Il cognome del padre al figlio non sarà più automatico: la svolta in Italia

I locali nei quali vengono venduti alcolici, così come i supermercati, espongono generalmente il cartello nel quale viene ribadito il divieto di somministrazione e vendita di alcolici ai minori di 16 anni.
Nel momento in cui un ragazzo ordina da bere o compra dell’alcol al supermercato ci sono due sole cose da fare per verificare che non stia bluffando sui suoi anni: chiedere la carta di identità oppure fidarsi.
I gestori dei locali sono obbligati a sincerarsi dell’età effettiva della persona che sta ordinando dell’alcol in quanto la legge stabilisce pene severe in casi come questo, nel quale è proprio il titolare del locale a dover rispondere delle conseguenze, a prescindere dal fatto che poi nel concreto l’alcol sia stato somministrato o venduto da qualcun altro.
Ecco cosa prevede la Legge e cosa è stato stabilito dalla Corte di Cassazione nel caso di vendita o di somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni, oppure nel caso di vendita e somministrazione ai minori che hanno un’età compresa fra i 16 e i 18 anni.
La vendita di alcolici ai minorenni in Italia è vietata e costituisce reato, ai sensi dell’articolo 689 del Codice Penale. In base a quanto stabilito dalla legge non è il minore che compra una bevanda alcolica ad essere punito, ma la persona che gliela vende.
Il soggetto che viene punito con l’arresto fino a un anno è il proprietario di qualsiasi tipologia di attività commerciale – dai bar ai ristoranti – nella quale venga venduta una bevanda alcolica a un minore di 16 anni, in un luogo pubblico o aperto al pubblico.
La stessa pena spetta anche:
Oltre all’arresto è anche prevista la sospensione dell’esercizio commerciale. Chi ha meno di 16 anni e compra dell’alcol, dunque, non è soggetto ad alcuna sanzione né a conseguenze di tipo penale. Quali sono, invece, le conseguenze per i minori che hanno un’età compresa fra i 16 e i 18?
Nei casi in cui venga venduto dell’alcol ai minori che hanno un’età compresa fra i 16 e i 18 anni, è prevista unicamente una sanzione di tipo amministrativo, che va da un minimo di 250 euro fino a un massimo di 1.000 euro.
Nel 2017 è stato introdotto un decreto legge che ha dato la possibilità ai sindaci dei vari Comuni di decidere in autonomia quali sono le limitazioni relative alla vendita di alcolici. Per esempio, il sindaco ha il diritto di poter alzare l’età per poter richiedere un superalcolico fino a 18 anni:
Finora abbiamo
elencato quali sono le conseguenze nel caso della vendita di alcolici ai
minori: cosa succede nel caso della somministrazione della bevanda alcolica? Quali
sono le pene previste per la persona che nella pratica serve l’alcol a un
minorenne?
Questo punto è stato chiarito dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso la risoluzione 18512/13, la quale ha specificato che il divieto di vendere bevande alcoliche ai minori di 18 anni, previsto dall’art. 7 del DL 158/2012, riguarda anche la somministrazione sul posto.
Quindi commette un illecito non solo la persona che vende una bevanda alcolica di qualsivoglia genere a un minore, ma anche la persona che la somministra direttamente.
La Corte di Cassazione ha inoltre precisato che il reato di somministrazione viene commesso anche da chi serve degli alcolici a un minorenne perché si basa sulla sola risposta ricevuta a voce:
Nel caso di somministrazione di alcolici a minori, vengono applicate le stesse pene previste per la vendita:
Immaginiamo una situazione nella quale il proprietario di un locale sia molto attento a non vendere e a non somministrare alcolici ai minori di 18 anni e in modo particolari ai minori di 16 anni. Al contrario, un suo dipendente, per non perdere tempo a servire tra i tavoli, serve alcol indifferentemente, senza verificare l’età della persona che sta servendo. Chi è la persona che viene punita?
In casi come questo, la Legge prevede che debba essere punito il proprietario del locale, nonostante la persona che sta commettendo l’illecito nella pratica sia uno dei suoi dipendenti:
Bisogna anche
cercare di tenere gli occhi ben aperti in quei casi in cui l’amico maggiorenne
di turno compra dell’alcol che sarà poi bevuto, dentro il locale, da un
soggetto minorenne.
Ogni Stato
membro dell’Unione europea può decidere in autonomia qual è l’età che deve
essere raggiunta per poter bere alcolici in un locale pubblico. Negli Stati
Uniti devono essere raggiunti 21 anni per poterlo fare, mentre in Europa la
situazione è variegata.
Nella maggior parte degli Stati, comunque, il divieto di bere alcolici vige fino ai 18 anni. Ci sono poi Stati un po’ più permessivi:
In Stati quali la Germania, l’Austria, il Portogallo, la Svizzera e il Belgio è possibile bere birra e vino, che hanno una gradazione alcolica più bassa, a 16 anni, ma bisogna compierne 18 per poter ordinare un superalcolico. Lo stesso vale in Danimarca, mentre nel resto dei Paesi scandinavi si è un po’ più severi:
La maggiore
severità e restrizione in vigore nel Nord Europa si lega a una più grande
sensibilità nei confronti del problema alcolismo che ha causato disagi e casi
di violenza nel tempo.
La vendita di alcolici ai minori è un reato, disciplinato dall’articolo 689 del Codice Penale. Nel caso di vendita ai minori di 16 anni è previsto l’arresto fino a un anno. Per la vendita ai minori di età compresa fra i 16 e i 18 anni, è prevista una sanzione pecuniaria che va dai 250 euro ai 1.000 euro. Il minorenne non rischia nulla.
L’esercente che si ostini a vendere alcolici ai minori rischia una sanzione amministrativa che va da 1.000 euro a 25.000 euro, più la sospensione dell’attività commerciale per tre mesi.
No, la legge vieta sia la vendita sia la somministrazione di alcolici ai minori di 18 anni: la vendita è reato se il minore ha meno di 16 anni, è un illecito punito con una sanzione se il minore ha tra i 16 e i 18 anni.
Anche se il gestore di un locale non è la persona che somministra fisicamente l’alcol a un soggetto minorenne, quest’ultimo deve pagare penalmente o civilmente nel caso in cui uno dei suoi dipendenti violasse la legge servendo alcol a un minorenne.