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Posso denunciare qualcuno per un commento offensivo su Facebook?

Quali sono le conseguenze alle quali si può andare incontro in caso di commento offensivo su Facebook nei confronti di altre persone e come ci si può difendere nel caso in cui lo si dovesse ricevere.

commenti offensivi facebook

Vi è mai capitato di leggere commenti offensivi su Facebook, Instagram o un altro social network? Gli insulti sui social, dove creare un profilo con una falsa identità è semplicissimo, sono all’ordine del giorno. 

I cosiddetti leoni da tastiera scrivono insulti che, probabilmente, dal vivo non uscirebbero mai dalla loro bocca. Tali offese sono querelabili? Si può denunciare qualcuno per diffamazione su Facebook, dopo che il post è stato cancellato? 

Vediamo quali sono i casi in cui le offese sui social costituiscono un reato (e quando no) e quando i commenti possono rientrare in quella che prende il nome di diffamazione aggravata

Offese sui social e reato di diffamazione aggravata

Ritenere che un commento denigratorio e offensivo scritto su un social network sia meno lesivo e grave di uno fatto dal vivo è errato. Non a caso, per contrastare l’incitamento all’odio via web è stato introdotto uno specifico Codice europeo che è stato sottoscritto dalla Commissione Ue e dai principali attori della comunicazione via Internet (quali Facebook, Twitter, YouTube, Microsoft). 

È stata poi la stessa Cassazione, con una sentenza del 2017, a classificare le offese su Facebook (e, dunque, sui social network in generale) come reato di diffamazione aggravata, disciplinata dall’articolo 595 del Codice penale. 

In particolare, l’articolo recita che “se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro”.

Secondo la Cassazione, le offese su Facebook rappresentano una condotta “potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato o, comunque, quantitativamente apprezzabile di persone”. 

Viene aggiunta l’aggravante del mezzo utilizzato in quanto Facebook è in grado “di coinvolgere e raggiungere una vasta platea di soggetti, ampliando – ed aggravando – in tal modo la capacità diffusiva del messaggio lesivo della reputazione della persona offesa”.

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Quando le offese su Facebook costituiscono reato

Nella pratica, Facebook viene ritenuto molto pericoloso per la velocità di diffusione dell’offesa, che può essere condivisa, fotografata e inviata ad altri, anche su altri canali, quindi per la potenza di amplificazione del messaggio. 

Un’offesa su Facebook rientra nel reato di diffamazione aggravata se:

  1. è possibile individuare con precisione il destinatario delle offese;
  2. queste ultime possono essere lette da più persone;
  3. la diffusione dell’offesa possa avvenire in maniera incontrollata;
  4. vengano utilizzate delle espressioni miranti a offendere il decoro, l’onore e la reputazione del soggetto che è stato preso di mira. 

Le offese perpetrate a mezzo Facebook costituiscono diffamazione aggravata anche nel caso in cui siano scritte su un gruppo chiuso

Cosa cambia se l’offesa viene ricevuta in privato

Nell’ipotesi in cui si dovesse ricevere un’offesa su Facebook tramite messaggio privato, allora non si potrebbe parlare di diffamazione aggravata, ma di ingiuria, ovvero di un illecito civile

L’ingiuria è stata infatti depenalizzata nel 2016 e oggi viene punita con il pagamento di una sanzione pecuniaria di importo compreso tra 100 e 8.000 euro

Cosa fare se si viene offesi su Facebook?

Qualora si dovessero ricevere offese su Facebook tramite un post diffamatorio o un commento che possa rovinare in qualche modo la propria reputazione, sarà possibile sporgere denuncia

Se il colpevole ha utilizzato un profilo fake, sarà sicuramente più difficile riuscire a identificarlo: si dovrà presentare una richiesta alla Polizia postale affinché venga individuato il responsabile con una richiesta a Facebook. 

La piattaforma permette comunque di segnalare:

  • commenti offensivi, specificandone il motivo;
  • l’autore del commento: si potrà richiedere anche la rimozione del suo account dalla piattaforma nel caso in cui il soggetto in questione faccia un utilizzo improprio dello strumento. 

Si consiglia inoltre di salvare le prove, facendo uno screenshot e stampandolo (l’autore potrebbe anche decidere di cancellarlo), e di farlo autenticare da un notaio. In alternativa, si potrà far vedere il post a un amico e chiedere la sua testimonianza in udienza

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Quali altri reati si possono commettere sui social network?

Oltre alla diffamazione aggravata, ci sono diversi altri reati che trovano sui social network un terreno fertile con il quale diffondersi: dietro uno schermo ci si sente tutti più forti e fare i bulli diventa molto più semplice e immediato (oltre che fuori controllo). 

Tra i reati più diffusi, ricordiamo:

Considerata la gravità dei reati citati, che potrebbero avere conseguenze davvero drammatiche come quella del suicidio, le vittime potranno essere ripagate non solo tramite l’applicazione delle pene previste dal Codice penale, ma anche agendo in giudizio al fine di richiedere un risarcimento per il danno morale subito

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Graziana Aiello
Avvocato Civilista
Sono un avvocato che si occupa di diritto civile con studio a Torino e Catania. Nel corso degli anni ho sviluppato una vasta esperienza nel contenzioso legato al trading-forex, affrontando questioni relative a contratti finanziari e investimenti. Inoltre, ho acquisito competenze specifiche nella gestione di cause relative a separazioni, famiglia e minori. La mia esperienza professionale mi ha permesso di acquisire competenze trasversali e di essere in grado di fornire assistenza legale in molti altri ambiti del diritto civile.
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