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Ripartizione spese riscaldamento con valvole termostatiche: cosa cambia? 

Quali sono le regole di calcolo della quota fissa nel caso di un impianto di riscaldamento centralizzato in un condominio, in cui siano presenti valvole termostatiche.

quota fissa riscaldamento centralizzato con valvole termostatiche
  • Da diversi anni, le valvole termostatiche nei condomini con riscaldamento centralizzato sono obbligatorie.
  • Sono però cambiate le regole relative al calcolo della quota fissa del riscaldamento.
  • Bisogna infatti fare riferimento al decreto legislativo n. 73/2020 e non più alla norma Uni 10200.

Il riscaldamento centralizzato con valvole termostatiche comprende tutti gli impianti di riscaldamento che sono presenti nei condomini in cui il riscaldamento non è autonomo, quindi non può essere gestito separatamente dagli altri. 

Al fine di ottimizzare i consumi e favorire sia il risparmio energetico, sia quello economico, dal 2017 è stato previsto che nelle singole unità immobiliari condominiali debbano essere installate le valvole termostatiche e i contabilizzatori.

Come si calcola la quota fissa del riscaldamento oggi? Quali sono le regole che vengono applicate? Dipendono dal singolo regolamento condominiale o c’è una normativa nazionale alla quale fare riferimento? Vediamolo. 

Cos’è il riscaldamento centralizzato

Il sistema di riscaldamento centralizzato presente nei condomini permette di riscaldare tutte le unità abitative che fanno parte dello stabile. L’obiettivo è quello di incrementare l’efficienza energetica, ridurre gli sprechi e permettere a più famiglie di condividere le relative spese. 

C’è, dunque, un unico impianto, che produce e distribuisce il calore nei vari appartamenti attraverso tubature, allacci, diramazioni e radiatori. La presenza di una sola fonte di calore potrebbe creare problemi nella ripartizione delle spese, ma sul punto vengono applicate specifiche regole

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A cosa servono le termovalvole?

Prima dell’introduzione delle termovalvole, i termosifoni di tutti gli appartamenti di un condominio potevano restare accesi nelle ore previste dalla normativa nazionale, senza la possibilità di regolare la temperatura in base ai propri bisogni. 

In questo senso, le termovalvole sono state una vera e propria rivoluzione, poiché hanno permesso di:

  • adattare il riscaldamento alle proprie necessità effettive;
  • conteggiare i consumi reali di ogni singola abitazione. 

Il funzionamento di queste valvole è davvero molto semplice: consentono di regolare la quantità di acqua che è presente all’interno dei termosifoni e, dunque, di mantenere una temperatura costante nelle varie stanze, riducendo anche i consumi. 

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Esempio ripartizione spese riscaldamento centralizzato

La suddivisione delle spese in un condominio con riscaldamento centralizzato fa riferimento al decreto legislativo n. 73/2020 (che ha eliminato il riferimento alla norma Uni 10200) , il quale permette all’assemblea condominiale di personalizzare i criteri di ripartizione sulla base delle esigenze condominiali. 

La normativa prevede che il consumo di calore sia suddiviso in 2 quote pari al 50%, che comprendono:

  1. i prelievi volontari, che si riferiscono alle quote effettivamente consumate dai condomini, che si evincono dai contabilizzatori di calore presenti in ogni immobile;
  2. i prelievi involontari, che rappresenta la cosiddetta quota fissa

Prima del decreto legislativo n. 73/2000, l’assemblea condominiale poteva stabilire di assegnare ai prelievi volontari una quota superiore al 50%: veniva in genere applicata la regola del 30/70, ovvero il 30% delle spese erano rappresentate dalla quota fissa, il restante 70% dai consumi individuali. Oggi la quota fissa del riscaldamento deve essere pari ad almeno il 50%

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quota fissa riscaldamento centralizzato con valvole

Riscaldamento centralizzato con termovalvole: come si paga

I consumi involontari possono essere ripartiti in relazione a:

  • i millesimi;
  • i metri quadri;
  • i metri cubi;
  • le potenze installate. 

Anche la quota fissa del riscaldamento centralizzato con valvole termostatiche deve essere calcolata seguendo questi criteri. Facciamo l’esempio di un condominio in cui siano presenti 5 appartamenti: il totale dei millesimi è 1.000.

Gli stessi sono suddivisi in questo modo:

  • appartamento 1: 200 millesimi;
  • appartamento 2: 100 millesimi;
  • appartamento 3: 150 millesimi;
  • appartamento 4: 250 millesimi;
  • appartamento 5: 300 millesimi. 

La spesa totale del riscaldamento è di 2.200 euro: ai consumi involontari si deve attribuisce il 30%. L’appartamento 1 pagherà dunque:

2.200 x 30/100 = 660 euro / il numero di millesimi, cioè 200  millesimi = 132 euro

Puoi fare lo stesso identico calcolo per tutti gli altri appartamenti. 

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La quota fissa spetta all’inquilino o al proprietario?

La normativa in vigore prevede che tutte le spese riguardanti il riscaldamento (compresa la quota fissa), oltre che, ovviamente, i consumi di elettricità, gas e acqua, siano a carico dell’inquilino e non del proprietario

È inoltre importante ribadire che la quota fissa deve essere pagata anche da quei condomini che si sono distaccati dal riscaldamento centralizzato e che usufruiscono del riscaldamento autonomo

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