Ritardo consegna merce acquistata: cosa fare e a chi rivolgersi
Tempi di consegna non rispettati: quali sono le tutele offerte dalla legge? Esiste una penale per il ritardo? Si può richiedere un risarcimento? Se ti trovi in una situazione simile, su deQuo vogliamo darti delle soluzioni pratiche per uscirne.
- Gli acquisti di prodotti online sono, al giorno d’oggi, sempre più frequenti.
- Potrebbe però capire che non siano rispettati i cosiddetti tempi di consegna, i quali sono solitamente garantiti all’acquirente ed esplicitati al momento dell’acquisto.
- Ci sono delle tutele offerte dal Codice civile per contestare il ritardo nella consegna di una merce.
Il coronavirus ha dato il boost definitivo a quello che era ormai diventato un trend particolarmente diffuso: quello degli acquisti online, che sono praticamente diventati il nostro pane quotidiano.
Solitamente, quando si compra un prodotto online si è molto interessati a due cose: la gratuità delle spese di spedizione – che in molti casi è garantita se si superano determinati importi – e i tempi di consegna, che si spera siano rapidissimi.
Cosa succede nel caso di mancata consegna di una merce, quindi nell’ipotesi in cui ci dovesse essere un ritardo? Tale ritardo dovrebbe essere stato comunicato? Quali sono gli step successivi consigliati? Si dovrebbe scrivere, ovvero sarebbe utile, una lettera di contestazione rivolta al venditore?
Se la merce fosse stata pagata in anticipo, come succede nella maggior parte dei casi quando si fa un acquisto su Internet, cosa succederebbe ai propri soldi? Si avrebbe diritto a un risarcimento o a uno sconto? Andiamo con ordine, partendo dal codice civile.
Ritardo merce: cosa dice il codice civile
Solitamente, chi ha comprato un prodotto online vuole riceverlo, anche se la consegna è in ritardo. Tuttavia, quando i giorni di ritardo iniziano a diventare troppi, ci si potrebbe infastidire e iniziare a pretendere un risarcimento.
La regola generale prevede che, in caso di ritardo nella consegna di una merce, l’acquirente debba prima di tutto rivolgersi al venditore, sollecitando la spedizione della stessa. Il sollecito può essere fatto inviando una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.
In assenza di tale passaggio, il codice civile prevede che il contratto di vendita non possa essere reciso e che non sia neanche possibile effettuare una richiesta di risarcimento.
Inoltre, molto spesso succede che, quando si acquista un qualsiasi prodotto online, il termine di consegna non venga esplicitato in modo chiaro. In tali casi, chi compra ha il diritto di richiedere una scadenza fissa e specifica.
Facciamo un esempio. Ho comprato un paio di scarpe per andare in montagna in data 1° luglio 2023 perché ho intenzione di partire il 10 agosto. La consegna è indicativa, ovvero viene riportato il periodo che va dal 5 luglio al 5 agosto. Considerati i possibili ritardi di consegna, il prodotto potrebbe però anche arrivare dopo la data di scadenza e io, cliente, potrei non avere quelle scarpe che mi servivano proprio per la mia vacanza in montagna. Che erano, in pratica, essenziali.
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Cosa fare se il termine di consegna scade
Nell’ipotesi in cui il termine per la consegna di una merce sia stato fissato con precisione, quindi corrisponda a una data ben precisa, allora sarà possibile agire in 2 modi:
- si potrà richiedere la revoca del contratto sottoscritto, quindi di non ricevere più la merce. In questa casistica, si avrebbe diritto al rimborso di eventuali soldi pagati in anticipo;
- fare una richiesta di risarcimento per il mancato rispetto dei tempi di consegna, che prevede anche il pagamento dei relativi interessi.
Nel primo caso, si dovrà inviare una lettera di disdetta il giorno successivo a quello della scadenza. Il cliente avrà anche la possibilità di attendere la ricezione della merce nonostante il superamento del termine, e chiedere in seguito il risarcimento del danno legato al ritardo – se dimostra di avere effettivamente subito tale danno.
In alternativa, potrà rinunciare alla merce e pretendere comunque il risarcimento del danno provocato dall’inadempimento del venditore.
Leggi anche la nostra guida su Come rispondere alla messa in mora o alla diffida
Quali sono i tempi massimi di consegna di una merce acquistata?
Non tutti sanno che i consumatori che comprano un prodotto da ricevere a domicilio hanno diritto alla consegna entro 30 giorni da quando l’ordine è stato effettuato, a prescindere dalla tipologia di bene. In assenza di una scadenza prestabilita, si fa infatti sempre riferimento al Codice del Consumo.
In questa ipotesi, anche se il prodotto dovesse arrivare a destinazione dopo la scadenza, avremmo tutto il diritto di rifiutarlo e di richiedere il rimborso di quanto già pagato.
Tale regola non trova applicazione nei casi in cui sia stata richiesta la fattura. La stessa presuppone che chi compra potrà scaricare delle tasse dal prodotto acquistato, quindi quanto descritto fin qui non ha validità. Il codice del Consumo non si applica neanche nelle compravendite tra privati.
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Ritardo consegna merce acquistata – Domande frequenti
Nel caso di mancata consegna di una merce, quindi di un ritardo, il cliente ha la possibilità di recedere dal contratto sottoscritto (anche nel caso di accordi verbali) e richiedere il rimborso di eventuali acconti già versati.
Il codice del Consumo prevede che il tempo di consegna massima di una merce acquistata corrisponda a 30 giorni.
Se il venditore non dovesse consegnare la merce, ci sono diverse possibilità alle quali il consumatore può fare riferimento: le abbiamo analizzate nella nostra guida sulla mancata consegna di una merce acquistata.
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