Separazione coppia di fatto con figli minori: quali sono le tutele legali
Le tutele giuridiche introdotte dalla Legge Cirinnà a sostegno dei figli di una coppia di fatto che decida di separarsi: dal mantenimento all'affidamento, ecco cosa succede quando una coppia di fatto si separa.
- La presenza di un numero sempre maggiore di coppie di fatto ha portato i giudici a dover prevedere delle tutele giuridiche in caso di separazione.
- In particolare, quando la separazione si verifica in presenza di figli.
- Tuttavia, anche nel caso delle coppie non sposate, al momento della separazione deve essere rispettate il principio della bigenitorialità.
Le coppie di fatto in Italia sono in continuo aumento, così come le tutele alle quali hanno diritto, che coinvolgono anche i figli nati fuori dal matrimonio.
Vediamo di seguito tutto quello che c’è da sapere in merito, con un focus su quello che succede nel caso di una separazione per quel che riguarda il mantenimento dei figli.
Quali sono i diritti dei figli di una coppia di fatto?
I figli nati da una coppia di conviventi sono stati equiparati, grazie alla legge n. 2019 del 2021, in vigore dal 1° gennaio 2013, ai figli delle coppie sposate. Questi ultimi avranno dunque gli stessi diritti in materia di successione, ma anche eguale trattamento in relazione alla competenza processuale, che spetterà al Tribunale ordinario.
Com’è noto, la separazione di una coppia non deve avvenire necessariamente in Tribunale, ma è sempre consigliabile rivolgersi al Tribunale per formalizzare eventuali accordi tra le parti. Ciò è necessario per il fatto che gli ex coniugi hanno il diritto di procedere con una semplice scrittura privata, la quale tuttavia non li obbliga dal punto di vista giuridico.
Gli unici provvedimenti vincolanti per le parti sono quelli del Tribunale, attraverso i quali sarà eventualmente possibile agire per ottenere quanto pattuito nel caso in cui l’altro non dovesse essere ottemperante. L’accordo tra i coniugi potrà comunque essere ufficializzato non solo in Tribunale, tramite ricorso congiunto (quando c’è un accordo tra gli ex partner) o ricorso giudiziale (quando non vi è un accordo), oppure tramite la procedura di negoziazione assistita, che prevede la presenza di un avvocato per parte.
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Come funziona il mantenimento in caso di separazione
La legge Cirinnà, che ha portato a tutta una serie di novità rilevanti per i diritti delle coppie di fatto, presenta una lacuna per quel che riguarda il mantenimento in caso di separazione. In particolare, non è previsto l’assegno di mantenimento a favore del convivente che si trova nelle condizioni di maggiore disagio economico.
Quest’ultimo avrà invece diritto agli alimenti in proporzione a quella che è stata la durata della convivenza. Nel caso del mantenimento dei figli nati durante la convivenza, il discorso è ben diverso.
I genitori hanno infatti l’obbligo di provvedere ai loro bisogni sulla base delle loro capacità reddituale ed economica: sarà il giudice a stabilire quale coniuge dovrà corrispondere all’altro l’assegno di mantenimento per i figli e il suo importo, per la quantificazione del quale si dovrà tenere conto del tenore di vita che i figli avevano durante la convivenza.
Un altro elemento che dovrà essere regolarizzato in seguito alla separazione è rappresentato dalle spese straordinarie, che in genere sono pari al 50% per entrambi i genitori e serviranno a coprire le esigenze di crescita del bambino – le quali possono comprendere non solo le visite specialistiche, ma anche le attività ricreative.
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L’affidamento dei figli di una coppia di fatto
Per quanto riguarda, invece, l’affidamento dei figli, le regole sono le stesse dei figli nati durante il matrimonio, quindi viene applicato il principio di bigenitorialità, in base al quale la potestà genitoriale dovrà essere esercitata da entrambi i genitori.
In merito alla collocazione fisica del figlio, invece, per fare in modo di garantirgli l’equilibrio psico-fisico di cui ha bisogno, si tende in genere a collocarlo presso l’abitazione del genitore che possa essere più presente rispetto alla sua attività lavorativa.
Nonostante ciò, è sempre più diffuso da parte della giurisprudenza il fatto di incoraggiare il pernottamento di una o due notti a settimana presso il genitore non collocatario.
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Figli coppie conviventi e riforma Cartabia
Le misure introdotte dalla riforma Cartabia sui minori delle coppie sposate si applicano anche ai figli nati fuori dal matrimonio, ovvero di coppie non sposate che convivono. Ciò che riguarda il mantenimento e l’affidamento dei figli potrà quindi essere accordato tramite la procedura di negoziazione assistita, la quale prevede la presenza di due avvocati – uno per ogni parte.
Si potranno così stabilire le modalità di affidamento e mantenimento dei figli, non solo in presenza di soggetti minorenni, ma anche di figli maggiorenni non economicamente autosufficienti. Inoltre, ai conviventi more uxorio si applica anche il nuovo procedimento in materia di persone, minorenni e famiglia, il cosiddetto rito unico, previsto nel caso di separazione divorzio anche delle coppie che convivono o che hanno scelto l’unione civile.
La riforma Cartabia ha introdotto un nuovo procedimento per regolamentare le responsabilità genitoriale delle coppie di fatto con figli, che consiste nella presentazione del piano genitoriale. Si tratta di un documento nel quale i genitori indicano gli impegni e le attività quotidiane dei figli in relazione a scuola, frequentazioni, attività extrascolastiche, vacanze, e così via, specificando come intendano gestire la quotidianità del minore. Viene prevista anche l’audizione del minore con più di 12 anni e capacità di discernimento, che dovrà essere ascoltato nelle decisioni sull’affidamento che lo riguardano.
Il piano genitoriale è molto importante perché il Giudice può utilizzarlo per fare le sue considerazioni e decidere chi sarà il genitore collocatario, stabilendo poi il calendario delle visite dell’altro genitore. Il mancato rispetto al piano genitoriale comporta una sanzione amministrativa pecuniaria, fino a 5.000 euro.
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Separazione coppia di fatto con figli – Domande frequenti
I figli nati fuori dal matrimonio godono delle stesse tutele legali dei figli delle coppie sposate in caso di separazione e divorzio.
In assenza di un accordo, la procedura consigliata per stabilire le condizioni di affidamento e mantenimento dei figli di una coppia di fatto è la negoziazione assistita.
La compagna non ha diritto a un assegno di mantenimento personale, ma potrebbe richiedere gli alimenti. I figli nati durante la convivenza, invece, hanno il diritto di essere mantenuti dall’ex partner.
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