Spese riscaldamento appartamento non abitato: si pagano?
Le spese di riscaldamento condominiale sono sempre dovute anche nel caso in cui non si dovessero utilizzare, perché, per esempio, l'appartamento è vuoto? Ecco cosa prevede la normativa in vigore.
- La ripartizione delle spese di riscaldamento condominiale segue regole ben precise.
- Anche chi si stacca dal riscaldamento centralizzato, deve pagare le cosiddette spese involontarie.
- In alcuni casi, è possibile contestare un addebito ingiusto delle spese legate ai consumi del riscaldamento condominiale, per esempio quello in cui la casa sia disabitata.
Abiti in affitto e hai ricevuto una bolletta per il riscaldamento condominiale, relativa a un periodo in cui non ne hai usufruito. Vorresti contestare l’importo e non pagarlo, ma non sai come fare e quali siano i tuoi diritti.
Possono esserci casi differenti di spese condominiali relative al riscaldamento non utilizzato, come per esempio quelle addebitate:
- a un condomino che ha lasciato l’immobile prima della scadenza del suo contratto di locazione;
- a un immobile in cui l’impianto di riscaldamento era guasto e non funzionante;
- un appartamento non abitato, per esempio una seconda casa.
Quali sono i diritti del locatario in ipotesi simili? Quando le spese condominiali del riscaldamento non utilizzato possono non essere pagate e, dunque, contestate? Analizziamo di seguito i vari casi.
Riscaldamento centralizzato compreso nelle spese condominiali: come funziona
La spesa del riscaldamento centralizzato rientra tra le spese condominiali, assieme alla luce delle scale e delle altre parti comuni, la pulizia di scale e cortile, l’ascensore, il costo della portineria, ecc.
In merito alle spese di riscaldamento condominiali, è necessario distinguere tra:
- spese volontarie, ovvero quelle che dipendono dal consumo effettivo;
- spese involontarie, che comprendono diverse voci, quali le spese di manutenzione ordinaria e di conduzione, di gestione del servizio di lettura, quelle legate alle eventuali perdite di calore della rete di distribuzione.
Mentre le spese volontarie possono essere abbattute – per esempio, si decide di non accendere i termosifoni e di scaldarsi con l’utilizzo di una stufetta elettrica o indossando indumenti più pesanti per risparmiare – quelle involontarie sono sempre dovute.
Approfondisci leggendo pure Ripartizione spese condominiali riscaldamento: come si dividono
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Spese involontarie e impianto autonomo
Potresti allora, giustamente, chiederti: ma se ho un impianto di riscaldamento autonomo (e non centralizzato), devo comunque pagare le spese involontarie dell’impianto? La risposta è affermativa.
Questo perché, nonostante il distacco, il condominio deve comunque contribuire al pagamento delle spese di manutenzione e gestione dell’impianto che rimane una sua comproprietà.
La giurisprudenza ha comunque individuato un caso in cui sia possibile l’esonero parziale da tali spese, ovvero quando sia totalmente impossibile allacciarsi alla rete comune (es. per ragioni tecniche). In questa ipotesi, non si devono pagare le spese di manutenzione straordinaria, conservazione e messa a norma dell’impianto, ma sono comunque dovute le altre spese rientranti nei consumi involontari.
La possibilità di esonero da tali oneri deve essere approvata dall’assemblea condominiale, con il consenso unanime di tutti i condomini.
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Spese condominiali: quando non pagare
Prendiamo il primo caso ipotizzato, ovvero quello di un inquilino che decida di andare via dall’appartamento in affitto in un condominio prima della scadenza del suo contratto di locazione.
In questa ipotesi, si devono:
- pagare le spese relative ai consumi maturate fino al momento in cui si abitava nell’immobile;
- comunque pagare le spese involontarie, salvo che ci si può mettere d’accordo, per iscritto, con il locatore affinché sia lui, in quanto proprietario, a pagare questi costi.
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Contestare spese riscaldamento rotto
Un caso ancora diverso è quello in cui non sia stato possibile usufruire del riscaldamento in condominio non per una scelta personale, ma a causa di un guasto all’impianto. Cosa si può fare se si riceve comunque la bolletta relativa a tali spese?
Bisogna, innanzitutto, individuare quale sia stata l’origine del problema, ovvero:
- il riscaldamento non funziona per colpa dell’impianto condominiale;
- il malfunzionamento dipende da un vizio interno.
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1. Impianto condominiale guasto
In questa prima casistica, le spese addebitate al condomino in modo indebito dovranno essere stornate. Potrebbe essere utile farsi assistere da un avvocato per inviare una lettera di diffida al condominio ed evitare così di pagare spese non dovute.
Il locatario avrà, inoltre, il diritto di pretendere dal condominio il risarcimento del danno che gli è stato procurato, che può comprendere:
- sia un danno patrimoniale: si è stati costretti a utilizzare un sistema di riscaldamento alternativo, come una stufa, con un aumento delle spese della bolletta della luce;
- sia un danno morale: stare al freddo in casa potrebbe aver procurato problemi di salute e, conseguentemente, la necessità di dover spendere altri soldi per i farmaci.
In questo caso, l’inquilino dovrà rivolgersi al proprietario di casa, che avrà il compito di contattare l’amministratore di condominio affinché l’impianto venga riparato. Avrebbe inoltre diritto a richiedere la disdetta dal contratto di affitto per giusta causa (con 6 mesi di preavviso) o la risoluzione immediata del contratto (senza preavviso).
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2. Guasto interno all’impianto di riscaldamento
In questo secondo caso, dovrà essere il proprietario dell’immobile a occuparsi della riparazione. Se non lo fa, ma l’inquilino riceve da parte del condominio l’addebito delle spese di riscaldamento, potrà rifiutare il pagamento della quota.
Se dovesse subire un decreto ingiuntivo da parte del locatore, potrebbe dimostrare il suo diritto di non pagare tali spese, derivante proprio dal fatto di non aver potuto utilizzare il riscaldamento, e richiedere eventualmente il risarcimento per il danno subito.
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Spese riscaldamento appartamento non abitato
Come funziona, invece, per quanto riguarda le spese di riscaldamento di una casa non abitata? È possibile richiedere una riduzione delle spese condominiali?
La regola da applicare è sempre la stessa, anche se si tratta di una seconda casa:
- non si devono pagare le spese di riscaldamento legate ai consumi, perché assenti;
- si devono invece sostenere le spese involontarie.
Cambia qualcosa in merito al pagamento della luce delle scale di un appartamento vuoto o delle spese relative alla loro pulizia? Per saperne di più, ti invitiamo a leggere il nostro approfondimento su Devo pagare le spese condominiali anche se non ci abito?
Spese condominiali riscaldamento non utilizzato – Domande frequenti
Sì, le spese del riscaldamento involontario sono sempre dovute anche in caso di impianto autonomo.
I consumi involontari devono essere pagati anche dai condomini che hanno effettuato il distacco dall’impianto centralizzato.
In caso di riscaldamento non utilizzato, non si pagano le spese derivanti dai consumi effettivi, ma ci sono comunque degli oneri dovuti, che rientrano nelle cosiddette spese involontarie.
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