Sismabonus 2025: come cambia la detrazione fiscale
Quali sono i lavori che rientrano nel sismabonus 2025, come funziona e quali sono le detrazioni fiscali attuali e le ultime novità in merito.
- Tra i bonus edilizi che sono stati confermati nel 2025 c’è anche il sismabonus.
- La misura fiscale, che mira a promuovere gli interventi di adeguamento, miglioramento e ristrutturazione sismica degli edifici, ha subito delle modifiche importanti rispetto allo scorso anno.
- In particolare, sono stati previsti dei cambiamenti in merito al funzionamento della detrazione fiscale.
Il sismabonus è una delle agevolazioni fiscali che sono state rinnovate anche per il 2025: è prevista per i lavori di adeguamento antisismico, che prevedono il miglioramento della struttura di un edificio rispetto al rischio sismico.
Tale rischio viene classificato in Italia in base alla zone di intensità sismica: ogni immobile può essere protetto dalle conseguenze derivanti da un terremoto attraverso una serie di interventi di ristrutturazione.
Vediamo allora come funziona il Sismabonus 2025, quali sono i lavori e i costi che vi rientrano e qual è la percentuale di detrazione fiscale che viene applicata a seconda dei casi.
Come funziona il Sismabonus 2025
Il sismabonus prevede delle detrazioni fiscali per gli interventi che mirano a mettere in sicurezza le abitazioni al fine di ridurne il rischio sismico. La sua proroga è stata prevista fino al 31 dicembre 2027.
Fino al 31 dicembre 2024, a seconda della tipologia di lavori che venivano effettuati, era possibile accedere a detrazioni comprese tra il 50% il l’85%, come riassunto nella tabella che segue.
Detrazione fiscale 2024 | Tipologia di intervento antisismico |
Agevolazione al 50% | Non è previsto il miglioramento della classe sismica |
Agevolazione al 70% o 80% | È previsto il miglioramento di una o due classi sismiche |
Agevolazioni all’80% o 85% | È previsto il miglioramento di una o due classi sismiche nelle parti comuni di edifici condominiali |
Nel triennio 2025-2027, invece, non esisterà più questa distinzione legata alla riduzione di una o due classi del rischio sismico. Si applica, invece, una distinzione tra:
- prima casa: la detrazione fiscale è al 50% e diventa del 36% nel 2026 e 2027;
- altre abitazioni: la detrazione scende al 36%, ma si abbassa ancora, al 30%, nel 2026 e 2027.
Possono accedere a questo sconto fiscale i soggetti che hanno un diritto di proprietà o un diritto reale di godimento sull’immobile: nel caso in cui si tratti dell’abitazione principale, devono aver collocato lì la loro residenza.
La spesa massima che si può portare in detrazione, in 5 rate di pari importo, al momento della dichiarazione dei redditi è di 96.000 euro.
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Sismabonus e rischio sismico in Italia
L’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003, ha dettato i principi generali sulla base dei quali le Regioni hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle 4 zone di classificazione del territorio nazionale.
Si tratta nello specifico di:
- Zona 1, la più pericolosa, in cui è molto probabile che si verifichi un terremoto;
- Zona 2, in cui sono possibili forti terremoti;
- Zona 3, in cui i forti terremoti sono meno probabili;
- Zona 4, ovvero la zona meno pericolosa e in cui il rischio di terremoto è molto basso.
Quali sono i lavori che rientrano nel Sismabonus?
Quali costi rientrano nel Sismabonus? Nella pratica, è possibile svolgere diverse tipologie di interventi, quali:
- lavori di miglioramento e di adeguamento sismico;
- interventi sulle coperture orizzontali, atti a migliorare la capacità portante;
- lavori che possano rafforzare le strutture verticali.
Può trattarsi anche di lavori di ristrutturazione che prevedono l’utilizzo di calcestruzzo armato e acciaio, o di riparazione di aree dell’edificio rovinate da agenti esterni.
Quali documenti servono per richiedere il Sismabonus?
Tra i documenti che si devono presentare per accedere alle detrazioni del sismabonus, ricordiamo:
- le fatture o ricevute fiscali relative agli interventi realizzati;
- il bonifico (o altro mezzo di pagamento tracciabile) dal quale si attesti l’ammontare della spesa effettuata;
- le abilitazioni amministrative che certificano la data di inizio dei lavori e gli interventi da realizzare (in mancanza di abilitazione, è accettata anche un’autocertificazione attestante l’inizio del lavori e che le spese sostenute si possono portare in detrazione);
- la comunicazione preventiva da parte dell’ASL (necessaria in relazione alla sicurezza dei cantieri).
Nel caso di condomini, serve anche una dichiarazione da parte dell’amministratore di condominio nella quale viene certificato di essere adempiente rispetto agli obblighi di legge, che il condomino ha effettivamente versato una determinata somma, in che misura spetta la detrazione.
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Il visto di conformità è obbligatorio per il sismabonus?
Anche in relazione alle modifiche introdotte dal Decreto Antifrode, il Visto di Conformità è diventato obbligatorio per l’accesso a tutti i bonus edilizi, tra i quali rientra anche il Sismabonus.
Sono invece esclusi dall’obbligo di Visto di Conformità:
- gli interventi di edilizia libera;
- i lavori che non superano i 10.000 euro di spesa.
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Sismabonus – Domande frequenti
Il sismabonus è stato prorogato fino alla fine del 2025, come anche altri bonus edilizi, quali l’ecobonus, il bonus mobili ed elettrodomestici, il Superbonus.
Il sismabonus permette di accedere a un’agevolazione fiscale per i lavori di consolidamento strutturale e messa in sicurezza nelle zone sismiche 1, 2 e 3.
Dal 17 febbraio 2023, è possibile accedere al Sismabonus soltanto con l’opzione della detrazione fiscale.
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