Che cosa sono le accise e per cosa si pagano
Cosa significa il termine accise, quali sono i casi nei quali è prevista la loro applicazione e come si calcolano.
- Le accise sono delle imposte che vengono applicate sulla produzione o sulla vendita di determinati prodotti.
- Non si tratta dunque di tasse, in quanto non sono legate all’erogazione di un servizio, come può accadere, per esempio, nel caso della TARI.
- Il loro importo varia in relazione alla tipologia di prodotto sul quale si applicano: cerchiamo di capire più nel dettaglio come funzionano e come vengono calcolate.
Come funzionano le accise
Le accise sono delle imposte indirette che vengono applicate su alcune tipologie di prodotti: ne fanno parte, per esempio l’energia, i tabacchi e i prodotti petroliferi. A differenza delle imposte dirette, che si applicano sui redditi, quelle indirette sono relative ai consumi.
Nello specifico, è proprio il Fisco che si occupa di stabilire quali debbano essere i quantitativi da produrre in ogni stabilimento o quelli che vengono importati dall’estero: le accise vengono fatte pagare in un primo momento alle società che si occupano proprio della produzione o della distribuzione di un bene.
In seguito, quando avviene la vendita del prodotto, le accise vengono scaricate direttamente sugli acquirenti: quindi, a conti fatti, le accise vengono pagate dai cittadini che usufruiscono di un determinato prodotto. Di conseguenza, variano in relazione a quanto viene speso.
Nel caso del carburante, dell’energia elettrica e del gas naturale, all’IVA si aggiungono dunque le accise. La stessa IVA non sarà applicata sul prezzo base di un prodotto, ma su quello compreso di accise.
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Natura delle accise
Un’accisa è composta:
- dalle imposte di fabbricazione;
- dalle imposte di consumo.
Le prime vengono applicate al termine del ciclo produttivo, ovvero quando il prodotto è pronto per la fase di commercializzazione. Le seconde, invece, nel momento in cui avviene la vendita effettiva.
Nonostante esista questa distinzione, nella pratica l’accisa viene sostenuta del tutto nel momento in cui il prodotto viene venduto, quindi nel caso della benzina quando viene erogata, o nel caso della luce quando viene fornita.
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Come si calcolano
Sulla base di quanto detto fin qui, le accise sono imposte inglobate nel prezzo di vendita di un bene o un servizio. Il loro calcolo non dipende tanto dal valore del prodotto, ma si basa sulla quantità che viene acquistata.
Per questo motivo si può affermare che le accise siano più ingiuste rispetto alle imposte dirette, che invece si basano sull’effettivo patrimonio posseduto. Questa è la ragione per la quale in genere vengono aumentate con estrema semplicità nei casi in cui ci siano situazioni di grande emergenza.
In pratica, mentre l’IVA si calcola sul prezzo di un prodotto, le accise variano in relazione alla quantità realizzata o venduta: di conseguenza se il prezzo del petrolio scende, il costo finale della benzina non si riduce in modo proporzionale in quanto l’accisa si mantiene comunque costante. Di contro, se si abbassa il prezzo del petrolio, diminuisce anche l’IVA.
Nel caso dei carburanti, per esempio, le accise che sono state aggiunte nel tempo per finanziare situazioni particolari e anomale, e che avrebbero dovuto essere provvisorie, non sono mai state cancellate. Nel tempo è avvenuto infatti che le varie accise si sommassero le une alle altre.
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Quali prodotti prevedono delle accise
Il funzionamento delle accise, che è regolato dal D. Lgs. n.504 del 26 ottobre 1995, ovvero il “Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative”, noto anche come Testo Unico Accise, fa sì che per lo Stato sia più facile agire sulle accise che non introdurre delle riforme sull’IVA o sulle aliquote IRPEF.
Oggi in Italia sono in vigore le accise sui seguenti prodotti:
- benzina, gasolio, GPL;
- alcool e bevande alcoliche, fatta eccezione per il vino;
- tabacchi lavorati;
- fiammiferi;
- oli lubrificanti;
- energia elettrica;
- gas metano.
I beni in elenco vengono prodotti in stabilimenti industriali che vengono controllati in modo estremamente rigido dal Fisco. Nonostante le numerose proposte che ci sono state nel tempo per introdurre l’abolizione delle accise, la loro presenza costituisce una delle principali fonti di entrate per lo Stato, quindi è poco probabile che si prenderà sul serio una decisione simile.
Perché il Governo non elimina le accise?
Ci sono due motivi fondamentali per i quali le accise sono convenienti per lo Stato rispetto a imposte come l’Ires o a tributi locali quali il bollo auto.
Il primo è rappresentato dal fatto che il gettito che ne deriva è immediato e costante nel tempo, mentre il secondo è dato dalla facilità con la quale l’importo delle accise può essere modificato al rialzo.
Facendo un esempio molto comune, quando si verificano degli aumenti nel costo delle bollette di luce e gas non sono tanto i costi di produzione ad essere aumentati, ma le accise che sono state applicate.
Accise – Domande frequenti
La parola accise deriva dal latino accisus, che è il participio passato di accidere: il suo significato letterale è “cadere sopra”.
Le accise non sono un sinonimo di IVA: nella nostra guida sulle accise ti spieghiamo la differenza con l’IVA e come si calcolano.
Le aziende che, per legge, non devono pagare le accise sono quelle che producono energia elettrica, utilizzata per le linee ferroviarie, le linee di trasporto urbano e interurbano e gli opifici industriali, che abbiano un consumo mensile superiore a 1.200.000 kWh.
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