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Squatter Airbnb: chi sono e come difendersi se occupano abusivamente il tuo immobile

Quando l’affitto breve diventa un incubo legale: come riconoscere se si è vittima di uno squatter e quali passi intraprendere secondo il diritto italiano

squatter airbnb
  • Lo squat è una truffa immobiliare realizzata da chi prenota un soggiorno turistico online, pagando il relativo canone, ma poi si rifiuta di lasciare l’immobile e lo occupa illegalmente.
  • Con il termine squatter Airbnb si indicano i falsi turisti che mettono in atto la truffa immobiliare.
  • Il fenomeno dello squat, diffuso principalmente in Francia, sta dilagando anche in altri Paesi europei, a causa di normative sul punto generiche e lacunose

Avere un immobile da mettere a reddito è certamente un modo per ottenere un’ulteriore entrata. Ciò nonostante, in alcuni casi, dietro a una opportunità di guadagno può nascondersi una truffa, realizzata da finti affittuari, che occupano inizialmente l’immobile del tutto legalmente, prenotando un soggiorno online e versando il relativo canone o la quota, per poi rifiutarsi di lasciare la casa o l’appartamento

È questo che sta succedendo in molti Paesi vicino a noi, come la Francia. Si tratta di un fenomeno che prende il nome di squat ed è il risultato di un’emergenza abitativa molto diffusa non solo in Italia, ma in tutta Europa, seppur con inevitabili differenze e livelli.

Al fine di fronteggiare il dilagare di tale emergenza e la sempre maggiore presenza di “squatter Airbnb“, cioè di truffatori che agiscono tramite questa piattaforma, si stanno trovando soluzioni sempre più condivise in ambito europeo.

Cosa si intende per squat 

Con il termine squat si intende indicare una truffa, avente a oggetto immobili, realizzata da finti turisti – c.d. squatter – che accedono e occupano del tutto legalmente un immobile di terzi, senza alcuna iniziale forzatura (per esempio, senza forzare serrature o abbattere porte), per poi rifiutarsi di lasciare l’unità abitativa al termine del periodo di soggiorno concordato.

Il fenomeno dello squat non è di recente formazione, ma, al contrario, affonda le sue radici già nel secolo dei lumi, durante il quale l’occupazione riguardava maggiormente terre e aree. Più di recente, la figura dello squatter, più vicina a come oggi, ahinoi, la conosciamo, risale agli anni ‘60-’70, seppur con sostanziali differenze, perché oggi il fenomeno è animato da motivazioni di contestazione politica ben diverse dalle attuali esigenze abitative non soddisfatte

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chi sono gli squatter
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Come si realizza la truffa degli affitti squatter

Come anticipato, il fenomeno dei c.d. affitti squatter si realizza mediante semplici passaggi messi in atto dai truffatori. Concretamente, a seguito di una prenotazione valida e, dunque, inizialmente regolare, effettuata tramite piattaforme online, anche molto noto e conosciute come, per esempio, Airbnb o Booking, dietro pagamento del canone/quota pattuito, i finti turisti accedono all’immobile legalmente, autorizzati dai proprietari.

Una volta trascorso il soggiorno, i truffatori si rifiutano di lasciare l’immobile e, in alcuni casi, non provvedono neanche al pagamento del canone.

LEGGI ANCHE Occupazione abusiva di immobili: cos’è cambiato e come difendersi

Il fenomeno dello squat in Europa

L’occupazione di proprietà privata senza il consenso dell’avente diritto è considerata e punita come un reato in quasi tutti i Paesi europei, seppur con profonde differenze e molte lacune. 

Negli ultimi anni diversi Stati, come la Spagna e i Paesi Bassi, hanno introdotto leggi più severe per contrastare le occupazioni abusive e previsto procedure più rapide per sgomberare l’immobile.

Finalmente il dibattito sulla questione, dai circoscritti confini nazionali si sta sempre più progressivamente spostando in altre sedi, in particolare europee. Nel corso di quest’anno, il Parlamento europeo ha sottolineato la necessità di politiche comuni per garantire un giusto equilibrio in termini di tutela a favore dei proprietari e di ascolto delle esigenze abitative da parte delle persone più vulnerabili.

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Normativa degli affitti brevi in Francia

Di recente, a dare risalto al fenomeno dello squat sono gli ultimi casi scoppiati, oltre Alpe, precisamente in Francia, dove affittare casa per brevi periodi sta diventando molto rischioso

Il codice penale francese, all’art. 315-1, definisce lo squat come: l’introduzione in un locale a uso abitativo, commerciale, agricolo o professionale, mediante manovre, minacce o costrizione. La legge francese punisce l’introduzione abusiva con una pena di due anni di reclusione e 30.000 euro di ammenda. Alla medesima pena soggiace chi permane nell’abitazione senza titolo, dopo essere entrato a seguito di atti illeciti.  

Nel 2023, in Francia, è stata varata una normativa, che porta il nome del deputato che ha promosso la misura, Guillaume Kasbarian, la quale prevede una procedura velocizzata per lo sgombero dell’immobile, realizzata nelle modalità indicate nella norma sopra citata, contenuta nel codice penale. 

Nel dettaglio, in caso di occupazione illegale di immobili e di affitti squatter, le forze dell’ordine possano intervenire immediatamente senza “passare” dal giudice, per ottenere la preventiva autorizzazione.

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Problemi e criticità della legge sugli affitti squatter

Il cortocircuito è innescato proprio dalla mancata previsione normativa della facoltà di attivare la procedura dello sgombero breve anche nelle ipotesi in cui l’accesso sia lecito, perché avvenuto con l’autorizzazione del proprietario, ma sia abusivo il momento successivo, ossia la permanenza.

In altri più specifici termini, la tutela a favore di proprietari che affittano gli immobili per breve tempo ai turisti, prevista dalla procedura di sgombero immediato, è attivabile, in Francia, nelle sole ipotesi in cui lo squatter si sia introdotto abusivamente, ovvero senza il consenso del proprietario, ma non nei casi in cui si entrato in casa con il permesso di questi, dopo aver pagato regolarmente, per poi permanere abusivamente.

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occupazione di terreni o edifici

Affitti brevi e squatter in Italia

Nel nostro Paese, al momento, la situazione non è cosi compromessa rispetto agli Stati vicini, come la Francia. In Italia, infatti, la forte emergenza abitativa è causa di occupazioni abusive, realizzate, nella maggior parte dei casi, sin dall’ingresso in modo illecito, perché senza nessuna autorizzazione dal soggetto avente diritto.

Una risposta a tale fenomeno da parte del Legislatore è arrivata solo nel 2025, con l’emanazione del c.d. Decreto Sicurezza (Decreto Legge 11 aprile 2025, n. 48), che ha introdotto, all’art. 634 bis c.p., il nuovo reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui, entrato in vigore il 12 aprile 2025. Si tratta di un pacchetto di misure che accelerano lo sgombero dell’immobile occupato, perché, a seguito di denuncia-querela da parte del proprietario, le Forze dell’Ordine competenti attivate possono procedere con lo sgombero dell’immobile, senza la preventiva autorizzazione da parte del giudice civile.

Tale procedura è tuttavia attivabile solo nei casi in cui l’occupazione riguardi l’abitazione principale. Ne consegue che, se l’immobile occupato è una seconda casa, non è possibile ricorrere alla procedura di sgombero immediato. Anche in Italia vi è, dunque, una lacuna normativa che non consente di gestire tali specifici fenomeni di occupazione abusiva. E il fatto che, a poca distanza da noi, in Francia, lo squat sia sempre più diffuso, ha portato all’attenzione la necessità di “rivedere” le normative attualmente esistenti, in maniera tale da avere gli strumenti per reprimere anche tali fattispecie.

Approfondisci leggendo Affitti brevi: cosa sono e come funziona la tassazione

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Avv. Debora Mirarchi
Esperta in diritto tributario
Laureata all’Università di Bologna, sono iscritta all’Ordine degli Avvocati di Milano dal 2012. Negli anni, ho collaborato con studi operanti nel settore tributario, acquisendo una significativa esperienza nella consulenza nazionale e internazionale, con focus in materia di fiscalità. Unitamente all’esercizio della professione, ho coltivato la passione per la scrittura, collaborando, in qualità di autrice, con le principali riviste specialistiche di settore.
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