Assegno di mantenimento per i figli: cosa comprende e quando decade
Come funziona l'assegno di mantenimento ai figli minorenni e ai figli maggiorenni non autosufficienti economicamente? Ecco quando è dovuto e come si calcola.
- Dopo la separazione legale tra coniugi, è possibile che uno dei due sia obbligato a versare un assegno mensile di mantenimento a favore dell’altro.
- Quest’obbligo di mantenimento vi sarà sicuramente nel caso di figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti economicamente, con delle regole sul calcolo e su come si versa il contributo mensile.
- Nel caso di mancato versamento di questo assegno, è possibile ricorrere a diversi strumenti di tutela legale.
L’assegno di mantenimento è la somma che, dopo la separazione legale, uno dei coniugi è tenuto a versare all’altro per il mantenimento del coniuge stesso e/o per i figli. In entrambi i casi, l’ammontare dell’assegno è stabilito con provvedimento dell’Autorità giudiziaria sulla base di diversi fattori.
L’art. 155, comma 4 del codice civile stabilisce che salvo accordi diversi intervenuti tra le parti, ciascuno dei coniugi provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il giudice stabilisce, ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di proporzionalità da determinare considerando:
- le attuali esigenze del figlio;
- il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori;
- i tempi di permanenza presso ciascun genitore;
- le risorse economiche di entrambi i genitori;
- la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.
Il legislatore sancisce un preciso obbligo di entrambi i genitori di provvedere al mantenimento dei propri figli: la sentenza di separazione tra i coniugi non fa venir meno l’obbligo di entrambi i coniugi di provvedere al mantenimento dei figli.
I genitori, anche se separati, devono garantire ai figli il loro sostentamento sia dal punto di vista meramente materiale, sia da quello propriamente affettivo.
- Significato dell’assegno di mantenimento
- Quando spetta l’assegno di mantenimento per i figli?
- Cosa comprende l’assegno di mantenimento figli
- Come funziona l’assegno di mantenimento per i figli
- Calcolo assegno mantenimento per i figli
- Esempio calcolo assegno mantenimento
- Tabella assegno di mantenimento figli
- Prescrizione assegno di mantenimento figli
- Assegno di mantenimento: fino a che età?
- L’assegno di mantenimento figli si può scaricare?
- Assegno di mantenimento: cosa fare se l’ex non paga?
- Come versare l’assegno di mantenimento?
Significato dell’assegno di mantenimento
Il principio ispiratore di questa normativa è l’esigenza di tutelare il superiore interesse del minore alla crescita, la quale non può venire compromessa da eventi a loro esterni e riguardanti questioni inerenti il rapporto coniugale fra i due genitori.
Da ciò consegue la previsione normativa contenuta nell’art. 155, comma 4 appena menzionata, espressione dell’idea secondo cui la separazione dei coniugi non può avere l’effetto di provocare un deterioramento delle condizioni di vita dei figli, i quali nel preminente interesse alla crescita, devono ricevere il sostentamento di cui sono sempre stati destinatari.
I genitori hanno il compito di occuparsi del mantenimento dei figli. Questo obbligo ricade su tutti i figli: non solo quelli nati durante il matrimonio, ma anche i figli di due conviventi more uxorio. Trattandosi di uno dei doveri genitoriali, come abbiamo visto, persiste anche in caso di separazione e divorzio. Viene quindi fissato quello che prende il nome di assegno di mantenimento a favore dei figli.
Tale assegno può essere:
- frutto di un accordo, che si raggiunge quando ci si separa consensualmente;
- stabilito dal giudice, nell’ipotesi della separazione giudiziale.
L’assegno di mantenimento è un contributo economico versato ogni mese, che si può ottenere su istanza di parte: questo significa che non può essere stabilito d’ufficio dal giudice. Tuttavia, può essere fissato dal giudice qualora rientri tra i provvedimenti miranti a tutelare gli interessi morali e materiali della prole.
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Quando spetta l’assegno di mantenimento per i figli?
Posto che il mantenimento dei figli è sempre obbligatorio, gli ex coniugi possono decidere di fissare un accordo differente e procedere con il mantenimento diretto. Cosa significa, in pratica?
Ci sono tre diverse forme di collocamento dei figli minori in seguito a una separazione e divorzio:
- il collocamento prevalente, nel quale il figlio va a vivere con uno dei due genitori, che prende il nome di genitore affidatario o collocatario;
- il collocamento alternato, in cui i figli trascorrono dei periodi alternati nelle abitazioni di entrambi i genitori;
- il collocamento invariato: il figlio rimane nell’abitazione dei genitori, che alternano la loro presenza in quella casa.
Nei casi di collocamento alternato, che non è molto diffuso, i genitori si occupano di mantenere i figli nel periodo che trascorrono con loro. Quando, invece, viene nominato un genitore collocatario, l’altro deve versare l’assegno di mantenimento.
Si distingue allora tra:
- genitore obbligato (o onerato): chi versa l’assegno;
- genitore beneficiario: chi lo riceve.
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Assegno di mantenimento coniuge senza reddito
In queste righe ci stiamo occupando in modo specifico dell’assegno di mantenimento rivolto alla prole, ma è bene fare un accenno anche alla misura che può essere prevista nei confronti dell’ex coniuge economicamente svantaggiato.
In particolare, i requisiti che devono essere presenti per ricevere questa tipologia di assegno, sono:
- l’assenza di reddito;
- non si deve essere stati la causa della separazione, quindi la mancanza di una separazione con addebito;
- non convivere con una nuova persona;
- il fatto che l’altro coniuge disponga delle risorse economiche per provvedere all’erogazione dell’assegno.
La differenza fondamentale tra l’assegno di mantenimento al coniuge e quello ai figli è che al primo le parti possono decidere di rinunciare, mentre il secondo è un diritto indisponibile, pertanto non è possibile rinunciarvi.
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Cosa comprende l’assegno di mantenimento figli
Trattandosi di un’erogazione periodica, l’assegno di mantenimento deve coprire tutte le esigenze ordinarie di vita della prole, quindi può includere le seguenti spese:
- vitto;
- mensa scolastica;
- tutto il materiale scolastico;
- il concorso alle spese domestiche, quindi i consumi relativi alle utenze;
- l’abbigliamento;
- i medicinali.
Ci sono, poi, le spese straordinarie, alle quali ogni genitore deve concorrere in misura uguale, oppure in base a quanto disposto dal provvedimento del giudice o dall’accordo tra le parti. Si tratta di tutte quelle spese che hanno natura occasionale, sporadica, voluttaria, oppure presentino il requisito della gravosità – come una spesa medica riguardante un trattamento specialistico.
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Come funziona l’assegno di mantenimento per i figli
L’apporto al mantenimento del figlio da parte del genitore deve essere ragguagliato alle effettive sostanze di quest’ultimo e, cioè, essere determinato in base alla sua effettiva capacità economica e reddituale. Nel caso di separazione consensuale, in cui cioè i coniugi si siano accordati sulle condizioni della separazione e, quindi, anche sulla questione del mantenimento ai figli, l’intervento del giudice si limiterà a prendere atto della intervenuta statuizione delle parti in tal senso.
La valutazione giudiziale avente ad oggetto il mantenimento dei figli potrà sostituire quella delle parti soltanto nel caso in cui la misura del mantenimento stabilita dai coniugi sia assolutamente insufficiente a garantire il loro sostentamento e pregiudicare diritti fondamentali del minore o del figlio maggiorenne non ancora economicamente autosufficiente.
Nel caso di separazione giudiziale, invece, sarà il giudice a determinare tout court la misura del mantenimento ai figli, sulla base delle risultanze delle prove raccolte nel corso del giudizio di separazione, avendo sempre come punto di riferimento l’interesse superiore del minore. In tal caso, infatti, la legge attribuisce all’organo giurisdizionale il più ampio potere discrezionale sul quantum dell’obbligo di mantenimento.
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Calcolo assegno mantenimento per i figli
L’assegno di mantenimento non viene calcolato in modo matematico, in quanto è il Giudice a stabilirne, di volta in volta, l’entità, analizzando vari fattori. Rivolgersi a un avvocato esperto può essere utile per conoscere una stima preliminare dell’importo previsto.
Ci sono alcuni criteri che vengono presi in considerazione per la quantificazione dell’assegno, ovvero:
- il reddito e la capacità economica dei genitori;
- il tempo di permanenza dei genitori con i figli.
Su questo punto, il genitore collocatario, che trascorre più tempo con il figlio, spenderà più soldi per le spese ordinarie.
Anche nel caso in cui i genitori trascorressero lo stesso tempo con i figli, si dovranno comunque prendere in considerazione i redditi di entrambi i genitori, in modo tale da bilanciare i costi delle spese ordinarie alle loro capacità economiche Le spese straordinarie, invece, vengono di solito suddivise equamente tra i due genitori (ma non è sempre così.
Esempio calcolo assegno mantenimento
L’ammontare dell’assegno di mantenimento è calcolato, quindi, tenendo in considerazione la situazione reddituale e patrimoniale complessiva di entrambi i coniugi e cioè:
- il reddito netto del marito e quello della moglie;
- l’esistenza di beni mobili o immobili e se siano o meno fonte di rendita (es. beni immobili concessi in locazione);
- l’assegnazione della casa coniugale ad uno dei coniugi e il relativo valore locatizio;
- investimenti finanziari.
Sono prese in considerazione anche le spese sostenute da entrambi i coniugi:
- mutui;
- canoni di locazione;
- rate di finanziamento.
L’assegno di mantenimento, dunque, è calcolato considerando la situazione finanziaria complessiva di entrambi i coniugi e, in particolare, il reddito netto, che rappresenta l’insieme delle risorse economiche effettivamente a disposizione per far fronte alle esigenze di vita.
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Tabella assegno di mantenimento figli
Nonostante quanto appena detto, ci sono comunque delle indicazioni di massima per determinare l’importo dell’assegno di mantenimento mensile, che:
- di norma, non è mai inferiore a 200-250 euro al mese per un solo figlio;
- si aggira intorno a 350-500 euro per un solo figlio, per i redditi tra i 1.500 e 2.000 euro al mese netti;
- in presenza di più figli, potrebbe aumentare in modo non proporzionale, quindi essere pari a 400 euro per un figlio, ma a 700 euro per due figli.
Di seguito, riportiamo le linee guida del Tribunale di Monza, che sono indicative e distinguono tra due casi, ovvero la presenza o l’assenza dell’importo anche per il coniuge affidatario, basandosi su redditi medi. .
Senza assegno per il coniuge affidatario | Con assegno per il coniuge affidatario | |
Un figlio | 300-400 euro (25% del reddito) | 240-320 euro (1/5 del reddito) |
Due figli | 480-640 euro (40% del reddito) | 400-535 euro (1/3 del reddito) |
Tre figli | 600-800 euro (50% del reddito) | 480-640 euro (2/5 del reddito) |
Una cosa molto importante da sottolineare è che, anche in caso di permanenza prolungata del minore presso il genitore non collocatario (es. tutto il periodo delle vacanze estive), l’erogazione dell’assegno di mantenimento non può essere sospesa.
Rivalutazione Istat assegno mantenimento figli
L’importo dell’assegno di mantenimento va incontro a rivalutazione annuale, con riferimento all’indice FOI, cioè l’indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati, pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’adeguamento avviene dall’anno successivo a quello di decorrenza dell’assegno.
Aumento assegno di mantenimento figli
Come confermato dalla sentenza della Cassazione n. 11724/2023, l’assegno di mantenimento aumenta in relazione alle esigenze dei figli, che di solito sono maggiori al crescere degli stessi.
Questo principio era già stato confermato dalla pronuncia n. 13664/2022, secondo la quale le necessità economiche dei figli aumentano con la loro crescita e non c’è bisogno di dimostrazioni specifiche per determinare un aumento dell’assegno. L’importo da erogare, semplicemente. si adegua all’età e alle mutate esigenze del/i figlio/i.
L’assegno può aumentare anche:
- se peggiorano le condizioni economiche del genitore beneficiario;
- se migliorano quelle del genitore obbligato.
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Prescrizione assegno di mantenimento figli
Quanto dura l’assegno di mantenimento? Di base, il genitore obbligato è tenuto a versarlo fino a quando il figlio non raggiunga l’autosufficienza economica. Quando ciò avviene, il genitore obbligato può richiedere la revoca dell’assegno.
Hanno diritto al mantenimento i figli minorenni, i quali per la loro minore età non hanno la capacità di provvedere autonomamente al loro sostentamento, e i figli che, seppur maggiori di età, non siano ancora economicamente autosufficienti. Dall’art. 147 del codice civile, infatti, discende, per ambedue i coniugi, l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e dell’aspirazione dei figli.
Assegno di mantenimento: fino a che età?
L’obbligo di mantenimento sussiste fino a quando il figlio non abbia raggiunto un’autonomia economica idonea a garantire il suo sostentamento e il soddisfacimento delle sue esigenze di vita. Al riguardo, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8227/ 2009, ha affermato che i genitori separati devono mantenere i figli fino a quando non abbiano trovato un lavoro stabile.
In tal modo, continuerebbe a permanere l’obbligo di mantenimento quando il figlio svolga un lavoro precario che, per le sue caratteristiche, non garantisce alcuna stabilità, a meno che la mancanza di un lavoro stabile dipenda dal comportamento dello stesso figlio, il quale non utilizza la dovuta diligenza nel trovare un impiego.
In altre parole, il genitore può essere sollevato dal versare il mantenimento al figlio maggiorenne quando provi che quest’ultimo sia uno scansafatiche e che non abbia ancora un lavoro per una sua colpa.
Revoca assegno di mantenimento ai figli
Sulla possibilità di revocare l’assegno di mantenimento ai figli maggiorenni, si può fare riferimento ad alcune sentenze recenti. Per esempio, l’ordinanza n. 2259/2024 ha stabilito che, se il figlio ha compiuto 30 anni ed è ancora senza lavoro, il mantenimento può essere revocato.
Considerata l’età, infatti, il figlio deve essere considerato responsabile della propria situazione finanziaria e, per continuare a ricevere l’assegno, deve dimostrare che ci sono valide ragioni, che non dipendono dalla sua volontà, per le quali gli è impossibile lavorare.
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Restituzione somme assegno di mantenimento figli
A questo proposito, è importante segnalare che l’assegno di mantenimento percepito dai figli che abbiano raggiunto l’autosufficienza economica rientra nel cosiddetto indebito oggettivo (art. 2033 cc), quindi deve essere restituito.
L’assegno di mantenimento figli si può scaricare?
L’importo dell’assegno di mantenimento per i figli non è deducibile dal reddito imponibile. Se il provvedimento disposto dal giudice prevede sia un assegno per il coniuge, sia uno per i figli, è necessario indicare quale cifra spetta a ciascuno, specificandone i relativi valori. In assenza di tale specifica, si potrà dedurre soltanto la metà dell’importo totale.
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L’assegno di mantenimento per i figli fa reddito ISEE?
L’assegno di mantenimento per i figli non contribuisce alla formazione del reddito imponibile assimilato a quello da lavoro dipendente. L’eventuale assegno destinato al coniuge, invece, è imponibile ai fini IRPEF e deve essere riportato nella dichiarazione dei redditi.
Nuova convivenza o nuovo matrimonio: cosa succede?
Mentre una nuova convivenza o matrimonio dell’ex partner incide sulla sua percezione dell’assegno di mantenimento personale, le cose sono diverse per quel che riguarda l’assegno di mantenimento per i figli, che deve comunque continuare a essere versato.
Se, però, le condizioni economiche del genitore collocatario dovessero mutare e migliorare come conseguenza della nuova convivenza o matrimonio, allora il giudice potrebbe disporre un ridimensionamento dell’importo dell’assegno.
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Assegno di mantenimento: cosa fare se l’ex non paga?
Il mancato versamento dell’assegno di mantenimento è un’ipotesi non troppo remota, per la quale ci sono diversi rimedi legali ai quali fare riferimento per tutelarti, meglio se con il supporto di un avvocato.
La prima cosa che puoi fare, per esempio, è inviare una lettera di diffida ad adempiere, scritta da un avvocato, nella quale si dà all’ex partner un termine entro il quale provvedere con il pagamento dell’assegno.
Gli altri strumenti a tua disposizione sono:
- il pignoramento dei beni dell’ex;
- l’ordine di pagamento diretto;
- il sequestro conservativo;
- la querela.
Analizziamoli nel dettaglio. Ti ricordiamo, comunque, che se avessi bisogno di una consulenza personalizzata, puoi rivolgerti a un avvocato specializzato in questo ambito del diritto. Su deQuo puoi trovare un legale direttamente online e scegliere se:
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1. Pignoramento beni del coniuge
Alla lettera di diffida, potrebbe seguire un provvedimento di esecuzione forzata, che è praticamente identico a quello che viene messo in moto per qualsiasi altra tipologia di inadempimento.
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2. Pagamento diretto
In caso di inadempienza, il giudice potrebbe ordinare a un soggetto terzo, come il datore di lavoro del genitore obbligato, a versare l’assegno, prelevando quanto dovuto direttamente dallo stipendio del lavoratore. La riforma Cartabia ha modificato questa procedura, consentendo che vi si possa fare ricorso non solo per il mancato versamento degli assegni di divorzio, ma anche per quelli concordati in fase di separazione.
3. Sequestro conservativo
Il sequestro conservativo è una procedura che permette al giudice di sequestrare i beni pignorabili del genitore inadempiente (es. la macchina), che potranno essere utilizzati per il soddisfacimento dei bisogni dei figli.
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4. Querela
La legge prevede anche la possibilità di querelare il coniuge inadempiente. Se il mancato versamento dell’assegno è stato commesso con dolo, scatta infatti il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 cc), punito con la reclusione fino a 1 anno o la multa da 103 a 1.032 euro.
In caso di inadempimento di entrambi i genitori, invece, ovvero se tutti e due sono privi dei mezzi per provvedere al mantenimento del minore, la sentenza n. 8980/2023 ha stabilito che debbano essere i nonni a intervenire, pagando il mantenimento.
Come versare l’assegno di mantenimento?
L’assegno di mantenimento va versato, generalmente, con scadenza mensile. Il termine entro cui effettuare il pagamento è stabilito con il provvedimento di separazione, verbale di separazione consensuale omologato con decreto del Tribunale o sentenza di separazione giudiziale. Inoltre, solitamente, il provvedimento di separazione stabilisce anche le modalità con cui deve essere effettuato il versamento.
Sono generalmente fissate modalità che permettono di fornire una prova del versamento, cioè bonifico bancario o vaglia postale. In questo modo, il coniuge obbligato al versamento ha la prova di aver adempiuto ai suoi obblighi di mantenimento. Anche nell’eventualità in cui il provvedimento di separazione non stabilisca le modalità con cui procedere al pagamento mensile, è sempre opportuno preferire il bonifico bancario o il vaglia postale.
Ciò proprio per avere una traccia del pagamento e difendersi da eventuali accuse di mancato pagamento da parte dell’altro, specificandolo nella causale. E dunque, facendo un esempio, è opportuno inserire come causale nel bonifico all’ex moglie (o all’ex marito) “contributo al mantenimento del mese X…“.
Nel caso di pagamento in contanti, poi, è sempre opportuno farsi rilasciare una ricevuta o quietanza di pagamento dall’ex che lo riceve, facendo attenzione che sia firmata e datata correttamente.
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Assegno di mantenimento ai figli – Domande frequenti
L’assegno di mantenimento per i figli decade nel momento in cui quest’ultimo trovi un’occupazione che gli garantisca l’indipendenza economica.
L’assegno di mantenimento per i figli viene calcolato sulla base del reddito complessivo della famiglia: clicca qui per conoscere come funziona il calcolo.
L’assegno di mantenimento viene calcolato in percentuale variabile in relazione a fattori quali il numero di figli e il reddito del coniuge che è tenuto a versarlo.
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