Berlusconi ha un valore di circa 150 milioni di euro.
- Le disposizioni su come si dovrà procedere alla gestione del patrimonio sono state regolate tramite testamento.
Dopo la morte di Silvio Berlusconi, sono circolate molte voci circa quello che sarà il contenuto del testamento. Le principali curiosità concernono quello che sarà il lascito all’ultima compagna, Marta Fascina.
Per quanto riguarda, invece, il patrimonio lasciato ai figli, ci sono meno dubbi. Con ogni probabilità, le quote della Mondadori passeranno alla figlia Marina, mentre la maggioranza delle quote di Fininvest al figlio Pier Silvio.
In questo articolo, cercheremo di capire a chi sarà devoluto il patrimonio di Berlusconi e a quanto ammonta allo stato attuale. Ci chiederemo poi cosa sarebbe successo se Berlusconi non avesse fatto testamento.
Cosa ci si aspetta dal testamento di Silvio Berlusconi?
Il 26 giugno 2023 sarà la data in cui si aprirà il testamento di Silvio Berlusconi. Quali sorprese riserverà? L’attesa per l’apertura è molto sentita, non solo dalla famiglia e i cinque figli, ma anche da giornali e televisioni, tutti pronti in attesa delle sorprese riservate in extremis dall’imprenditore milanese.
Il patrimonio sarà sicuramente diviso, in primo luogo, tra i cinque figli: Marina e Pier Silvio, nati dal primo matrimonio, Barbara, Luigi ed Eleonora, nati dal secondo matrimonio.
Molti sono poi i rumor che circolano circa l’eredità lasciata all’ultima compagna, Marta Fascina. Secondo le prime indiscrezioni circolate, infatti, alla donna, il Presidente avrebbe lasciato almeno 100 milioni di euro, più una residenza che, si sussurra, essere la Villa di Arcore.
Certo la scelta avrebbe del sorprendente, in considerazione anche del rilievo che ha assunto la residenza nella vita politica e sociale del Paese, come luogo di incontro di politici, artisti e, talvolta, anche di Capi di Stato. Tutto, infatti, indurrebbe a ritenere che una scelta preferibile sarebbe quella di lasciare la Villa simbolo della vita di Silvio Berlusconi ad uno dei figli.
Nell’ipotesi di una scelta simile da parte del padre, i figli potrebbero anche eventualmente lamentarsi di tale disposizione e ricorrere anche a rimedi giuridici, che vedremo nei prossimi paragrafi.
Con ogni probabilità, invece, le quote della Mondadori passeranno in gran parte alla figlia Marina. Maggiori dubbi, sulle quote di Fininvest, la holding che regola l’intero patrimonio. Ogni figlio possiede circa il 7% della holding. Il restante 61% era di Silvio Berlusconi.
Gli scenari possibili sono due:
- divisione equa tra tutti i figli;
- una quota maggiore riservata al figlio Pier Silvio, che già da anni si occupa di Mediaset.
Potresti approfondire leggendo anche: Silvio Berlusconi: i procedimenti giudiziari
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A quanto ammonta il patrimonio di Silvio Berlusconi?
Il patrimonio di Silvio Berluscono ammonta a cifre astronomiche. Questo sarà diviso tra tutti i suoi eredi, legittimi e, sicuramente, altri di elezione. Si compone, infatti, di immobili, quote societarie, denaro liquido, per cifre elevatissime.
Solo il patrimonio immobiliare è composto da:
- Villa San Martino, Arcore;
- Villa Certosa, Porto Rotondo;
- Villa Tattilo, Porto Rotondo;
- Villa Campari, Lesa;
- Villa Belvedere, Macherio;
- Villa Gernetto, Lesmo;
- Villa Sottocasa, Vimercate;
- Villa Due Palme, Lampedusa;
- Palazzo Grazioli, Roma;
- Villa Zeffirelli, a Roma;
- Villa La Lampara, Cannes.
Solo questi immobili hanno un valore che si aggira intorno ai 100-150 milioni.
Non si può poi non considerare la Holding che gestisce l’intero patrimonio della famiglia, ossia Fininvest, che era posseduta per il 61% da Berlusconi, mentre la restante parte già era stata divisa tra i figli.
Fininvest ha il controllo di:
- Mfe (ex Mediaset), con il 50%;
- 53,3% di Mondadori:
- partecipa al 30% Mediolanum;
- detiene il 100% del Teatro Manzoni;
- possiede il Monza calcio.
Il patrimonio complessivo si ritiene che dovrebbe aggirarsi intorno ai 4 miliardi di euro.
Che cos’è un testamento?
Nei paragrafi precedenti, abbiamo detto che il 26 giugno si avrà l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi. Dopo tre giorni è previsto il consiglio di amministrazione di Fininvest, per curare la successione nella gestione.
Come funziona allora un testamento e a cosa serve? Questo è l’unico negozio tramite il quale è possibile stabilire come dovrà essere diviso e gestito il proprio patrimonio per un momento in cui non si sarà più in vita. Il testamento può essere di diverse tipologie.
Tra queste, vi è il testamento olografo. È un testamento redatto di proprio pugno dal titolare del patrimonio. È, in genere, redatto a mano e sottoscritto, con indicazione della data. Ha l’indubbio vantaggio di essere totalmente segreto: nessuno saprà mai il contenuto fin quando non viene aperto al momento della morte.
Tuttavia, si deve anche tenere in considerazione che potrebbe non essere lo strumento più idoneo quando si tratta di regolare grandi patrimoni, come quello di Silvio Berlusconi. In questi casi, infatti, potrebbe essere necessaria la collaborazione di un esperto.
Il testamento, inoltre, può essere pubblico, cioè redatto tramite atto pubblico, alla presenza di un notaio e due testimoni. Anche questo resterà segreto ad altri soggetti fin quando non sarà disposta l’apertura al momento della successione.
L’ordinamento, oggi, prevede anche delle forme di testamento internazionale. Questo consente di disporre dei propri beni quando:
- alcuni di essi si trovino all’esterno, come probabilmente è accaduto nel caso di Silvio Berlusconi;
- il testatore sia cittadino italiano residente all’estero;
- il testatore sia cittadino straniero in Italia.
Puoi approfondire l’argomento leggendo anche: Testamento: le diverse tipologie e quando è nullo
Cosa succede se non è redatto il testamento?
Ci siamo chiesti cosa sarebbe successo all’eredità di Silvio Berlusconi se non avesse fatto testamento. In una caso simile, operano le regole della successione legittima. Con ciò si intende quel tipo di successione che è regolata dalla legge e non dalla volontà del titolare del patrimonio.
Perché il legislatore ha previsto queste norme? La risposta è molto semplice. L’ordinamento non può consentire che determinati beni o situazioni giuridiche restino prive di regolamentazione dopo la morte del titolare:
- perché ciò sarebbe causa di disordini pubblici, cioè il rischio che, soprattutto ingenti patrimoni, siano “presi d’assalto” o causino conflitti;
- tutelare eventuali creditori, che sapranno a chi rivolgersi per ottenere quanto a loro dovuto.
Per questa ragione, sono previste delle norme che tendenzialmente conferiscono il patrimonio ad alcuni parenti del soggetto defunto.
Eredità: chi succede?
L’art. 565 c.c. individua quelle che sono le categorie dei successibili, cioè quelli chiamati ad ereditare in assenza di testamento.
Il legislatore prevede, in particolare, le seguenti categorie:
- coniuge;
- discendenti;
- ascendenti;
- fratelli e sorelle;
- altri partenti;
- Stato.
Quanto alla successione legittima del coniuge, questo ha diritto all’intera eredità intestata se non concorre con i figli o gli altri soggetti citati, oppure:
- se concorre con un solo figlio, ha diritto alla metà;
- se concorre con più figli, ha diritto ad un terzo;
- se concorre con qualsiasi altra categoria, ha diritto a due terzi del patrimonio.
Quindi, il legislatore ha mostrato un particolare favore nei confronti dell’ex coniuge. Nell’esempio specifico di Silvio Berlusconi, questo non ha coniuge, perché ha divorziato dalla precedente moglie Veronica Lario e non ha contratto nuove nozze. Dunque, la maggior parte del patrimonio andrebbe ai figli.
Ai figli, spetta l’intera eredità, purché non concorrano con il coniuge del defunto. Qualora vi sia concorso con il coniuge, al figlio unico spetta metà dell’eredità, se c’è una pluralità di figli spetta globalmente loro una quota di 2/3.
Sono poi previste quote e regole affini per tutti gli altri eredi legittimi. Se mancano parenti, il patrimonio è devoluto allo Stato. Questo prova, appunto, che la successione è un fenomeno necessario.
Approfondisci la questione leggendo: Successione e lesione della quota di legittima
Successione: come si tutelano i figli?
Come abbiamo detto più volte, Silvio Berlusconi ha disposto del proprio patrimonio per testamento. Se avesse devoluto tutto il patrimonio a qualcuno diverso dai figli? Questa cosa è, non solo umanamente improbabile, ma è giuridicamente impossibile.
Per quale ragione? Semplice, il legislatore ha previsto una serie di regole per tutelare alcuni parenti prossimi del defunto, riservando loro una quota, che non può essere devoluta a nessun altro.
A tal proposito, si parla di successione necessaria, che non è un terzo tipo di successione, che si aggiunge alla legittima e a quella testamentaria, ma una serie di regole poste proprio a tutela dei c.d. legittimari. La c.d. quota di riserva, destinata ai legittimari, è intangibile da parte dello stesso titolare del patrimonio. Ciò significa, che non può devolverla a nessun altro. Sono soggetti legittimari: il coniuge, i figli anche adottivi, in mancanza dei figli gli ascendenti.
La quota di riserva, anche in questo caso, varia a seconda della qualità del legittimario e del numero dei legittimari. Per esempio, al coniuge spetta la metà della massa se non concorre con nessuno, un quarto della massa se concorre con più figli. A ciò si aggiunge il diritto d’uso e abitazione sulla casa familiare.
La quota di riserva può essere rispettata in vario modo:
- tramite disposizioni testamentarie con cui si attribuisce al legittimario la qualità di erede, quindi succede a titolo universale nella quota;
- con donazioni;
- con legato, che è una forma di successione a titolo particolare, cioè il beneficiario succede solo nel bene che viene lasciato, non nella quota sull’intero patrimonio.
LEGGI ANCHE: Quando i debiti del padre ricadono sul figlio?
Cosa succede se non è rispettata la quota di riserva?
In questo caso, i figli potrebbero ricorrere a due azioni:
- azione di riduzione, tecnicamente definita azione di inefficacia relativa, cioè rende inefficace nei confronti del legittimario le disposizioni sfavorevoli (es. una donazione che rende insufficiente il patrimonio a soddisfare la quota di riserva);
- azione di restituzione, tramite la quale si ottiene la restituzione di un bene dato ad altri.
Quindi, come già puoi constatare, sono due azioni ben distinte, che hanno scopi completamente diversi. L’azione di riduzione è quella con cui si fanno valere le ragioni successorie. Soggiace all’ordinario termine di prescrizione di 10 anni, che decorre, secondo orientamento prevalente, dall’apertura della successione. Può essere diretta solo contro il beneficiario della disposizione lesiva.
Di contro, l’azione di restituzione può essere diretta contro chiunque, sia i beneficiari della disposizione lesiva sia soggetti terzi, i quali hanno acquistato diritti sui beni, come nel caso di chi acquista un bene donato.
In questa seconda ipotesi, però, la disciplina è parzialmente diversa: presuppone che, perlomeno, sia esperita l’azione di riduzione e restituzione per equivalente nei confronti del beneficiario.
LEGGI ANCHE: La collazione ereditaria: cos’è e come funziona
Silvio Berlusconi – Domande frequenti
Il testamento di Silvio Berlusconi sarà aperto il prossimo 26 giugno.
Il patrimonio di Silvio Berlusconi ammonta a circa 4 miliardi di euro
Il patrimonio del defunto, in assenza di testamento, è devoluto in base alla legge secondo le norme della successione legittima.
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