Accise benzina: cosa sono e perché esistono
Le accise sono imposte, spesso, oggetto di grandi discussioni. Nel seguente articolo ti spiegheremo di cosa si tratta, partendo dall'analisi delle accise sul carburante.
- Le accise sono delle imposte sulla produzione o vendita di beni di consumo, che vengono applicate per motivi particolari.
- L’Italia è tra i Paesi europei in cui le accise sul carburante sono tra le più alte.
- Per il 2025 è in arrivo un nuovo aumento delle accise sul gasolio.
Quando si parla di accise, spesso, si tende a fare confusione. In Italia, come in molti Paesi UE, sono previste delle accise sui carburanti: in particolare, è molto nota l’accisa sulla benzina. A partire dal 1995, è stata introdotta l’accisa unica, cioè si prevede un’unica imposta sulla produzione o vendita di carburante.
Nel seguente articolo, ti spiegheremo cos’è un’accisa e a cosa serve. Faremo un breve parallelo con l’IVA, l’imposta che sembra essere più simile a un’accisa.
Dopodiché, ci concentreremo sull’accisa sulla benzina e gli altri carburanti, specificando:
- come funziona;
- quanto pesa sul prezzo definitivo;
- quali sono gli aumenti previsti nel 2025;
- quali sono le imprese esentate dal pagamento delle accise e per quali ragioni.
Cosa sono le accise sulla benzina
Quante volte ci sarà capitato di sentir nominare le accise sulla benzina, soprattutto negli ultimi anni quando, a causa dell’aumento del prezzo del carburante, è scoppiata nuovamente la polemica sulle accise. Cosa sono di preciso?
Le accise sono delle imposte sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Quindi, in linea di principio, non esistono solo accise sul prezzo della benzina, ma ci sono diverse imposte sui prodotti di consumo.
Ha qualcosa di simile all’IVA, che pure è un’imposta che viene pagata sui prodotti di consumo. Che differenza c’è con l’IVA? La differenza essenziale riguarda il momento di applicazione dell’imposta:
- l’IVA viene applicata a ogni passaggio di mano del bene, cioè se il produttore lo vende al rivenditore all’ingrosso, quest’ultimo a sua volta lo vende al rivenditore al dettaglio che, infine, vende al consumatore, i passaggi sono tre, quindi, l’IVA viene applicata tre volte;
- al contrario, le accise sono applicate una volta sola: o alla produzione o alla vendita.
Le accise vengono applicate sui carburanti perché i carburanti di origine fossile contribuiscono all’inquinamento, quindi, l’introduzione dell’accise viene prevista come “una sanzione” per il consumo di queste sostanze.
Per approfondire l’argomento ti consigliamo anche di leggere: Che cosa sono le accise e per cosa si pagano

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Quali sono le accise in Italia?
A momento, in Italia, sono previste accise sui seguenti beni:
- oli minerali e derivati;
- alcol e bevande alcoliche;
- fiammiferi;
- tabacchi lavorati;
- energia elettrica;
- gas metano;
- oli lubrificanti.
Le accise nel tempo sono state previste per diverse ragioni: nella maggior parte dei casi per far fronte a delle emergenze, come guerre, manovre fiscali, ecc.
In molti casi sono state aggiunte progressivamente, in base all’emergenza e a quanto era necessario per farvi fronte. Ricordiamo alcuni avvenimenti storici che hanno comportato l’applicazione di accise:
- 1956, la crisi di Suez;
- nel 1963, il disastro del Vajont;
- nel 1966, l’alluvione di Firenze.
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Perché ci sono le accise sulla benzina?
Le accise sulla fabbricazione dei carburanti sono state imposte per varie ragioni:
- emergenze di cassa dello Stato (questo è stato fatto anche con l’IVA);
- volontà di limitare le importazioni e la dipendenza da fonti energetiche esterne al Paese;
- necessità di compensare i danni all’ambiente (green tax).
Come abbiamo evidenziato, le accise sulla benzina, in genere, nascono come imposta sulla fabbricazione. La società che procede alla fabbricazione del carburante si rivale sul consumatore, facendo gravare l’accisa in parte sul prezzo di vendita al dettaglio.

Dal 1995, l’accisa sulla benzina è diventata un’imposta unica: talvolta è stata aumentata a seguito di alcuni avvenimenti, come il terremoto in Emilia Romagna. Tuttavia, dal 1995, non vengono più previste delle accise in concomitanza di particolari eventi o per assolvere a specifici scopi.
Sono soltanto 4 i Paesi europei in cui le accise sul carburante sono maggiori che in Italia: Paesi Bassi, Danimarca, Germania e Grecia.
Perché le accise non vengono revocate?
Sarà molto probabilmente capitato di sentir dire che le addizionali di accisa sono applicate e aumentate, ma molto raramente revocate. Quante volte i politici ci hanno detto che paghiamo ancora l’accisa sulla benzina per la guerra in Etiopia?
Nei fatti, non vengono normalmente imposte delle addizionali sull’accisa. Il legislatore, con legge, provvede solo ad aumentare l’imposta, spesso non indicando neanche lo scopo o una motivazione.
Anche per quanto riguarda il famoso aumento per la guerra in Etiopia, era stato applicato un aumento nel 1934; poi l’accisa è stata ridotta nel 1936.
Quindi, in sostanza, come per molte imposte, il legislatore prevede un aumento, poi, ove sia possibile, procede anche alle relative riduzioni. Può, tuttavia, accadere che questa riduzione non si verifichi.
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Storico aumento accisa benzina
Negli anni, sono state aggiunte molteplici accise sulla benzina, per diversi scopi. Tuttavia, a partire dal 1995, non esistono più accise per più scopi, ma è stata prevista un’accisa unica, che può essere periodicamente aumentata, ma senza che siano previste specifiche motivazioni.
Ecco quali sono stati gli aumenti delle accise sulla benzina nel tempi:
- 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
- 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della missione ONU durante la guerra del Libano del 1982;
- 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995;
- 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
- 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
- da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
- 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
- 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
- 0,024 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012;
- 0,005 euro per il finanziamento del “Bonus gestori” e la riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo;
- 0,0024 euro per il finanziamento di alcune spese del decreto Fare “Nuova Sabatini” (dal 1º marzo al 31 dicembre 2014).
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Aumento accise carburanti 2025
Nel 2025 è stato fissato un nuovo aumento delle accise sul carburante: l’obiettivo è quello di trovare, in 3 anni, 500 milioni di euro per rinnovare il contratto dei dipendenti del trasporto pubblico locale (si tratta di 110.000 persone).
Da qui al 2030, ci sarà un incremento di un centesimo ogni anno sul prezzo del gasolio e una riduzione di 1 centesimo all’anno su quello della benzina. La scelta non è casuale, considerato che, nel periodo compreso tra gennaio e novembre 2024, sono state vendute:
- 21,632 milioni di tonnellate di gasolio;
- 7,893 milioni di tonnellate di benzina.
In merito ai prezzi medi del carburante, possiamo fare riferimento alle statistiche del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica: nell’immagine di seguito, sono riportati i prezzi medi al litro nel periodo compreso tra il 6 e il 12 gennaio 2025. È comunque possibile verificare i prezzi medi di ogni singola Regione alla pagina del ministero delle Imprese e del Made in Italy.

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Esenzioni accise
Alcune imprese, poi, prevedono delle esenzioni dal pagamento dell’accisa. Le aziende che sono esentate sono quelle che producono energia elettrica per l’esercizio delle:
- linee ferroviarie;
- linee di trasporto urbano e interurbano e gli opifici industriali con un consumo mensile superiore a 1.200.000 kWh.
Inoltre, sono esenti le:
- organizzazioni internazionali riconosciute;
- organizzazioni diplomatiche e consolari;
- imprese che utilizzano l’energia elettrica in processi elettrolitici mineralogici;
- imprese che utilizzano l’energia elettrica per la riduzione chimica in processi elettrolitici o metallurgici;
- le imprese la cui produzione di beni comporta un consumo di energia che incide per circa il 50% sul costo finale.
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Accisa benzina – Domande frequenti
L’accisa è un’imposta che viene pagata sulla produzione o vendita di beni di consumo, in via alternativa. In Italia, come in molti Paesi UE, si prevede un’accisa sui carburanti.
L’accisa viene imposta per molteplici ragioni. In particolare, l’accisa sulla benzina ha anche una funzione “sanzionatoria” e dissuasiva del consumo di carburanti, che sono sostanze inquinanti.
Nel 1995, il legislatore ha introdotto l’accisa unica sui carburanti, cioè un’unica imposta, non specificamente motivata, a fronte del sistema previgente, che prevedeva l’applicazione di più accise per specifici scopi.
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